Humans and Pets

I BENEFICI DELLA PET THERAPY

Therapy
Pet
Uomo
Animali
Martina Amenta

17/03/2023

1. Che cos’è la pet therapy?
2. In quali situazioni e per quali patologie è indicata la pet therapy?
3. Quali sono i benefici della pet therapy?
4. Ci sono animali più indicati per un particolare disturbo rispetto ad un altro?
5. Bambini e cani: un binomio speciale
6. Esistono razze di cani più adatte alla pet therapy?


1. Che cos’è la pet therapy?

La pet therapy è una co-terapia che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie, con l’obiettivo di ottenere miglioramenti sul piano comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo.

La pet therapy facilita l'approccio terapeutico delle varie figure mediche e riabilitative, soprattutto nei casi in cui il paziente non dimostra collaborazione spontanea. La presenza di un animale in molti casi consolida un rapporto emotivo con il paziente, e tramite questo rapporto, stabilisce sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico sia uno stimolo alla partecipazione attiva del malato.


2. In quali situazioni e per quali patologie è indicata la pet therapy?

La pet therapy è indicata per tutti coloro che presentano problemi di comunicazione, di relazione e di socializzazione. Si tratta di un trattamento riabilitativo importante per chi soffre di autismo, disturbi pervasivi dello sviluppo e disturbi del comportamento.

Anche per le malattie croniche la pet therapy può diventare uno strumento importante, migliorando la gestione della malattia a livello psicologico da parte del paziente.

Per le persone con Alzheimer o con demenza, la pet therapy riduce l’ansia, aumenta le manifestazioni di piacere e riduce le emozioni di tristezza.

La pet therapy è particolarmente indicata in ospedale. Spesso le terapie tradizionali, infatti, si trovano a fare i conti con la poca motivazione o interesse del paziente a progredire: l’animale può diventare una “leva motivazionale” importante per un paziente, soprattutto per un bambino.


3. Quali sono i benefici della pet therapy?

Gli effetti positivi della pet therapy sono ampi e possono riguardare:

  • l’area della socializzazione (depressione, autismo, disturbi generici dello sviluppo)
  • l’area cognitiva (disturbi psichiatrici e neurologici)
  • l’area emotiva (difficoltà di adattamento, disturbi dell’apprendimento)
  • l’area neuromotoria.

Un altro ambito di applicazione è quello della riabilitazione motoria con l’animale: il cane o il cavallo fungono da importante motivatore della persona rispetto al recupero psicofisico.

Importanti studi scientifici dimostrano che il legame tra madre e figlio e tra uomo e animale è determinato dallo stesso ormone: l'ossitocina. Prodotta naturalmente dall'organismo umano, in particolare durante il parto e l'allattamento, è alla base anche dell'affetto che ci lega ai nostri amici a quattro zampe. Alla base della pet therapy dunque c'è anche un fattore chimico-scientifico, forte come il legame ancestrale che si crea tra un bambino e la sua mamma.


4. Ci sono animali più indicati per un particolare disturbo rispetto ad un altro?

Assolutamente sì! Il gatto, ad esempio, è consigliato alle persone che soffrono di depressione e in generale di disturbi psichiatrici. È un animale dotato di affettività che chiede meno nella relazione con l’uomo, rispetto al cane.

Anche il coniglio richiama l’affettività, in questo caso unita alla tenerezza e all’accudimento, perché è e sarà sempre piccolo e indifeso. Ciò stimola il nostro senso di protezione.

Il cavallo è simbolo di forza ed energia. Per i bambini che devono affrontare una riabilitazione neuromotoria, si rivela utile per recuperare un “io” fragile e sospeso. Ha validi riscontri anche con persone affette da disturbi post-traumatici e da forme di stress psico-emotivo (dovuti ad esempio ad eventi molto traumatici come attentati, terremoti ecc…).

L’asino è più mansueto, gentile e curioso: per questo è molto indicato per i bambini che soffrono di autismo.


5. Bambini e cani: un binomio speciale

Quello tra bambini e cani è un binomio speciale, che sempre più spesso viene utilizzato anche in ambito terapeutico, relazionale, comportamentale, di socializzazione.

Il rapporto bambino-cane è immediato, diretto, parte da uno sguardo e suscita emozioni senza filtri. Bambini e animali costruiscono una relazione che permette al bambino un sentimento di autoregolazione dell'io a livello cognitivo e sociale, sviluppando l'empatia. Lo sa bene chi è cresciuto con un animale domestico: impara meglio rispetto agli altri a capire il linguaggio non verbale, a osservare nei comportamenti la richiesta di un bisogno fisico e psicologico.

Negli interventi assistiti con gli animali, il cane - sempre con l’ausilio di un operatore di pet therapy - diventa un “mediatore emozionale”: aiuta a conoscere l’importanza del linguaggio non verbale, attraverso le carezze e le coccole allontana dai cattivi pensieri, dona stimoli nei sensi e nelle relazioni. È una presenza che distrae, che fa sorridere, rilassare e che stimola a fare movimenti fisici.


6. Esistono razze di cani più adatte alla pet therapy?

Alcune razze di cani hanno una particolare predisposizione per la pet therapy, ma soprattutto incide sulla qualità della terapia il carattere dell’animale, nonché del soggetto con cui deve relazionarsi. Non esiste dunque un cane giusto per ogni reparto o per ogni patologia, ma il cane viene scelto in base al percorso che deve fare in ospedale.

Per esempio, in un reparto oncologico, dove il clima è di paura e il bimbo vive un blocco delle emozioni, è importante attivare una relazione che lavori sugli aspetti depressivi. Il cane ideale, dunque, ha caratteristiche di calma, leggerezza, contenimento, promuove il sorriso e procura emozioni positive e di tranquillità.

In un reparto di rianimazione e di terapia intensiva, invece, dove il bimbo è allettato in mezzo a macchinari e a medici vestiti di bianco, è necessario rompere uno schema di quotidianità sempre uguale. L’animale deve rappresentare una diversità e deve colpire l’attenzione.

A livello di razza, sicuramente i Labrador sono tra i più adatti perché sono cani da riporto e per istinto hanno la generosità e l’entusiasmo nella collaborazione. Ma anche i cani piccoli sono molto utili in determinati ambiti: possono per esempio stare sulle gambe di un paziente durante una visita riducendo il suo stress, oppure salire sui letti di pazienti che sono in convalescenza e non possono alzarsi.


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