1. Che cos’è la processionaria?
2. Il ciclo vitale della processionaria
3. Danni ecologici determinati dalla processionaria
4. Pericoli per gli animali determinati dalla processionaria
5.Pericoli per l’uomo determinati dalla processionaria
6. Come possiamo eliminare le processionarie?
1. Che cos’è la processionaria?
La processionaria (Thaumatopoea) è un animale invertebrato appartenente all’ordine dei Lepidotteri, un vasto gruppo di insetti che comprende oltre 150.000 specie tra cui le farfalle e le falene, e alla famiglia delle Notodontidae. Le specie più comuni in Italia sono la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) e la processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea). Questo particolare nome deriva dal fatto che - durante l’approvvigionamento di cibo - questi insetti si spostano in fila indiana, come se fossero all’interno di una processione.
La processionaria è un insetto estremamente nocivo per le zone boschive perché priva le piante di fogliame, compromettendone la sopravvivenza. Inoltre, allo stadio larvale presenta una peluria che può generare fenomeni urticanti e dermatiti in vari animali che vi entrino in contatto, compreso l’uomo.
2. Il ciclo vitale della processionaria
Durante i mesi estivi le processionarie adulte fuoriescono dal terreno, dove rimangono a svernare nei mesi più freddi fino ad una profondità di 15 cm, e cercano la pianta adatta a deporre le uova. Trovata la pianta intessono il loro nido, che può contenere dalle 100 alle 300 uova. Queste si schiudono dopo 4 settimane dando origine alle larve lunghe 1-3 cm, che rimangono incrisalidate nel nido durante il giorno e fuoriescono la notte per cibarsi. Una volta mature le larve abbandonano definitivamente il nido e marciano in processione lungo il tronco, mentre si cibano del fogliame delle piante, causando danni sempre più ingenti.
Essendo animali estremamente suscettibili alle basse temperature, non si ritrovano nei paesi freddi e durante i mesi autunno-invernali si rifugiano appunto in nidi interrati dove rimangono nello stato di crisalide. Trascorso il periodo invernale riemergono in fase adulta, dopo aver subito una metamorfosi e assunto la forma di una sorta di falena dalla vita piuttosto breve, che darà origine ad un nuovo ciclo vitale cercando la pianta adatta a deporre le uova. In alcuni casi le processionarie rimangono nello stato di crisalide per periodi molto più lunghi, fino a 7 anni.
3. Danni ecologici determinati dalla processionaria
Le larve di processionaria si nutrono delle foglie della pianta su cui sono nate, determinandone durante la primavera il temuto defogliamento, soprattutto del pino silvestre e del pino nigro e occasionalmente anche del cedro e del larice. Tale condizione rappresenta un rischio per la pianta che risulta esposta a infezioni di parassiti e a morte.
I nidi di processionaria sono evidenti a distanza, si ritrovano soprattutto sulle cime degli alberi come formazioni ovalari di colore bianco brillante. In questi casi è fondamentale utilizzare metodi di lotta adeguata con insetticidi diretti sulla larva, in quanto il nido protegge dall’efficacia neutralizzante del prodotto. È sempre importante osservare cautela durante tali procedure, in quanto i peli della larva possono facilmente staccarsi ed essere trasportati dal vento determinando reazioni urticanti anche a distanza.
4. Pericoli per gli animali determinati dalla processionaria
I peli urticanti della processionaria allo stadio larvale sono estremamente pericolosi per gli animali, in quanto vi è un elevato rischio di contatto con le mucose, di ingestione o inalazione. Se in particolare il cane, il gatto e il cavallo entrano in contatto con i peli della processionaria, mordendo o annusando l’insetto, possono essere vittime di gravi reazioni urticanti a occhi, mucose e vie respiratorie. Se questi peli vengono ingeriti, la lingua dell’animale può gonfiarsi e andare incontro a necrosi, con perdita di parte di essa e conseguenze spesso nefaste.
I sintomi del contatto con la processionaria si verificano immediatamente. Il pericolo è soprattutto nei periodi primaverili o estivi e nei luoghi boschivi. Se avviene il contatto è necessario portare immediatamente l’animale dal veterinario e nel frattempo cercare di lavare la zona irritata con acqua e bicarbonato di sodio, indossando precauzioni per il pericolo di reazioni anche nell’uomo. I sintomi più comuni che devono destare allarme sono salivazione abbondante e improvvisa, vomito, edema della zona coinvolta, inappetenza, debolezza e febbre.
5.Pericoli per l’uomo determinati dalla processionaria
Anche l’uomo, a seguito del contatto con la processionaria, può correre una serie di rischi. Ecco cosa può accadere nelle diverse situazioni:
- Contatto cutaneo con i peli: il contatto cutaneo è la condizione più frequente nell’uomo. Essendo il pelo della processionaria estremamente urticante, genera una immediata reazione infiammatoria che determina la comparsa di un eritema papuloso pruriginoso e dolente nella sede esposta, fino alla formazione di bolle e vescicole. In questa situazione, anche per l’uomo come per gli animali è importante lavare immediatamente la zona venuta in contatto con la peluria della processionaria, rimuovere eventuali peli ancora presenti sulla cute e trattenersi dal grattamento che può diffondere ulteriormente la reazione e favorire la sovrinfezione. Si possono utilizzare unguenti vasocostringenti o a base di antistaminici per limitare il prurito, da applicare nella zona coinvolta. Gli antistamici per bocca possono essere utili nei casi di prurito incoercibile, tuttavia sono più indicati in presenza di reazione allergica;
- Ingestione dei peli: in caso di ingestione si realizza una reazione infiammatoria a livello della bocca e del tratto gastrointestinale, determinando un quadro sintomatologico caratterizzato da salivazione intensa, edema della lingua, difficoltà alla deglutizione, dolore addominale, vomito e a volte diarrea emorragica;
- Inalazione dei peli: in caso di inalazione dei peli, si realizza una reazione infiammatoria a livello delle vie respiratorie con rinite acuta, mal di gola e broncospasmo che può determinare grave difficoltà respiratoria;
- Contatto con altre mucose: il contatto con qualsiasi tipo di mucosa determina un’immediata reazione infiammatoria locale. A livello oculare, ad esempio, si può determinare congiuntivite o infiammazione del bulbo oculare fino alla cecità;
- Reazioni allergiche: nei soggetti atopici si possono determinare reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, che si caratterizza per ipotensione grave, rash eritematoso e pruriginoso, edema della glottide con difficoltà respiratoria e perdita di coscienza. In questo caso l’allerta deve essere massima, perché il paziente è a rischio di morte in caso di mancato intervento adeguato.
Nonostante il rischio di reazioni gravi sia un evento raro, qualsiasi tipo di contatto sia avvenuto è necessario recarsi subito dal medico o al pronto soccorso, evitando l’auto-trattamento.
6. Come possiamo eliminare le processionarie?
I principali metodi di eliminazione della processionaria sono:
- Lotta meccanica: rimozione ed eliminazione dei nidi, che si può realizzare dopo essersi muniti di appositi dispositivi di sicurezza, nei mesi invernali. In alternativa nei mesi estivi si può utilizzare la trappola meccanica, una trappola ad imbuto contenente colla da posizionare nella parte bassa del tronco: essa permette l’entrata delle larve e il loro imprigionamento all’interno. In alternativa è possibile utilizzare la trappola a ferormoni: quest’ultimi confondono i maschi durante la ricerca delle femmine, impendendone la fecondazione;
- Lotta microbiologica: utilizzo di insetticidi a base di Bacillus thuringiensis kurstaki, un batterio che infetta la larva e ne danneggia il sistema nervoso.