Medicina

ARTROSI: COME SI PUO’ PREVENIRE E COME SI CURA

Giorgio Sciarra

26/04/2023

1. Che cos’è l’artrosi?
2. Quali sono i fattori di rischio dell’artrosi?
3. Come si manifesta l’artrosi?
4. Come si effettua la diagnosi di artrosi?
5. Come si previene l’artrosi?
6. Come si cura l’artrosi?


1. Che cos’è l’artrosi?

L'artrosi è il disturbo articolare cronico più comune. Provoca dolori articolari, rigidità, deformità e perdita di funzione articolare, che alla fine portano a disabilità cronica. Le articolazioni più frequentemente interessate sono le ginocchia, le anche e le articolazioni delle mani.

Sebbene colpisca principalmente gli anziani, non deve essere considerata una semplice conseguenza dell'invecchiamento. E’ una vera e propria patologia: per affrontarla sono necessarie una diagnosi precoce e la consapevolezza dei fattori di rischio che possono influenzarne l’insorgenza.


2. Quali sono i fattori di rischio dell’artrosi?

L’artrosi presenta numerosi fattori rischio. Tra i principali abbiamo:

  • Obesità: è associata allo sviluppo dell’artrosi sia delle articolazioni portanti (ginocchia e anche) che di quelle non portanti (mani). Quest’associazione è dovuta a diverse ragioni. Anzitutto, l'obesità aumenta lo stress meccanico sulle articolazioni portanti. Inoltre i pazienti obesi hanno una massa ossea maggiore, che può aumentare la rigidità dell'osso subcondrale e facilitare la disgregazione della cartilagine. Infine, il tessuto adiposo esprime diverse proteine che sono coinvolte nello sviluppo dell’artrosi, come le citochine o le adipochine, spiegando il presunto effetto dell'obesità sulle articolazioni non portanti
  • Alimentazione: alcuni studi hanno dimostrato che diete ricche di antiossidanti, carotenoidi e vitamina C sono associate ad una minore progressione o ad una minore incidenza dell’artrosi
  • Età: è il più grande fattore di rischio riconosciuto, dato che l'incidenza dell’artrosi radiografica e sintomatica aumenta notevolmente con l'età
  • Sesso: le donne presentano un rischio maggiore rispetto agli uomini di sviluppare artrosi della mano, del ginocchio e generalizzata. Invece, la frequenza dell’artrosi dell'anca è la stessa nelle donne e negli uomini (ma la malattia sembra progredire più rapidamente nelle donne)
  • Deformità articolari e iperlassità: causando un’alterazione della distribuzione del carico all'interno dell'articolazione, deformità articolari congenite (come la displasia acetabolare) e l’iperlassità legamentosa possono essere considerate come cause di artrosi secondaria
  • Traumi articolari acuti: poiché le cellule della cartilagine hanno un potere rigenerativo estremamente limitato, le fratture degli arti sono potenziali cause secondarie di artrosi
  • Fattori genetici e epigenetici


3. Come si manifesta l’artrosi?

L'artrosi si manifesta con una serie di sintomi, che possono variare in base all'articolazione interessata e al grado di progressione della malattia. I sintomi più comuni dell'artrosi sono:

  • Dolore articolare: solitamente è il primo sintomo che compare e spesso rappresenta il motivo per cui si accede ad una visita medica. Nelle fasi precoci della malattia presenta le caratteristiche del dolore meccanico, ovvero insorge con l’utilizzo dell’articolazione e migliora con il riposo, ma nelle fasi medio-avanzate può presentare caratteristiche infiammatorie e insorgere a riposo
  • Rigidità articolare: la rigidità può essere più evidente al mattino o dopo un periodo di inattività. Dura solitamente meno di 15 minuti
  • Tumefazione articolare: l'articolazione interessata può apparire gonfia e dolente
  • Scrosci articolari: durante il movimento dell'articolazione interessata, può essere avvertito un suono di scrocchio o crepitio
  • Limitazione del movimento: l'articolazione interessata può essere limitata nel movimento, soprattutto durante attività specifiche come camminare, salire le scale, piegarsi o sollevare oggetti
  • Comparsa di noduli: nell’artrosi della mano possono comparire dei noduli tipici della malattia, denominati noduli di Heberden e di Bouchard, che interessano rispettivamente l’articolazione interfalangea distale e prossimale.


4. Come si effettua la diagnosi di artrosi?

La diagnosi dell'artrosi è principalmente clinica e si basa sull'esame obiettivo, mirato ad individuare i segni e i sintomi della malattia precedentemente descritti, e sull'anamnesi per indagare i fattori di rischio.

Ad oggi non esiste un esame di laboratorio in grado di definire la diagnosi di artrosi, ma alcuni esami quali il dosaggio degli indici di infiammazione, come la VES e la PCR, e di alcuni anticorpi, possono aiutare a distinguere l’artrosi da altre patologie articolari croniche come le artriti infiammatorie.

Sebbene non sempre indispensabili, diverse tecniche di imaging posso aiutare il medico a inquadrare meglio la patologia ed escludere altre cause di artralgie. Tra le più utilizzate:

  • Radiografia: i segni radiografici più comuni dell’artrosi includono il restringimento dello spazio articolare, la sclerosi dell’osso subcondrale, la formazione di osteofiti (piccole escrescenza patologiche del tessuto osseo a forma di becco) e di geodi (formazioni cavitarie pseudocistiche a contenuto fibromixoide). Tuttavia, in molti soggetti con evidenza radiografica l’artrosi rimane asintomatica e, al contrario, le articolazioni di molti pazienti con sintomi gravi possono comparire solo lievemente alterate alle radiografie
  • Ecografia: è utile per valutare la presenza di versamenti articolari, compresi versamenti minimi non rilevabili all'esame obiettivo, di alterazioni della cartilagine, di sinovite e di osteofiti. Inoltre rappresenta un ottimo strumento per valutare l’eventuale presenza di cisti di Baker (cisti localizzate a livello del cavo popliteo in comunicazione con la cavità articolare, che si riempiono di liquido sinoviale)
  • Risonanza magnetica: raramente viene richiesta, ma può essere molto utile per escludere l'osteonecrosi tumorale o avascolare. Inoltre può essere utile in quanto i cambiamenti nello spessore della cartilagine possono essere rilevati molto più precocemente dalla risonanza magnetica, rispetto alla radiografia tradizionale.


5. Come si previene l’artrosi?

Esistono una serie di accortezze che possono essere utili per prevenire l’artrosi, o quantomeno per ritardarne l’insorgenza e la progressione. Ecco le principali:

  • Mantenere un peso corporeo adeguato: come abbiamo visto l’obesità è uno dei fattori di rischio modificabili, per cui mantenere un peso corporeo ottimale può aiutare a prevenire l’artrosi
  • Mantenere uno stile di vita attivo: l'esercizio fisico regolare può aiutare a mantenere le articolazioni in salute, preservare la forza muscolare e prevenire la perdita di flessibilità e mobilità
  • Mantenere una postura corretta: una postura scorretta può mettere una pressione aggiuntiva sulle articolazioni e causare dolori e tensioni muscolari. È importante mantenere una buona postura, specialmente quando si sta seduti per lungo tempo
  • Tenere un’alimentazione sana: seguire una dieta equilibrata e ricca di nutrienti può aiutare a prevenire l'artrosi. In particolare, è consigliabile consumare alimenti ricchi di vitamina C e D, calcio e omega-3, che possono aiutare a mantenere le articolazioni in salute.


6. Come si cura l’artrosi?

Attualmente non esiste una cura definitiva per l'artrosi, ma esistono diversi trattamenti che possono alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita dei soggetti affetti. I principali trattamenti per l'artrosi sono:

  • Farmaci analgesici: i farmaci analgesici, come il paracetamolo, possono essere utilizzati per ridurre il dolore articolare. Tuttavia, questi farmaci non agiscono sulla causa dell'artrosi
  • Farmaci antinfiammatori: gli antinfiammatori non steroidei (FANS), come il diclofenac, l’ibuprofene o il ketoprofene, possono essere utilizzati per ridurre il dolore e l'infiammazione articolare. Esistono diverse formulazioni di FANS, topici come gel da applicare sull’articolazione interessata, o sistemici, sotto forma di compresse o bustine. Le formulazioni topiche sono gravate da minori effetti avversi, quindi sono da preferire soprattutto nei casi sintomatologia blanda e nei soggetti anziani. Le formulazioni sistemiche invece possono causare diversi effetti collaterali come problemi gastrointestinali, alterazioni della funzionalità renale e aumento del rischio di eventi cardiovascolari: è opportuno utilizzarle nella minor dose possibile e per il più breve tempo possibile
  • Integratori: alcuni integratori alimentari, come la glucosamina e il condroitin solfato, possono essere utilizzati per ridurre il dolore e l'infiammazione articolare. Tuttavia, l'efficacia di questi integratori non è ancora completamente dimostrata
  • Infiltrazioni articolari: possono prevedere l’infiltrazione di glucocorticoidi o acido ialuronico. Questa opzione terapeutica viene spesso presa in considerazione quando l’articolazione interessata è singola. I glucocorticoidi sono dei potenti antiinfiammatori e vengono infiltrati quando l’articolazione presenza segni di infiammazione. L’acido ialuronico invece è una sostanza presente naturalmente nella cartilagine articolare, che favorisce lo scorrimento dei capi articolari: nelle articolazioni affette da artrosi la quantità di acido ialuronico solitamente è inferiore alle articolazioni sane, di conseguenza può essere valutata la cosiddetta viscosupplementazione.
  • Fisioterapia: può essere utilizzata per migliorare la mobilità articolare, ottimizzare la distribuzione dei carichi e migliorare la forza muscolare per ridurre il carico sulle articolazioni. La terapia fisica può includere esercizi di stretching, esercizi di forza, massaggi e terapie termiche (come la crioterapia o la termoterapia)
  • Chirurgia: in alcuni casi la chirurgia può essere necessaria per trattare l'artrosi avanzata, non responsiva a terapia medica e fisica. La chirurgia può includere la sostituzione dell'articolazione con materiale protesico (ad esempio, la sostituzione del ginocchio o dell'anca), la rimozione di parti ossificate (osteofiti) o la correzione di anomalie articolari.

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