Medicina

PROSTATA INGRANDITA: CAMPANELLI D'ALLARME E TRATTAMENTO

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mitto
Giorgio Sciarra

30/06/2023

1. Che cos’è la prostata?
2. Che cos’è l’iperplasia prostatica benigna?
3. Quali sono i campanelli di allarme dell’iperplasia prostatica benigna?
4. Quali esami sono utili in caso di iperplasia prostatica benigna?
5. Come si tratta l’iperplasia prostatica benigna?
6. Quando sospettare un cancro della prostata e come distinguerlo dall’iperplasia prostatica benigna?


1. Che cos’è la prostata?

La prostata è una ghiandola presente solo negli uomini, che fa parte del sistema riproduttivo maschile. Si trova sotto la vescica e circonda una porzione dell'uretra, detta appunto uretra prostatica.

La prostata ha dimensioni simili a quelle di una castagna e la sua funzione principale è quella di produrre e secernere un fluido, chiamato secrezione prostatica, che nutre e protegge gli spermatozoi e che costituisce parte del liquido seminale.

La prostata può essere divisa in diverse zone o regioni anatomiche:

  • Zona transizionale: è la regione che circonda l'uretra prostatica e si estende sopra la zona centrale. Questa zona è quella solitamente responsabile dell'ingrossamento benigno della prostata, noto come iperplasia prostatica benigna
  • Zona centrale: è la regione più interna della prostata e costituisce circa il 25% della sua massa. Si trova vicino al collo della vescica e anche questa zona può essere coinvolta nello sviluppo dell’iperplasia prostatica benigna
  • Zona periferica: è la regione più esterna della prostata e costituisce circa il 70-80% della sua massa. Questa zona è spesso coinvolta nel cancro della prostata
  • Zona fibromuscolare anteriore: questa piccola regione si trova nella parte anteriore della prostata e può essere coinvolta in alcuni disturbi prostatici.


2. Che cos’è l’iperplasia prostatica benigna?

L’iperplasia prostatica benigna (IPB), nota anche come adenoma prostatico, è una condizione piuttosto comune caratterizzata dall'ingrandimento non canceroso della prostata.

L'IPB si sviluppa quando le cellule della prostata iniziano a moltiplicarsi in modo eccessivo, causando un aumento delle dimensioni della ghiandola. Questo processo è chiamato iperplasia, ovvero proliferazione eccessiva delle cellule, e rappresenta la principale causa di prostata ingrandita.

Le cause esatte dell'IPB non sono completamente comprese, ma sono considerate una combinazione di fattori ormonali e di invecchiamento. Le principali cause e fattori di rischio associati all'ingrandimento della prostata includono:

  • Genetica: ci sono evidenze che suggeriscono una predisposizione genetica nell'insorgenza dell'IPB. Gli uomini con parenti di primo grado affetti da IPB hanno un rischio leggermente maggiore di svilupparla
  • Età: l'IPB è più comune negli uomini più anziani. L'incidenza di questa condizione aumenta significativamente dopo i 40-50 anni
  • Cambiamenti ormonali: l'equilibrio degli ormoni sessuali maschili, in particolare il testosterone e il diidrotestosterone (DHT), sembra svolgere un ruolo nella crescita della prostata. L'accumulo di DHT nella prostata può stimolare la crescita delle cellule prostatiche
  • Infiammazione prostatica: l'infiammazione cronica della prostata, nota come prostatite cronica, può essere associata all'IPB. Tuttavia, la natura esatta della relazione tra infiammazione prostatica e ingrossamento della prostata non è ancora del tutto chiara.


3. Quali sono i campanelli di allarme dell’iperplasia prostatica benigna?

Nell'IPB la crescita anomala delle cellule prostatiche si verifica principalmente nella zona transizionale della prostata, che circonda l'uretra prostatica: essa può causare compressione dell'uretra e ostacolare il flusso di urina dalla vescica attraverso l’uretra stessa. Di conseguenza, possono insorgere vari sintomi urinari. I principali sono:

  • Esitazione minzionale: difficoltà o ritardo nell'iniziare la minzione
  • Mitto ipovalido: flusso urinario debole
  • Mitto intermittente: flusso urinario frammentato durante una singola minzione
  • Tenesmo vescicale: sensazione dolorosa di urgente bisogno di minzione, che si associa a ridotta emissione di urina con percezione di incompleto svuotamento della vescica
  • Pollachiuria: aumento della frequenza degli atti minzionali. Nell’iperplasia prostatica benigna è caratteristica la pollachiuria notturna: chi ne è affetto è costretto a svegliarsi diverse volte la notte per urinare
  • Urgenza minzionale: forte e improvvisa sensazione di dover urinare immediatamente, che può essere talmente intensa da risultare difficile trattenere l'urina fino a raggiungere un bagno
  • Ritenzione acuta di urine: nel caso in cui la prostata ostruisca completamente il flusso di urine attraverso l’uretra prostatica si ha un blocco nello svuotamento della vescica con una ritenzione acuta di urine, anuria (blocco della minzione) e formazione di un globo vescicale (distensione anomale della vescica).

Nonostante l'IPB non sia una condizione maligna, può influire negativamente sulla qualità della vita degli uomini che ne sono affetti a causa dei sintomi urinari descritti. In aggiunta, è importante sottolineare che l'IPB non aumenta il rischio di sviluppare il cancro alla prostata, anche se entrambe le condizioni possono coesistere negli stessi individui.


4. Quali esami sono utili in caso di iperplasia prostatica benigna?

Nel momento in cui si sviluppa almeno uno dei sintomi descritti precedentemente è opportuno recarsi dal proprio medico curante, che deciderà se e quali esami specifici effettuare.

I principali esami utili nella diagnosi dell’IPB sono:

  • Esplorazione rettale: è il primo esame da svolgere nel caso di sospetta IPB. È una procedura in cui un medico inserisce un dito guantato e lubrificato nel retto del soggetto per valutare la dimensione, la forma e la consistenza della prostata. Nei casi di IPB la prostata risulterà liscia, di dimensioni aumentate e di consistenza tesa, mentre nei casi di tumore prostatico, può apprezzarsi un nodulo di consistenza lignea
  • Dosaggio del PSA: l'antigene prostatico specifico (PSA, dall'inglese Prostate-Specific Antigen) è una proteina prodotta principalmente dalla prostata. Viene rilasciata nelle vie seminali e svolge un ruolo importante nel liquido seminale, aiutando a mantenere la sua fluidità. Tuttavia, una piccola quantità di PSA può anche entrare nel flusso sanguigno: l'analisi del PSA nel sangue viene comunemente utilizzata come un test di screening per il cancro alla prostata e come strumento di monitoraggio per valutare la progressione della malattia o l'efficacia del trattamento. Livelli elevati di PSA sono però aspecifici e possono indicare, oltre alla presenza di cancro alla prostata, la presenza di IPB o di una prostatite
  • Ecografia prostatica transrettale e sovrapubica: sono entrambi esami utili in caso di sospetta IPB. Mentre l’ecografia transrettale permette di stimare le dimensione della prostata e il suo volume, l’ecografia sovrapubica ci permette di valutare il suo impatto a livello della vescica e di quantificare l’eventuale presenza di residuo post-minzionale, ovvero la quantità di urine che ristagna all’interno della vescica dopo aver urinato, a causa di un mancato svuotamento
  • Uroflussimetria: è un esame urodinamico non invasivo che misura il flusso urinario durante la minzione. Serve a valutare quanto il flusso urinario sia compromesso dall’eventuale ostruzione delle vie urinarie.


5. Come si tratta l’iperplasia prostatica benigna?

Il trattamento dell'IPB dipende dalla gravità dei sintomi, dall'età del paziente, dalle condizioni di salute generali e dalle preferenze individuali.

Ci sono diverse opzioni di trattamento disponibili, tra cui:

  • Monitoraggio: se i sintomi dell'IPB sono lievi o non influiscono significativamente sulla qualità di vita del paziente, il medico può raccomandare un monitoraggio periodico senza alcun trattamento specifico
  • Trattamento farmacologico: ci sono diversi tipi di farmaci che possono essere utilizzati per trattare l'IPB. I principali sono gli alfabloccanti, che agiscono rilassando i muscoli della prostata e del collo vescicale migliorando il flusso urinario, e gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, che riducono le dimensioni della prostata e possono migliorare i sintomi nel corso del tempo
  • Procedure minimamente invasive: queste includono la vaporizzazione o l'enucleazione laser della prostata e l'ablazione con radiofrequenza
  • Trattamento chirurgico: la chirurgia può essere considerata nei casi in cui gli altri trattamenti non hanno avuto successo o quando l'IPB è grave. La procedura chirurgica più comune per l'IPB è la resezione transuretrale della prostata (RTUP o TURP), in cui parte del tessuto prostatico in eccesso viene rimossa attraverso l'uretra.


6. Quando sospettare un cancro della prostata e come distinguerlo dall’iperplasia prostatica benigna?

Sebbene l’IPB sia di gran lunga la causa più frequente di prostata ingrandita, non bisogna dimenticare che anche il cancro della prostata può portare a questa condizione.

A differenza dell’IPB, il cancro della prostata origina solitamente dalla zona periferica, relativamente lontano quindi dall’uretra, motivo per il quale nella fase iniziale può decorrere in maniera totalmente asintomatica. Nelle fasi avanzate la sintomatologia può essere del tutto sovrapponibile a quella dell’IPB e le due condizioni possono coesistere.

Un dosaggio annuale del PSA è consigliato a tutti gli uomini sopra i 45-50 anni, proprio a causa del fatto che nelle fasi iniziali il cancro rimane silente: valori molto elevati di PSA, specie se in assenza di disturbi urinari, sono suggestivi di cancro della prostata richiedendo maggiori approfondimenti.

Come già detto, una consistenza lignea della prostata apprezzata all’esplorazione rettale è un altro campanello d’allarme per la presenza di un tumore, per cui anche sottoporsi annualmente a questa procedura può aiutare nella diagnosi precoce di questo tumore.

Nei casi di sospetto cancro prostatico bisogna ricorrere ad esami più approfonditi, in particolare:

  • Risonanza magnetica: permette di valutare meglio eventuali lesioni presenti nella prostata e studiare i rapporti con le strutture circostanti. Inoltre può essere molto utile nel guidare una futura biopsia prostatica
  • Biopsia prostatica: l’esame istologico del prelievo bioptico è l’unico esame in grado di definire una diagnosi certa di carcinoma prostatico. In passato si eseguivano 12 prelievi bioptici, ma con l’evoluzione della risonanza magnetica multiparametrica il numero di prelievi necessari è sceso sensibilmente.


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