Salute in Rete

NUOVE PROSPETTIVE NELLA LOTTA ALL’HIV, IL VIRUS CHE FA PAURA

Trapianto
HIV
AIDS
Cellule
Martina Amenta

06/04/2023

1. HIV: un nuovo caso di guarigione nel mondo
2. Che cos’è l’HIV?
3. Perché il paziente di Düsseldorf è guarito?
4. I farmaci antiretrovirali restano la vera arma per affrontare l’HIV?
5. HIV, nuovi regimi terapeutici semestrali


1. HIV: un nuovo caso di guarigione nel mondo

Negli ultimi giorni in rete si sta discutendo molto del tema HIV. Guarire da un’infezione da HIV è un evento estremamente raro, ma è stato appena accertato in Germania un nuovo caso di guarigione.

Un uomo di 53 anni, soprannominato “il paziente di Düsseldorf”, sieropositivo ed affetto da leucemia mieloide acuta, è guarito dopo un trapianto di cellule staminali del midollo osseo. Il suo caso è stato documentato da uno studio pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Medicine.


2. Che cos’è l’HIV?

Nel mondo convivono con l’HIV quasi 40 milioni di persone. E nonostante i passi in avanti della ricerca, non esiste ancor oggi un vaccino che possa definitivamente prevenire l’infezione.

Realizzare un vaccino efficace, infatti, è ritenuto molto difficile: il virus dell’HIV è estremamente mutevole, così come la proteina grazie alla quale il virus entra nella cellula dell’ospite. Per questo motivo, stimolare la produzione di anticorpi stabili in grado di bloccarla è assai complicato.

Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) è un virus che attacca il sistema immunitario, in particolare un tipo di globuli bianchi, i linfociti T CD4+, che giocano un ruolo importante nei meccanismi di difesa dell'organismo dalle infezioni. Una volta avvenuto il contagio, le difese immunitarie si indeboliscono progressivamente e l'organismo diventa suscettibile ad infezioni causate da altri virus, batteri o funghi.

Il virus HIV compare sulla scena mondiale nel 1981 a causa della morte di diversi giovani omosessuali maschi americani, colpiti da una misteriosa polmonite associata ad una gravissima forma di immunodeficienza. Solo nel 1983 il virus viene fotografato per la prima volta. Nel 1984 si dimostra che questo virus è la causa della nuova malattia definita AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Nel frattempo, l’infezione e la malattia non erano segnalate più solo tra omosessuali, ma anche tra eterosessuali, emofilici e bambini nati da madri sieropositive.

Nel momento in cui veniva scoperto, l’HIV appariva un virus nuovo per la medicina in quanto “retrovirus”: un virus a RNA capace di generare una copia del proprio genoma come DNA e di inserirla nel DNA delle cellule immunitarie che infetta. Ne consegue che, sebbene molte cellule immunitarie muoiano a causa dell’infezione, rimangono nel corpo umano le cosiddette “cellule memoria” che stabiliscono un’infezione permanente nelle persone infettate.

Se non trattata l’infezione causa la morte nel 95% delle persone, mediamente in 8-10 anni.

Tuttavia, dal 1996 abbiamo a disposizione potentissimi farmaci antiretrovirali che - assunti in combinazione - bloccano la replicazione virale e fermano la malattia, garantendo un’ottima ricostituzione del sistema immunitario. Oggi la terapia è ridotta ad 1-2 pillole al giorno. E la speranza di vita di una persona infettata in terapia è quasi uguale a quella di una persona non infettata della stessa età e dello stesso sesso.

Ma la terapia va seguita per il resto della propria vita dalla persona infettata, perché la sua interruzione risveglia le “cellule memoria” infettate. E la malattia riprende.


3. Perché il paziente di Düsseldorf è guarito?

Nel caso del “paziente di Dusseldorf” si è ripetuto un protocollo che aveva già avuto successo in due casi precedenti, i cosiddetti “Paziente di Berlino” (il primo assoluto, nel 2009) e il “Paziente di Londra”. Tutti questi pazienti avevano necessità di ricevere un trapianto di cellule staminali del midollo osseo in grado di ricostituire il sistema immunitario, dopo aver abbattuto il tumore con protocolli di chemioterapia e di radioterapia (nel caso del “Paziente di Berlino”).

La novità è costituita dall’utilizzo di cellule staminali provenienti da un donatore non solo compatibile da un punto di vista immunologico (altrimenti le cellule sarebbero rigettate), ma portatore di una mutazione genetica naturale che impedisce la presenza sulla superficie delle cellule immunitarie del secondo recettore d’ingresso del virus HIV, la molecola nota come CCR5.


4. I farmaci antiretrovirali restano la vera arma per affrontare l’HIV?

I farmaci antiretrovirali, somministrati come cocktail in 1-2 pillole al giorno, sono la priorità assoluta per tutti coloro che sono infettati da HIV.

Al riguardo, è importante raccomandare a tutti coloro che hanno rapporti sessuali non protetti con partner occasionali di fare il test, anche anonimamente: prima è possibile iniziare la terapia, migliore sarà la risposta nel tempo.


5. HIV, nuovi regimi terapeutici semestrali

La ricerca sta esplorando nuove frontiere nella lotta all’HIV. Oggetto di particolare attenzione sono i farmaci cosiddetti “long acting”: si tratta di farmaci antiretrovirali che possono essere somministrati per iniezione intramuscolo ogni 6 mesi.

Una combinazione recentemente discussa prevede la somministrazione di Lenacapavir, un farmaco antiretrovirale di lunga durata, con anticorpi anti-HIV particolarmente efficaci nel tempo.

Si è ottenuta una buona risposta nel 90% dei pazienti, senza particolari effetti collaterali.


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