Alimentazione

LA CARNITINA E I SUOI BENEFICI: PUO’ AIUTARE A PERDERE PESO?

Metabolismo
Obesità
Dimagrimento
Peso
Carnitina
Giorgio Sciarra

18/04/2023

1. Che cos'è la L-carnitina?
2. La produzione endogena di L-carnitina
3. Fonti alimentari e assunzione di L-carnitina
4. Il ruolo della L-carnitina nella riduzione del peso
5. La carenza di L-carnitina e i benefici della sua assunzione mediante integratori


1. Che cos'è la L-carnitina?

La carnitina, estratta per la prima volta dal muscolo nel 1905 e chiamata così dal latino carnis (carne), è un derivato amminoacidico sintetizzato in quasi tutte le specie animali.

Quando ci si riferisce alla carnitina, è importante ricordare che si tratta della L-carnitina, la forma fondamentale nella produzione di energia cellulare. Tuttavia essa può presentarsi anche come D-carnitina, che non solo è inattiva in quanto non guida il metabolismo ma ha anche una notevole influenza tossica su diversi processi biochimici.

La L-carnitina è un nutriente essenziale nel metabolismo dei grassi: trasporta gli acidi grassi a catena lunga dal citoplasma fino ai mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, rendendoli disponibili alla metabolizzazione al fine di produrre energia.

Il fabbisogno giornaliero di L-carnitina ammonta a circa 15 mg. In condizioni normali, gli esseri umani sani possono produrre quantità sufficienti di L-carnitina. Tuttavia, sono state riportate concentrazioni ridotte di L-carnitina in soggetti con funzionalità epatica o renale compromessa.


2. La produzione endogena di L-carnitina

In circostanze normali, il corpo umano adulto (~ 70 kg) può sintetizzare da 11 a 34 mg di L-carnitina al giorno. La L-carnitina è prodotta a partire dagli amminoacidi lisina e metionina, che combinati formano un precursore chiamato trimetillisina. La maggior parte delle riserve di questo precursore si trovano nelle proteine del muscolo scheletrico: di conseguenza, il rimodellamento proteico del muscolo (che avviene soprattutto durante l’esercizio fisico) è considerato fondamentale per la produzione della carnitina.

Gli enzimi necessari alla trasformazione della trimetillisina a L-carnitina si trovano soltanto nel fegato, nei reni e nel cervello: la conversione finale della trimetillisina in L-carnitina può essere effettuata esclusivamente in questi organi nell'uomo. Da qui la L-carnitina viene trasportata nel sangue a tutto l’organismo ed entra nelle cellule, dove determina la metabolizzazione degli acidi grassi a catena lunga.


3. Fonti alimentari e assunzione di L-carnitina

La quantità di carnitina prodotta all’interno del corpo umano può essere insufficiente a garantire il corretto metabolismo, soprattutto se si tratta di soggetti sottoposti ad intenso stress e sforzo fisico.

La L-carnitina è presente in diversi alimenti, che possono rappresentare un'integrazione utile alla produzione endogena da parte dell’organismo. La fonte primaria di L-carnitina è la carne rossa, in particolare agnello e manzo, mentre un contenuto di carnitina inferiore si trova nel pesce, nel maiale e nel pollame, nonché nei prodotti lattiero-caseari come latte intero o fiocchi di latte. La ritroviamo anche nel pane bianco e integrale e nel riso.

I prodotti di origine vegetale, invece, non rappresentano buone fonti di carnitina: nella frutta e nella verdura la L-carnitina si trova solo in piccole tracce o non si trova affatto. Soltanto avocado e asparagi contengono notevoli quantità di carnitina. E’ probabile dunque che nei soggetti vegetariani sia necessaria un’integrazione della carnitina.

Mentre la disponibilità di L-carnitina nella dieta alimentare è piuttosto alta, come abbiamo visto, l'assorbimento dagli integratori alimentari di L-carnitina è notevolmente inferiore: varia infatti dal 14-18% della dose totale.


4. Il ruolo della L-carnitina nella riduzione del peso

Il sovrappeso e l'obesità sono considerati le principali preoccupazioni per la salute in tutto il mondo, soprattutto perché svolgono un ruolo importante nella progressione di diverse malattie tra cui il diabete, le malattie cardiovascolari e il cancro. Un recente rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato che oltre 1,9 miliardi di adulti sono attualmente in sovrappeso.

Alcuni integratori sono ampiamente usati per trattare l'obesità. Tra questi integratori vi è anche la L-carnitina, che si è dimostrata in grado di ridurre significativamente il peso corporeo. Molteplici meccanismi possono spiegare l'effetto benefico della L-carnitina sul peso e sulla composizione corporea:

  • in primo luogo, la L-carnitina co-adiuva alcuni enzimi che partecipano all'omeostasi energetica e al metabolismo dei grassi
  • in secondo luogo, è stato osservato che la L-carnitina induce l'espressione di alcuni geni coinvolti nella differenziazione degli adipociti, rendendoli più attivi e sensibili all’effetto di insulina.


5. La carenza di L-carnitina e i benefici della sua assunzione mediante integratori

La carenza di L- carnitina è classificata come primaria o secondaria:

  • Il deficit primario è generato da una malattia genetica, causata da un difetto di trasporto della L-carnitina, che si manifesta precocemente con ipoglicemia a causa dell'esaurimento delle riserve di glucosio per l’impossibilità di metabolizzare gli acidi grassi, e più tardivamente con miopatia o cardiomiopatia. I sintomi di carenza di carnitina comprendono iperammoniemia, ipochetonemia, coma, convulsioni e ritardo dello sviluppo.
    La carenza primaria di L-carnitina è stata distinta in due tipi principali: la carenza sistemica e quella muscolare. Il segno distintivo della carenza sistemica è la bassa concentrazione di carnitina nel plasma, con accumulo di depositi lipidici e perdita renale di carnitina. Questa specifica malattia è caratterizzata da cardiomiopatia progressiva e disfunzione del muscolo scheletrico. La carenza muscolare invece è caratterizzata da debolezza muscolare da lieve a grave e da accumulo di lipidi nei muscoli.
  • Le cause secondarie della carenza di L-carnitina possono essere costituite da carenza di L-carnitina nella dieta (nei soggetti vegetariani o vegani soprattutto), da terapia dialitica, diabete, alcolismo e assorbimento inadeguato dal tratto gastrointestinale.

Le conseguenze della carenza di carnitina comprendono prevalentemente disturbi cardiovascolari come insufficienza cardiaca congestizia cronica, ischemia miocardica acuta, malattie dei vasi sanguigni periferici e cardiomiopatia ipertrofica. Gli studi clinici, infatti, suggeriscono che la somministrazione precoce e a lungo termine di L-carnitina attenui la progressiva dilatazione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto.

Inoltre la carenza di L-carnitina sembra associata alla rapidità dell’invecchiamento, che infatti è accompagnato da una progressiva riduzione della concentrazione della carnitina nel sangue. Ciò determina l’alterazione nel metabolismo e la riduzione di attività antiossidante. In particolare, il sistema nervoso centrale è altamente suscettibile all'attacco dei radicali liberi associato all’invecchiamento: l’integrazione di carnitina infatti sembra migliorare il declino associato all'età dell'apprendimento e della memoria.

Un altro tessuto colpito dalla riduzione della carnitina è la massa ossea, che richiede continue funzioni ricostruttive e metaboliche degli osteoblasti per il suo mantenimento. È stato riscontrato che la somministrazione di una miscela di carnitina è in grado di aumentare le concentrazioni sieriche di osteocalcina, prevenendo così l’osteoporosi.

Infine la carenza di carnitina sembra associata anche ad un aumentato rischio di infertilità maschile, dovuta ancora una volta ad una sovrapproduzione di specie reattive dell'ossigeno nell’epididimo, nella prostata e nelle vescicole seminali. Sulla base di alcuni studi, pertanto, la terapia con L-carnitina è risultata efficace nell'aumentare la qualità dello sperma e migliorare la motilità e la vitalità degli spermatozoi.

In conclusione, le condizioni che sembrano beneficiare dell'assunzione della L-carnitina mediante integratori includono anoressia, stanchezza cronica, malattia vascolare coronarica, alterazioni del metabolismo glucidico, infertilità maschile, insufficienza renale cronica in trattamento emodialitico, miopatie muscolari e obesità.

Inoltre l'integrazione orale di L-carnitina (1 g di L-carnitina al giorno per 10 giorni) determina benefici nel miglioramento delle performances degli atleti negli sport di resistenza fisica. Anche se la L-carnitina non sembra causare effetti collaterali significativi, alte dosi (5 o più grammi al giorno) possono determinare diarrea.

È bene ricordare che, in ogni caso, qualunque integrazione dovrebbe essere fatta sempre dopo aver consultato il proprio medico.


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