1. L’alto valore nutritivo delle fragole
2. Fragole e prevenzione dell’infiammazione
3. Il ruolo delle fragole nella prevenzione di malattie cardiovascolari
4. Fragole e sindrome metabolica
5. L’uso di fragole può prevenire alcune forme di tumore?
6. Fragole e malattie neurologiche
1. L’alto valore nutritivo delle fragole
Le fragole hanno notevoli effetti benefici sulla nostra salute grazie ai loro composti altamente nutritivi. Possono essere comunemente consumate fresche e congelate, ma anche come prodotti trasformati e derivati tra cui yogurt, bevande, marmellate e gelatine. Recentemente, gli estratti di fragola sono stati utilizzati anche come ingredienti in alimenti funzionali e integratori dietetici.
Per quanto riguarda la loro composizione nutrizionale, le fragole contengono numerose vitamine liposolubili: carotenoidi, vitamina A, vitamina E, vitamina K. Uno degli aspetti di maggiore rilevanza nutrizionale è il loro alto contenuto di vitamina C (circa 60 mg per 100 g). In misura minore, rappresentano una fonte sufficientemente buona di tiamina, riboflavina, niacina e vitamina B6.
Un'altra caratteristica nutrizionale significativa è la concentrazione di folato (24 μg per 100 g): tra i frutti, le fragole sono una delle fonti naturali più ricche di questo micronutriente indispensabile per la prevenzione delle malattie. Le fragole sono anche una notevole fonte di manganese e una buona fonte di iodio, magnesio, rame, ferro e fosforo.
Oltre ai nutrienti tradizionali, le fragole sono tra le fonti alimentari più ricche di sostanze fitochimiche, rappresentate principalmente da composti fenolici, un gruppo ampio ed eterogeneo di sostanze biologicamente attive. La fragola è considerata infatti la “regina dei flavonoidi”: i fenoli delle fragole, capeggiati in particolare dai flavonoidi, sono conosciuti per la loro azione antiossidante e antinfiammatoria e possiedono anche effetti antimicrobici diretti e indiretti, proprietà antiallergiche e antipertensive, nonché la capacità di inibire le attività di alcuni enzimi e recettori fisiologici, prevenendo le malattie legate allo stress ossidativo.
2. Fragole e prevenzione dell’infiammazione
L'infiammazione è la risposta adattiva, protettiva e temporanea del sistema immunitario di fronte all’ingresso di agenti patogeni. Tuttavia, in presenza di stimoli ricorrenti o in assenza di una regolazione efficiente, si instaura uno stato pro-infiammatorio sistemico cronico, che può contribuire allo sviluppo, alla progressione e alla complicazione della maggior parte delle malattie cardiovascolari, e di alcune malattie neurologiche (Alzheimer) e metaboliche (diabete di tipo II).
Le risposte infiammatorie possono essere innescate da diversi stimoli come l'endotossina (una sostanza prodotta dai batteri), i virus, i cambiamenti nei livelli di specie reattive dell'ossigeno (ROS) o la produzione di fattori di crescita. Oltre a questi stimoli, lo stress infiammatorio può anche derivare da un eccesso di grasso corporeo e da una dieta povera.
Il promotore centrale della risposta infiammatoria è il fattore nucleare NF-kB, un fattore di trascrizione sensibile allo stress ossidativo che, una volta attivato, stimola l'espressione di un certo numero di geni, compresi quelli responsabili della produzione di citochine, che agiscono come segnali tra le cellule del sistema immunitario per attivare e coordinare la reazione infiammatoria.
Negli ultimi anni la relazione tra consumo di fragole e infiammazione è stata valutata in alcuni modelli animali: una serie di studi hanno registrato l’esistenza di un’azione regolatoria dell’infiammazione da parte delle fragole grazie soprattutto alla presenza dei flavonoidi, potenti antiossidanti e quindi inibitori dell’attivazione dell’infiammazione. Sono stati condotti studi anche sull’essere umano, che hanno mostrato una riduzione nella produzione di citochine proinfiammatorie e degli indici di flogosi nel sangue, a seguito dell’assunzione regolare di fragole.
3. Il ruolo delle fragole nella prevenzione di malattie cardiovascolari
Attualmente, le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morbilità e morte in tutto il mondo. Negli ultimi anni sono emerse prove crescenti a supporto degli effetti benefici delle diete ricche di frutta e verdura nella prevenzione di importanti fattori di rischio delle malattie cardiovascolari tra cui obesità, ipertensione e diabete mellito di tipo II.
In particolare, proprio le fragole stanno emergendo come uno degli alimenti più utili nella prevenzione delle malattie cardiovascolari grazie ai loro effetti antiossidanti, antipertensivi e anti-aterosclerotici. L’azione dei flavonoidi contenuti nelle fragole porta infatti ad un miglioramento del profilo lipidico, ad un aumento dell’attività antiossidante, nonché ad un potenziamento della funzione endoteliale (l’epitelio che riveste i vasi). Inoltre, è dimostrato che il consumo di fragole migliori la funzione piastrinica, prevenendo la formazione di trombi, chiave fondamentale nella patogenesi dell’aterosclerosi e quindi delle malattie cardiovascolari.
4. Fragole e sindrome metabolica
Come l'obesità e le malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica è una delle malattie croniche la cui incidenza continua ad aumentare in tutto il mondo. Questa condizione è caratterizzata dal verificarsi simultaneo di almeno tre delle seguenti condizioni mediche: obesità centrale, insulino-resistenza, ipertensione, alti livelli di trigliceridi sierici e bassi livelli di colesterolo HDL. La sindrome metabolica è associata solitamente a livelli elevati dei biomarcatori di infiammazione e ossidazione lipidica, che sembrano quindi essere coinvolti nella patogenesi.
Negli ultimi anni alcuni frutti, in particolare le bacche, le fragole e i mirtilli, hanno attirato un'attenzione significativa per la loro capacità di gestione della sindrome metabolica. In particolare, diversi studi hanno dimostrato che l'integrazione della fragola può normalizzare i livelli di glucosio nel sangue e inibire l'assorbimento e il trasporto del glucosio. È stato anche dimostrato che l'estratto di fragola può limitare l'attività dei carboidrati e degli enzimi digestivi lipidici come la α-glucosidasi e la α-amilasi.
Inoltre, il contenuto di fibre alimentari delle fragole può aiutare a controllare l'apporto calorico con il suo effetto saziante.
Il consumo regolare di fragole dunque può aiutare nella prevenzione della sindrome metabolica, così come del diabete di tipo II, e può essere raccomandato per gli individui ad alto rischio.
5. L’uso di fragole può prevenire alcune forme di tumore?
Una serie di studi condotti “in vitro” hanno dimostrato che le fragole possiedono proprietà anticancerogene, antiossidanti e genoprotettive contro molteplici tipi di cellule tumorali, in particolare contro cellule di tumore relative a cavo orale, esofago, testa-collo, colon, mammella e polmone.
Inoltre è stato dimostrato anche un effetto preventivo su lesioni premaligne dell’esofago: l'assunzione alimentare di fragole (60 g al giorno per 6 mesi) sembra in grado di inibire la progressione delle lesioni precancerose.
Gli effetti anticancerogeni delle fragole sono mediati principalmente attraverso la detossificazione degli agenti cancerogeni, lo scavenging delle specie reattive dell'ossigeno e di conseguenza la diminuzione del danno ossidativo al DNA e la riduzione della proliferazione delle cellule tumorali attraverso l'arresto del ciclo cellulare.
Tuttavia è opportuno segnalare che in questo ambito sono ancora pochi gli studi condotti “in vivo” sull’uomo. Gli studi “in vitro” condotti finora sono indicativi ma non sufficienti per accertare in modo assoluto l’efficacia antitumorale delle fragole, poichè in questi studi la sostanza viene messa a contatto diretto con la cellula in oggetto, mentre “in vivo” il contatto dipende da tantissimi fattori, come l’assorbimento, la distribuzione e la biodisponibilità. Pertanto sono necessari ulteriori studi sull’uomo, soprattutto per sviluppare nel futuro agenti chemiopreventivi a base di sostanze fitochimiche.
6. Fragole e malattie neurologiche
Gli effetti benefici derivanti dai flavonoidi contenuti nelle fragole sono stati dimostrati anche in ambito neurologico: il loro potenziale antiossidante e antinfiammatorio è in grado di prevenire la morte neuronale. In un recente studio sono stati pubblicati gli effetti derivanti dall’assunzione a lungo termine di fragole sulla funzione cognitiva, dimostrando che le fragole sono in grado di rallentare il declino cognitivo causato dall’avanzare dell’età.
Il flavonoide della fragola più coinvolto nel benessere neurologico è la fisetina, che svolge effetti antifiammatori e neuroprotettivi e determina un aumento dei livelli di serotonina e noradrenalina nella corteccia frontale e nell'ippocampo, agendo quindi anche come antidepressivo naturale.
Inoltre, la fisetina sembra essere coinvolta anche nella gestione del morbo di Huntington, una malattia neurodegenerativa caratterizzata da sintomi cognitivi, psichiatrici e motori per i quali non esiste, ad oggi, una cura. Questa patologia è determinata da un’alterazione genetica che determina la produzione di una proteina anomala chiamata huntingtina, la cui produzione sembrerebbe in qualche modo regolata dalla fisetina stessa.
Infine, è stato dimostrato che la fisetina somministrata nei pazienti con ictus ischemico protegge il tessuto cerebrale dal danno derivante dalla riperfusione.