Alimentazione

TUTTI I BENEFICI DELLA VITAMINA K

Coagulazione
Vitamina K
Menadione
Sangue
Menachinone
K2
Giorgio Sciarra

01/08/2023

1. Che cosa è vitamina K?

2. Come si assumono la vitamina K e K2 con l’alimentazione?

3. Quali sono le funzioni della vitamina K?

4. Come identificare una carenza di vitamina K e K2?

5. Applicazioni cliniche della vitamina K


1. Che cos’è la vitamina K?

Con il termine vitamina K si intendono una serie composti caratterizzati da una struttura chimica simile, costituita da anelli di naftochinone metilati e da una catena laterale composta da un numero variabile di residui isoprenoidi. Tutte le differenze tra le forme di vitamina K sono basate sulla lunghezza e sul grado di saturazione della catena laterale.

Il termine vitamina K deriva dal danese “Koagulation vitamin” coniato per indicare composti che erano in grado di far regredire patologie emorragiche. Le diverse forme di vitamina K vengono distinte in:

  • Vitamina K1 o fillochinone di origine vegetale, che costituisce la forma più presente nella dieta
  • Vitamina K2 o menachinone, sintetizzata per lo più dai batteri normalmente presenti nella flora intestinale umana. I menachinoni differiscono tra loro per la lunghezza variabile della catena laterale che può essere costituita da quattro a tredici residui di isoprene: sono generalmente indicati come MK-n, dove n sta per il numero di residui isoprenoidi. I menachinoni più abbondanti nella dieta umana sono la catena corta MK-4, che proviene da prodotti animali e le catene lunghe MK-7, MK-8, MK-9 e MK-10
  • Vitamina K3, o menadione, liposolubile e di origine sintetica.


2. Come si assumono la vitamina K e K2 con l’alimentazione?

I menachinoni – ovvero la vitamina K2 - sono generalmente di origine microbica: importanti fonti alimentari sono il formaggio, la cagliata, lo yogurt e il natto (un alimento tradizionale giapponese composto da semi di soia fermentati).

Il fillochinone – ovvero la vitamina K1 - si trova principalmente nelle verdure verdi, in particolare in spinaci, broccoli, cavoli, cavoletti di Bruxelles e oli vegetali. Si stima che, rispetto al complesso di vitamina K assunta con l’alimentazione, soltanto il 10-25% (30 e 50 μg/die) sia costituita da menachinoni.

Dopo l'assorbimento intestinale, tutte le forme di vitamina K vengono incorporate in lipoproteine e trasportate principalmente al fegato, ma anche ad altri tessuti-bersaglio: successivamente l’emivita del fillochinone si esaurisce in breve tempo, mentre quella del menachinone sembra arrivare anche a 72-96 ore. Ciò significa che i tessuti-bersaglio possono ottenerlo in maggiori quantità e per una durata di tempo più lunga.


3. Quali sono le funzioni della vitamina K?

Tutte le forme di vitamina K fungono da cofattore per un enzima coinvolto nella sintesi e nell’attivazione di diverse proteine, tra cui sette proteine coinvolte nella coagulazione del sangue (tutte sintetizzate nel fegato), l’osteocalcina, coinvolta nella formazione ossea, la proteina Gla della matrice (MGP), che previene la calcificazione vascolare trasportando il calcio verso il tessuto osseo, la proteina 6 specifica per l’arresto della crescita (GAS6), alcune proteine transmembrana, la periostina.

L’assunzione di tutti i tipi di vitamina K, quindi, impatta positivamente sull’efficacia della funzione coagulativa: contribuendo alla sintesi dei fattori della coagulazione, la vitamina K favorisce la formazione di coaguli che impediscono il sanguinamento e garantiscono la guarigione delle ferite. La carenza di vitamina K pertanto, può portare a una maggiore tendenza al sanguinamento e può essere pericolosa in caso di ferite o interventi chirurgici.

Non a caso, tra gli anticoagulanti orali utilizzati comunemente ci sono proprio gli antagonisti della vitamina K come il Warfarin, che sfruttano proprio la capacità di inibire la funzione della vitamina K e bloccare la sintesi e l’assemblaggio di protrombina (fattore II), dei fattori VII, IX, X, della proteina C, S e Z.

Inoltre la vitamina K2 è coinvolta nella regolazione del metabolismo del calcio, un processo essenziale per il mantenimento di ossa sane e forti: la carenza di vitamina K2 può portare a una diminuzione della densità ossea, aumentando il rischio di osteoporosi e fratture.

Una delle scoperte più significative riguardanti la vitamina K2 è il suo ruolo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari: grazie alla sintesi della MGP, svolge un'importante funzione nel mantenere l'elasticità delle pareti arteriose e nel prevenire l'accumulo di calcio nelle arterie portando alla comparsa di aterosclerosi, una condizione patologica che aumenta il rischio di infarto e ictus. L’assunzione di vitamina K2 è stata correlata ad una significativa riduzione nel rischio di infarto del miocardio.

Sembra inoltre che la vitamina K2 possa avere un impatto positivo sulla salute dentale, partecipando alla mineralizzazione dello smalto dentale, della dentina e del tessuto osseo della mandibola e contribuendo così a prevenire la carie e altre patologie dentali.

Viste le importanti proprietà benefiche per la salute ossea e cardiovascolare, sono in corso studi che valutino l’utilizzo della vitamina K2 nella prevenzione e nel trattamento dell'osteoporosi, delle malattie cardiovascolari e di altre patologie associate a uno squilibrio del metabolismo del calcio.


4. Come identificare una carenza di vitamina K e K2?

Il tempo di protrombina (PT), espresso anche come rapporto normalizzato a livello internazionale, è un test di coagulazione che può riflettere la carenza clinica di vitamina K. Tuttavia, il PT non è specifico perché valori anomali sono anche indicativi di malattie non correlate alla carenza di vitamina K e si allunga solo quando le concentrazioni di protrombina scendono al di sotto del 50% del normale.

Sono stati sviluppati alcuni test specifici che valutano la conformazione delle proteine la cui sintesi dipende dalla vitamina K, come la protrombina, l’osteocalcina e la MGP: sono test in grado di rilevare in modo specifico la carenza di questa vitamina, ma non sono ancora utilizzati dalla popolazione. Questi test, in base a valutazioni preliminari, paragonando l’efficacia delle due forme principali di vitamina K dimostrerebbero che l’effetto dei menachinoni - K2 - è estremamente superiore a quello del fillochinone.


5. Applicazioni cliniche della vitamina K

L'unico uso clinicamente indicato della vitamina K è la profilassi contro il sanguinamento da carenza di vitamina K in neonati dall'aspetto altrimenti sano: il basso contenuto di vitamina K nel latte materno, il basso trasferimento placentare, i ridotti livelli di fattori di coagulazione alla nascita e un intestino sterile sono fattori che contribuiscono al rischio di sanguinamento nei primi mesi di vita.

Inoltre la vitamina K viene utilizzata in coloro che sono in terapia con anticoagulanti del tipo antagonisti della vitamina K, a causa dell’elevato rischio di sanguinamento.

Infine, può rappresentare uno strumento utile anche in quei soggetti che hanno un allungamento del tempo di protrombina per una determinata patologia di base, come in caso di epatopatia cronica, e sono a rischio di sanguinamento.

È importante sottolineare che, sebbene la vitamina K abbia molteplici applicazioni cliniche, è essenziale seguire le raccomandazioni del medico e assumere integratori solo quando prescritti da un professionista sanitario, in quanto l'eccesso di vitamina K potrebbe avere effetti indesiderati, soprattutto per i pazienti che assumono farmaci anticoagulanti.


Passa alla homepage
Scopri cosa può aiutarti subito
Condividi articolo