L'Esperto Risponde

FERTILITA’, LA GIUSTA ALIMENTAZIONE PER L’UOMO

Beatrice Mosele

09/05/2023

L’alimentazione è in grado di influenzare la salute riproduttiva sia maschile che femminile sotto molti aspetti. Dalla composizione generale della dieta alla percentuale di peso corporeo, passando dai singoli micronutrienti, gli studi degli ultimi anni hanno dimostrato come la qualità e la quantità degli spermatozoi sia legata a filo doppio con lo stile di vita e con la nutrizione.

Mentre la dieta occidentale (ricca di zuccheri e di grassi saturi) è considerata un fattore di rischio, al contrario la dieta mediterranea sembra proteggere dall'infertilità maschile.

Sembra che le diete ricche di acidi grassi saturi e povere di acidi grassi polinsaturi influiscano negativamente sulla qualità dello sperma, mentre l'integrazione di acidi grassi insaturi migliora la qualità dello sperma. Infatti la somministrazione di acidi grassi polinsaturi, soprattutto per quanto riguarda gli omega-3, determina un aumento del metabolismo energetico mitocondriale e una riduzione del danno ossidativo.

Anche i carboidrati e le proteine sono modulatori nutrizionali dello stress ossidativo e dei livelli di testosterone, strettamente legati alla funzione mitocondriale degli spermatozoi, un elemento chiave per la qualità dello sperma. Inoltre, molti polifenoli naturali alimentari influenzano in modo differenziato (in positivo o in negativo) la funzione mitocondriale, a seconda della loro concentrazione.


Nutrizione e fertilità maschile

L'alimentazione può influenzare, negativamente o positivamente, la qualità degli spermatozoi, e questo effetto dipende da aspetti quantitativi e qualitativi della dieta, come il contenuto calorico di ciascun macronutriente (carboidrati, proteine e grassi) e i profili specifici di acidi grassi, carboidrati e proteine.

In questo contesto, la recente letteratura scientifica ha evidenziato come le diete ipercaloriche non salutari (cioè non equilibrate sotto il profilo nutrizionale) e l'assunzione eccessiva di acidi grassi saturi e trans abbiano un impatto negativo sulla qualità degli spermatozoi e, quindi, sul processo di fecondazione.

D'altra parte, modelli alimentari sani sono chiaramente associati a una migliore qualità dello sperma, suggerendo che gli interventi nutrizionali potrebbero avere un ruolo chiave nella conservazione della fertilità maschile. Inoltre, un'adeguata assunzione di molecole antiossidanti si è dimostrata piuttosto efficace nella prevenzione e nel trattamento dell'infertilità maschile.


Comportamento alimentare e qualità degli spermatozoi

È sempre più evidente che il comportamento alimentare è associato ai parametri di qualità dello sperma. Negli ultimi decenni il modello alimentare principale è diventato la cosiddetta "dieta occidentale", conseguenza dell'occidentalizzazione dello stile di vita umano. Questa dieta è caratterizzata da un elevato apporto di alimenti lavorati industrialmente, ricchi di proteine animali, carboidrati semplici, grassi trans e saturi, e poveri di fibre alimentari e acidi grassi insaturi essenziali.

A differenza della dieta occidentale, la dieta mediterranea presenta evidenti benefici per la salute, compresi i benefici in termini di parametri di qualità dello sperma. Questa dieta è caratterizzata da un elevato consumo di legumi, cereali, frutta e verdura, da un consumo moderato di pesce e vino e da un basso consumo di latticini e carne. In questa dieta l'olio d'oliva è la principale fonte di grassi aggiunti, insieme a quelli salutari provenienti dal pesce: l'olio d'oliva, che è la principale fonte di grassi monoinsaturi, può modificare la composizione lipidica della membrana spermatica, riducendo i danni da stress ossidativo, ripristinando la funzione mitocondriale e diminuendo il danno genetico.

Nel complesso, dunque, la dieta mediterranea è ricca di acidi grassi monoinsaturi, fibre e antiossidanti e povera di grassi saturi.

Inoltre, il modello mediterraneo induce una riduzione degli acidi grassi omega-6 a favore degli acidi grassi omega-3, che sono stati associati a un miglioramento del metabolismo energetico degli spermatozoi.


L’importanza degli Omega 3

Nell'uomo, l'assunzione di grassi saturi con la dieta è correlata negativamente con la conta e la concentrazione totale degli spermatozoi. Al contrario, l'assunzione di acidi grassi omega-3 ha mostrato una correlazione positiva con la qualità dello sperma.

Questi grassi si trovano principalmente nei pesci dei mari freddi: salmone, sgombro, tonno, palamita, aringhe, merluzzo, pesce spada, sardine, così come uova di pesce e bottarga.


Attenzione al peso corporeo

Oltre alla composizione dell’alimentazione, un altro fattore da tenere in considerazione per la fertilità maschile è il peso corporeo e i conseguenti disturbi metabolici.

Le attuali abitudini alimentari occidentali implicano generalmente un elevato consumo di zuccheri e di grassi, con la conseguente assunzione di diete squilibrate e di un eccesso di calorie. Negli ultimi decenni, la dieta occidentale ha quindi contribuito in modo significativo al crescente tasso di obesità, che ha avuto un effetto significativo sulla fertilità attraverso cambiamenti nei livelli ormonali, nella funzione spermatica e nella composizione molecolare dei gameti. Tuttavia, i meccanismi molecolari responsabili dei legami causali tra obesità e infertilità maschile non sono del tutto chiari.

È stato dimostrato che l'obesità altera vari componenti dell'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, causando ipogonadismo, che è principalmente associato a livelli ridotti di testosterone e a un minor numero di spermatozoi.

L'aumento delle quantità di tessuto adiposo inoltre causa insulino-resistenza e ha un ruolo importante nello sviluppo dello stress ossidativo, alterando così le vie riproduttive e la funzione spermatica. L'iperinsulinemia e l'iperglicemia, che sono i tratti distintivi dell'insulino-resistenza, sembrano essere responsabili della riduzione dell'assorbimento e del metabolismo del glucosio negli spermatozoi, avendo quindi un possibile ruolo nell'alterazione della glicolisi nelle cellule spermatiche.

L'assorbimento e l'omeostasi del glucosio possono essere modulati anche dalla leptina rilasciata dalle cellule adipose nei depositi di tessuto adiposo. È stato riscontrato che l'iperinsulinemia e l'iperleptinemia sono associate a un aumento delle concentrazioni di insulina e leptina nel plasma seminale, che può avere un impatto negativo sulla funzione riproduttiva maschile e sulla qualità dello sperma.


I nutrienti fondamentali per la fertilità maschile

Oltre agli Omega3, altri micronutrienti entrano in gioco per la fertilità maschile, migliorando la qualità degli spermatozoi e contrastando l’oligospermia.


Lo zinco

Questo minerale è importante per il processo di formazione e di maturazione degli spermatozoi. Lo troviamo nel pesce azzurro ma anche nei semi di zucca, che rappresentano un ottimo snack ricco di micronutrienti essenziali.


L’acido folico

Contrariamente a quanto si crede comunemente, l’acido folico non serve solo alle donne in gravidanza: è essenziale anche nell’uomo per spermatozoi più sani dal punto di vista del contenuto genetico (diminuisce la probabilità di difetti nella replicazione del DNA). Tra gli alimenti ricchi di acido folico, troviamo i vegetali a foglia verde come gli spinaci, il cavolo riccio, gli asparagi.


La vitamina C

Antiossidante per eccellenza, è importante che non manchi mai nella dieta. Possiamo migliorarne l’apporto aumentando il consumo di verdure crude (la Vitamina C si disperde molto facilmente in cottura), aggiungendo limone appena spremuto all’acqua che beviamo o come condimento. Una buona fonte sono anche i frutti rossi, come ad esempio i mirtilli, che hanno anche un basso contenuto di zuccheri.


Il selenio

Questo minerale contribuisce a migliorare la motilità e la morfologia degli spermatozoi, e protegge dal danno ossidativo. Lo troviamo nelle noci del Brasile, negli anacardi e nel pesce azzurro, nonché in quantità inferiori anche nella carne e negli ortaggi.


La vitamina D

Questa vitamina merita un discorso a parte, in quanto è prodotta in alta percentuale direttamente dal nostro organismo tramite l’esposizione al sole. La produzione endogena di vitamina D copre l’80% del fabbisogno di vitamina D.

La vitamina D è contenuta inoltre in alimenti come uova, grassi animali, prodotti a base di latte, pesci grassi. Tra questi spicca il salmone, che oltre ad essere un’ottima fonte di vitamina D è anche fonte di arginina, un aminoacido essenziale per migliorare mobilità e conta spermatica.


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