L'Esperto Risponde

IPERCOLESTEROLEMIA, COME TENERLA SOTTO CONTROLLO CON L’ALIMENTAZIONE

Beatrice Mosele

20/11/2023

L’ipercolesterolemia è una condizione che si verifica quando i livelli di colesterolo nel sangue superano le soglie ritenute salutari per la propria fascia di età e condizione di salute. Il colesterolo presente in quantità eccessiva trende a depositarsi sulla parete delle arterie provocandone l’ispessimento e l’indurimento progressivi, in un processo detto arteriosclerosi, con conseguenze gravi per la salute: al primo posto tra tutte il rischio di infarto cardiaco e ictus.

L’ipercolesterolemia è resa più problematica dal fatto che spesso è asintomatica, ovvero non dà disturbi evidenti. È possibile

I grassi sono responsabili dell’ipercolesterolemia?

I grassi sono una categoria di nutrienti che nella dietistica tradizionale hanno assunto un’aura quasi minacciosa. Studi scientifici che dimostrano come le alterazioni del metabolismo dei lipidi siano associati a patologie cardiovascolari hanno fatto sì che i grassi venissero, nell’immaginario comune, associati a un’alimentazione poco sana e fautrice di patologie. Da tempo ormai si cerca di scardinare questa credenza, ma per farlo è importante una corretta informazione sulle diverse tipologie di lipidi e sulla loro relazione con l’organismo.

Grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi

In realtà i grassi alimentari sono importanti per la salute dell'organismo. Forniscono energia, proteggono gli organi, mantengono la crescita cellulare, stabilizzano la pressione sanguigna e aiutano l'organismo ad assorbire alcuni nutrienti. Il segreto è mangiare tipi di grassi sani.

La differenza principale tra grassi è tra saturi e insaturi, visibile intuitivamente dalla loro forma a temperatura ambiente. Queste tipologie di grassi hanno differenti impatti sulla salute.

Tutti i grassi sono costituiti da carbonio e idrogeno. I grassi saturi sono catene di atomi di carbonio con il maggior numero possibile di atomi di idrogeno su quella catena. I carboni sono, letteralmente, saturi. Poiché queste catene di carbonio sono così piene di atomi di idrogeno, le catene sono più rigide e meno flessibili. Per questo motivo i grassi saturi sono solidi a temperatura ambiente.

I grassi insaturi sono liquidi a temperatura ambiente (non solidi come i saturi). Strutturalmente, non hanno tanti atomi di idrogeno legati agli atomi di carbonio (cioè sono meno saturi). All'interno della categoria dei grassi insaturi, esistono due sottocategorie principali: i grassi monoinsaturi e i grassi polinsaturi. Sia i grassi monoinsaturi che quelli polinsaturi hanno benefici per la salute del cuore.

I grassi benefici per il nostro organismo sono quelli insaturi, di provenienza vegetale, come l’olio extravergine d’oliva, l’avocado, la frutta a guscio (mandorle, noci, nocciole, anacardi, pinoli, ecc). Anche alcuni grassi saturi sono importanti per la nostra alimentazione: quelli contenuti nelle uova, ad esempio, ma anche il burro. Quest’ultimo, insieme al ghee, la sua versione chiarificata, contiene acido butirrico, un acido grasso a catena corta noto per sostenere la salute dell'intestino e ridurre l'infiammazione generale. Un altro vantaggio del burro e del ghee è che offrono in un solo cucchiaio dall'11% al 13% del valore giornaliero di vitamina A, fondamentale per il nostro sistema immunitario e per la salute degli occhi.

Un altro grasso saturo, stavolta di origine vegetale, che ha dimostrato benefici per la salute è l’olio di cocco: contiene trigliceridi a catena media (MCT), che hanno dimostrato di poter aiutare chi lo usa a gestire il peso, a diminuire la resistenza all'insulina e a ridurre il rischio di sindrome metabolica.

Il legame tra zuccheri e grassi

Oltre all’apporto attraverso l’assunzione diretta, anche un’alimentazione troppo ricca di zuccheri porta all’eccessiva sintesi di grassi.

Un pasto di cui si sia ridotto troppo l’apporto di grassi avrà un indice glicemico più elevato che costringerà il fegato a trasformare gli zuccheri in eccesso in trigliceridi, che verranno poi accumulati nel tessuto adiposo. Non è solo dunque un eccessivo consumo di grassi a causare l’eccesso di colesterolo e trigliceridi, ma soprattutto un’alimentazione sbilanciata in favore di zuccheri e carboidrati non adeguatamente mediati nel pasto dall’assunzione di proteine e grassi benefici.

Le caratteristiche del colesterolo

Il colesterolo è una molecola di grasso. Quando si trova nel sangue a livelli adeguati, partecipa al buon funzionamento dell’organismo. È utile alla sintesi di alcuni ormoni e della vitamina D ed è anche un costituente delle membrane delle cellule, fondamentale per il corretto funzionamento delle cellule cerebrali. Il colesterolo viene prodotto dal fegato, ma può essere introdotto anche con alcuni alimenti, quali i cibi di origine animale come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. Sono invece privi di colesterolo la frutta, la verdura e i cereali.

Il colesterolo viene trasportato nel nostro flusso sanguigno da due tipi diversi di lipoproteine:

  • LDL, a bassa densità, il cosiddetto “colesterolo cattivo”, che dal fegato viaggia verso organi e tessuti e può depositarsi intasando le arterie
  • HDL, ad alta intensità, il cosiddetto “colesterolo buono”, che funge invece da “spazzino” rimuovendo il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e trasportandolo nuovamente al fegato, che poi provvede a eliminarlo.

È facile intuire come il problema di ipercolesterolemia si abbia solo con un eccesso di LDL, che è il parametro da tenere sotto controllo. L’alimentazione è uno degli strumenti più importanti a nostra disposizione per mantenere questi livelli entro i limiti salutari per l’organismo.

Diminuire i livelli di colesterolo con l’alimentazione

Se tutto funziona correttamente, più assumiamo colesterolo e meno ne produciamo e viceversa, per mantenere il giusto equilibrio di questa molecola nel nostro corpo. Per questo motivo è inutile pensare di combattere l’ipercolesterolemia eliminando del tutto i grassi, in particolari quelli insaturi.

Tra le proteine la Bioterapia Nutrizionale consiglia in particolar modo il pesce, specialmente pesce ricco di colesterolo come gamberi, salmone e frutti di mare, i quali tenderanno ad inibire la produzione endogena da parte del fegato. Molto importanti anche i legumi, con effetto ipoglicemizzante e di contenimento dei livelli di colesterolo poiché poveri in grassi e ricchi dell’aminoacido essenziale lisina. Anche orzo ed avena hanno azione ipocolesterolemizzante, in virtù del contenuto in beta-glicani, fibre solubili e viscose.

Occorrerà anche stimolare il lavoro del fegato, in particolare dalla funzione epato-biliare, per un più efficiente smaltimento del colesterolo LDL. Seguendo le indicazioni della Bioterapia Nutrizionale, questo stimolo si potrà avere con l’uso corretto di preparazione come il fritto e il soffritto, indispensabili per dare la giusta spinta al fegato. Le verdure saranno da preferire crude o ripassate.

Oltre a questi accorgimenti, alcuni alimenti hanno un’intrinseca capacità ipocolesterolemizzante, oltre ad avere un basso indice glicemico che, come abbiamo visto, aiuta a controllare i livelli di zuccheri nel sangue e la loro trasformazione in grassi. Ta questi i più importanti sono la mela verde/granny smith, i frutti di bosco, la melagrana, le fragole e i kiwi.

Commenti (2)

FEDERICO ROSSI

23/01/2024 08:01

Ottimo veramente una sintesi completa e chiara
Continuate così
Vi segui sempre su questi argomenti
Potreste parlare dell'insulina resistenza e diabete 2
Grazie😊

"Grazie! Dell'insulinoresistenza abbiamo parlato già in un precedente articolo (link: https://mag.valoresalute.it/l-esperto-risponde/l-alimentazione-in-caso-di-insulino-resistenza ). Continui a seguirci, affronteremo presto anche l'argomento del Diabete e del controllo glicemico
Dott.ssa Beatrice Mosele"

Gino

22/01/2024 13:13

Mi scusi, le uova e il burro chiarificato le mangiamo o no?

"Il burro chiarificato è possibile inserirlo nella dieta nella misura di qualche cucchiaino al giorno. Il burro di buona qualità ha un'ottima percentuale di grassi insaturi, benefici, mentre quello industriale subisce processi per cui i grassi si trasformano in grassi saturi. Per quanto riguarda le uova, è vero che il tuorlo contiene colesterina, ma questa è bilanciata da una serie di cofattori e antagonisti presenti nell'abume
Dott.ssa Beatrice Mosele"

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