L'Esperto Risponde

La cura dell’alimentazione in gravidanza e il microbiota del nascituro

Beatrice Mosele

26/04/2023

La cura dell’alimentazione materna durante la gravidanza e l’allattamento si sta dimostrando sempre più importante per la salute futura del nascituro. Studi recenti hanno dimostrato infatti che il microbiota del neonato è lo specchio di quello materno, influenzato per una larga parte dall’alimentazione della mamma nel corso della gravidanza, e spesso anche da quella precedente al concepimento.

Arrivare alla gravidanza con una situazione di eubiosi intestinale, con una corretta alimentazione ricca di alimenti freschi e di qualità, evitando i cibi processati e con un percorso nutrizionale studiato secondo le esigenze personali nel corso dei nove mesi e del periodo dell’allattamento si sta rivelando decisivo per influenzare la salute del bambino, diminuendo il rischio di sviluppare problemi metabolici come obesità o diabete, patologie autoimmuni, malattie infiammatorie, allergie.


Microbiota o microbioma?

Microbiota e microbioma sono due termini spesso usati come sinonimi, ma in realtà hanno un significato differente. Microbiota si riferisce a una popolazione di microrganismi che colonizza un determinato luogo. Il termine microbioma invece indica la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota.


Microbiota intestinale: cos’è

Il microbiota è l’insieme dei batteri che vivono nell'apparato digerente, nella bocca, nella vagina e sulla pelle, ed è incredibilmente importante per la salute.

Unico come un’impronta digitale, il nostro microbiota contiene migliaia di ceppi batterici diversi, con le loro funzioni e le loro interazioni con l’organismo, alcune in positivo, altre in negativo.

Queste colonie di batteri vivono in simbiosi con l’ospite umano, intervenendo in numerosi processi fisiologici. Quando si trovano in equilibrio vi è una situazione ottimale, detta eubiosi. Tale condizione permette alle varie componenti del microbiota intestinale di essere funzionalmente efficaci e soprattutto di essere sincronizzate sia tra loro, sia con gli altri componenti dell’ecosistema intestinale.

Il microbiota è così in grado di svolgere una serie di funzioni essenziali per il nostro organismo: funzioni di tipo metabolico, quindi di sintesi di sostanze utili all’organismo, di tipo enzimatico, di protezione e stimolo e regola del sistema immunitario e di eliminazione di tossine. Il microbiota influenza persino l’umore e il comportamento.

Il microbiota viene modellato nel corso della vita dall'alimentazione, dai farmaci e persino dai livelli di stress, ma il punto di partenza del microbiota di ogni individuo è la madre.


Il microbiota della mamma in gravidanza influenza e plasma quello del bambino

I semi del microbiota del bambino vengono gettati quando è ancora nel grembo materno: si è scoperto infatti che i batteri della madre passano nel liquido amniotico e al feto. Durante il parto, i batteri delle pareti vaginali passano al bambino e ne popolano ulteriormente l'intestino. Nei primi mesi di vita del bambino, i batteri vengono trasferiti dal latte materno e dalla pelle.

Non a caso, è stato ampiamente dimostrato come bambini nati con parto cesareo abbiano una flora batterica differente e spesso meno funzionale. È stato dimostrato che l'insediamento del microbiota intestinale è influenzato da diversi fattori durante la gravidanza, il parto e il periodo neonatale.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le prove che descrivono il parto cesareo come uno degli eventi più perturbanti nei primi anni di vita, poiché comporta un drastico cambiamento nei modelli di costituzione del microbiota. Confrontando la composizione del microbiota intestinale dei neonati nati con cesareo e dei neonati nati con parto vaginale, i primi mostrano un microbiota che assomiglia molto a quello presente nell'ambiente e nella pelle della madre, mentre i secondi mostrano un microbiota più simile a quello vaginale.

Sebbene queste alterazioni del normale assetto del microbiota intestinale tendano a scomparire nei primi mesi di vita, influiscono comunque sulla salute dell'ospite a medio-lungo termine, dal momento che la nascita tramite parto cesareo è stata correlata a un rischio più elevato di infezioni nei primi anni di vita e di malattie non trasmissibili, come malattie infiammatorie, allergie e malattie metaboliche.

Uno svantaggio a cui è però possibile porre rimedio, ad esempio, tramite l’allattamento al seno, che aiuta il neonato a colonizzare in modo corretto l’intestino con i batteri utili.


Microbiota neonatale e predisposizione alle malattie

Gli studi degli ultimi anni hanno isolato alcuni ceppi specifici di batteri benefici, collegati alla salute immunitaria e alle allergie del nascituro.

Ad esempio, la presenza di Prevotella nel microbiota materno è associata alla protezione contro le allergie alimentari nella prole.

O ancora: la prevalenza di Firmicutes, batteri che proliferano grazie a dolci, miele, frutta zuccherina, nel microbio della mamma in attesa contribuisce a spiegare la condizione di sovrappeso nel bambino da uno a tre anni di età.

Di contro, la carenza di Bacteroides, responsabili del metabolismo dei grassi e della produzione di molecole antinfiammatorie a livello intestinale, è un fattore che favorisce il rischio di obesità e di malattie infiammatorie.


Come trasmettere un microbiota sano?

I tipi di batteri che prosperano nel microbiota della mamma determineranno, dunque, la salute dei batteri intestinali del bambino.

Il microbiota materno è influenzato dalle scelte alimentari prima e durante la gravidanza. Quello che mangia la mamma in gravidanza e in allattamento ha ripercussioni a lungo termine sulla salute del bambino attraverso il microbiota. Non dobbiamo dimenticare infatti che il nostro microbiota è per il 60% influenzato dall’alimentazione, che determina quali ceppi batterici (più o meno benefici) possono essere in grado di prosperare.

Uno studio recente ha dimostrato che la dieta della madre durante la gravidanza influenza la composizione del microbiota del bambino per almeno diciotto mesi. Gli scienziati hanno scoperto che le madri che mangiano più alimenti vegetali ricchi di fibre, contenenti antiossidanti chiamati polifenoli, e molti acidi grassi omega 3, hanno un numero maggiore di batteri che producono una sostanza chiamata butirrato, nota per sostenere la salute dell'intestino e ridurre l'infiammazione.

Le madri che mangiano più carboidrati, proteine animali e grassi saturi hanno invece un microbiota più squilibrato, che trasmettono ai propri figli. Per esempio, i bambini nati da madri con un microbiota associato a un alto contenuto di carboidrati/grassi saturi hanno maggiori probabilità di essere in sovrappeso a diciotto mesi.

Altri studi condotti su donne in gravidanza relativi ad alimentazione e composizione del microbiota intestinale si sono concentrati sulla relazione con i vari micro e macronutrienti. Le variazioni nelle vitamine liposolubili, nei grassi saturi e monoinsaturi e nell'assunzione di colesterolo sono state associate a cambiamenti nella composizione delle colonie di batteri intestinali. In particolare, i grassi monoinsaturi, il colesterolo e il retinolo sono stati associati a un aumento relativo dei Proteobacteria, un phylum noto per includere diversi agenti patogeni e per avere proprietà pro-infiammatorie.

Al contrario, i grassi saturi, la vitamina E e le proteine sono stati associati a una diminuzione relativa dei Proteobacteria.

Questo stretto rapporto tra il microbiota materno e quello del bambino prosegue anche con l’allattamento. Curare l’alimentazione durante questo periodo della vita (e se possibile anche da prima del concepimento), dunque, è un approccio importantissimo non solo per la mamma, per prevenire problemi immediati legati all’eccessivo aumento di peso o all’alimentazione scorretta, ma anche come investimento per la salute futura del bambino.


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