LA NUTRIZIONE IN CASO DI INTERVENTI CHIRURGICI E NEI PAZIENTI ONCOLOGICI
Nell’ottica di una medicina di precisione e integrata, che guarda al paziente nella sua globalità e non al singolo sintomo, un’attenzione particolare è rivolta a chi si sottopone a interventi chirurgici. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un vero e proprio spostamento del paradigma, che ha messo in risalto l’importanza di un approccio “olistico” anche in casi molto specifici. È diventato sempre più evidente che il supporto di un nutrizionista per i pazienti chirurgici sia cruciale non solo per il successo dell’intervento stesso, ma anche per la riduzione delle complicanze postoperatorie e per il miglioramento della qualità della vita.
La nutrizione clinica e le sue applicazioni stanno guadagnando sempre più attenzione, sia nella preparazione chirurgica che nel periodo di recupero, in particolare per i pazienti oncologici e per quelli affetti da malattie croniche, ma anche per interventi più “di routine”.
Oltre all'importanza della nutrizione pre e post-operatoria, esistono linee guida specifiche che ne regolano la pratica, come quelle sviluppate dalla Società Europea di Nutrizione Clinica e Metabolismo (ESPEN), alle quali si può abbinare l’approccio della Bioterapia Nutrizionale per adattare i piani nutrizionali alle singole esigenze.
L’approccio della Bioterapia Nutrizionale integra infatti la nutrizione come strumento terapeutico, considerando il cibo non solo come fonte di nutrienti, ma anche come un fattore in grado di influenzare le funzioni biologiche e i processi di guarigione del corpo. La Bioterapia Nutrizionale mira a riequilibrare le funzioni organiche attraverso una dieta personalizzata, che tiene conto non solo delle esigenze nutrizionali, ma anche dello stato emotivo e psicologico del paziente. Uno dei principi fondamentali della Bioterapia Nutrizionale è che ogni alimento ha un impatto specifico su diversi organi e funzioni corporee. Questo approccio è particolarmente utile nel contesto chirurgico, dove la capacità di un paziente di guarire dipende anche dall’efficienza dei vari sistemi corporei.
L’alimentazione prima e dopo l’intervento chirurgico
Secondo le linee guida della Bioterapia Nutrizionale, la dieta pre e post-operatoria deve essere personalizzata in base alle condizioni individuali del paziente e alle specificità dell'intervento. Ad esempio, nei giorni precedenti l’intervento potrebbe essere utile aumentare l’apporto di alimenti con il ruolo specifico di sostenere il sistema immunitario e ridurre l’infiammazione. Dopo l’intervento, una dieta ricca di proteine e a basso contenuto di grassi, privilegiando in ogni caso grassi buoni da fonti come olio evo, avocado e frutta secca a guscio può favorire la riparazione dei tessuti e prevenire complicazioni metaboliche.
L’importanza del supporto nutrizionale pre-operatorio
Prima di un intervento chirurgico, è essenziale che il paziente sia in condizioni nutrizionali ottimali per affrontare lo stress fisiologico dell'operazione. Chi sa di doversi sottoporre a un intervento programmato, anche che non riguardi il tratto gastrointestinale, può trarre importanti benefici da un approccio preventivo in cui il nutrizionista prescriva un piano specifico per diminuire lo stato di infiammazione e aumentare l’apporto di micronutrienti utili alla modulazione del sistema immunitario e al recupero postoperatorio. Le linee guida ESPEN raccomandano che ogni paziente venga valutato nutrizionalmente prima dell'intervento e, in caso di malnutrizione o rischio di malnutrizione, venga avviato a un regime di supporto nutrizionale di preparazione.
Si è visto ad esempio che molto spesso il digiuno preoperatorio non è l’approccio migliore in vista del recupero, ma ovviamente i pasti non possono essere decisi e somministrati “a caso”. Dalle ultime linee guida emerge, ad esempio, l’importanza dell’assunzione di carboidrati in quantità e modalità precise e personalizzate ai fini di ridurre il disagio postoperatorio a livello fisico (migliorando le risposte metaboliche del corpo) e psicologico (diminuendo gli stati di ansia pre e postoperatoria). Anche qui bisogna sempre valutare caso per caso il rapporto costi-benefici di ogni scelta alimentare. Considerando sempre il consumo di carboidrati, è vero che agendo attraverso la secrezione di insulina aumenta il rilascio di serotonina, e quindi che un pasto ad alto carico glicemico scatena grazie a questo meccanismo una rapida sensazione di benessere, ma il picco ipoglicemizzante che ne consegue innesca il cortisolo, l’ormone dello stress, che favorirà la produzione di dopamina e noradrenalina.
Nutrizione e recupero post-operatorio
Dopo l’intervento, una nutrizione adeguata è fondamentale per promuovere la guarigione delle ferite, ridurre il rischio di complicazioni come infezioni e favorire un ritorno più rapido alla normale funzionalità corporea. Le linee guida ESPEN sottolineano come la ripresa della nutrizione, quando possibile, debba essere rapida, preferibilmente entro le prime 24-48 ore post-operazione. Questo approccio è parte del protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery), un insieme di strategie per ottimizzare il recupero post-chirurgico.
La nutrizione post-operatoria non si limita però al ripristino dell’apporto calorico. Studi suggeriscono che l’utilizzo di immunonutrienti, come acidi grassi omega-3, arginina e nucleotidi, può migliorare la risposta immunitaria e ridurre i tempi di guarigione. L’apporto di nutrienti specifici può supportare anche una corretta e più rapida cicatrizzazione delle ferite. Inoltre, il monitoraggio continuo dello stato nutrizionale del paziente e l’adeguamento della dieta in base al decorso clinico sono fattori determinanti per il successo dell’intervento.
Da considerare anche lo stato fisico del paziente: se è presente una stasi linfatica bisognerà favorire il drenaggio, si potrà anche valutare lo stato di coagulabilità del sangue e riequilibrarlo con alimenti specifici (coagulanti o fluidificanti), e supportare una migliore circolazione anche a livello periferico per favorire la giusta irrorazione e ossigenazione della ferita e una sua migliore cicatrizzazione.
In particolare ci sono interventi, anche di chirurgia estetica/ricostruttiva (come liposuzione o mastoplastica), in cui è normale una risposta edematosa. In questi casi è importante indirizzare il paziente su un’alimentazione specifica che velocizzi il processo postoperatorio di smaltimento di liquidi e drenaggio, rendendo più rapido il recupero.
La nutrizione nella chirurgia oncologica
Secondo le linee guida della Fondazione Veronesi, molti pazienti arrivano all’intervento in condizioni di malnutrizione, soprattutto in ambito oncologico. La malnutrizione compromette la risposta immunitaria, aumenta il rischio di infezioni e prolunga il recupero post-operatorio. Un paziente ben nutrito ha più possibilità di affrontare l'intervento con successo e di ridurre i tempi di degenza.
Per “malnutrizione” non pensiamo solo a patologie che portano a malassorbimento o eccessivo dimagrimento, ma anche a condizioni di obesità, stati infiammatori acuti o cronici, che fanno partire chi si sottopone all’intervento già “in svantaggio”.
Il supporto nutrizionale in chirurgia ha quindi l’obiettivo non solo di prevenire la perdita di peso, ma anche di migliorare la qualità della vita del paziente. L’intervento del nutrizionista comprende innanzitutto l’elaborazione di una dieta personalizzata, che verrà rivista e adattata in tutte le fasi, con un focus particolare al monitoraggio di eventuali carenze nutrizionali che, nel caso non riescano a risolvere con la sola alimentazione, possono essere affrontate con la prescrizione di integratori mirati.
Bioterapia Nutrizionale e patologie oncologiche
Quando, oltre all’intervento chirurgico in sé, entra in gioco una patologia importante come quella oncologica, il supporto della nutrizione si fa ancora più vitale, non solo quando si affrontano interventi chirurgici. Parliamo infatti di patologie che sono trattate con terapie molto invasive e invalidanti, che mettono a dura prova l’organismo in modo sistemico.
Chemioterapia, radioterapia, immunoterapia, e altre cure farmacologiche collegate, hanno un forte impatto globale, e un approccio nutrizionale collegato può portare grandi benefici per migliorare la risposta alle terapie e la qualità della vita del paziente. Sono questi i casi in cui è più presente ad esempio malnutrizione, collegata alla nausea e all’inappetenza date dai farmaci. Ed è fondamentale attraverso l’alimentazione aiutare a mantenere basso il livello di infiammazione generale, agendo tramite specifiche associazioni di micro e macronutrienti da un lato, dall’altro riducendo o eliminando alimenti o comportamenti alimentari pro-infiammatori.
Particolare importanza assume soprattutto il controllo glicemico. Alcune terapie e alcune tipologie di tumore possono portare a notevoli sbalzi glicemici, che andrebbero monitorati e controllati con il supporto di piani alimentari mirati. Gli sbalzi glicemici sono inoltre causa di infiammazione e stress ossidativo, l’ultima cosa di cui un organismo debilitato dalla malattia ha bisogno.
In parallelo la giusta alimentazione, sotto controllo dello specialista, avrà anche alimenti e abbinamenti mirati alla disintossicazione del fegato, responsabile dello smaltimento delle tossine e direttamente coinvolto nelle terapie farmacologiche. Molti farmaci in uso nelle cure oncologiche sono in grado di provocare un rialzo degli enzimi epatici (amminotrasferasi), anche molto al di sopra dei valori limite nel sangue, suggerendo la possibilità di un danno epatico da moderato a grave, fino a sfociare nell’insufficienza epatica. In questi pazienti l’aumento transitorio degli enzimi epatici è molto comune ed è sempre necessario valutare se e quanto esso è correlato ad un danno epatico significativo. In alcuni casi l’innalzamento di questi valori porta a valutare persino l’interruzione o la sospensione delle terapie.
Associare ad un percorso terapeutico un percorso nutrizionale specialistico e personalizzato, che tenga conto della patologia, delle terapie in corso e delle reazioni individuali e che segua il paziente in tutto il suo percorso, può rivelarsi un supporto essenziale per migliorare la qualità della vita, la risposta alle cure e gli effetti di queste sull’organismo.
Alimentazione postoperatoria e nel paziente oncologico
Sia le linee guida ESPEN che l’approccio della Bioterapia Nutrizionale concordano sull'importanza di un intervento nutrizionale precoce e mirato per i pazienti chirurgici, specialmente se oncologici. Le linee guida pratiche per la nutrizione clinica raccomandano un monitoraggio continuo dello stato nutrizionale, l’uso di supplementi quando necessario e l'adozione di un approccio personalizzato per ogni paziente, basato sul tipo di intervento e sulle condizioni cliniche specifiche.
In conclusione, il supporto nutrizionale per i pazienti chirurgici rappresenta un pilastro fondamentale nel percorso di cura. La collaborazione tra chirurgo, nutrizionista e altre figure cliniche è essenziale per garantire al paziente le migliori possibilità di recupero. Un approccio integrato tra specialisti può davvero fare la differenza nel migliorare gli esiti chirurgici e ridurre il rischio di complicazioni postoperatorie.
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