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SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO: COME TRATTARLA CON L’ALIMENTAZIONE

Beatrice Mosele

13/04/2023

La sindrome dell’ovaio policistico (o policistosi ovarica, conosciuta anche con la sigla PCOS) è un disturbo endocrino femminile caratterizzato da disfunzioni nell’ovulazione, iperandrogenismo (produzione eccessiva di ormoni androgeni), disfunzioni metaboliche e presenza di cisti a livello ovarico.

La diagnosi di policistosi ovarica viene fatta quando si verifica la presenza contemporanea di due o più dei criteri caratterizzanti.

È importante dunque per la diagnosi un’accurata anamnesi del ciclo mestruale, l’esame obiettivo dei segni di iperandrogenismo, l’ecografia per la valutazione delle ovaie e le analisi del sangue con dosaggi ormonali.

Tra i test più recenti disponibili per valutare situazioni di iperinsulinismo e di insulino-resistenza, segnaliamo l’HOMA (Homeostasis model assessment) test. Questo esame diagnostico si basa sull’HOMA index, che misura la resistenza all’insulina da parte delle cellule. Si svolge con un semplice prelievo di sangue e calcola la sensibilità individuale all’insulina tramite una comparazione tra la concentrazione di glucosio plasmatico e il livello di insulina a digiuno.


Quali sono i sintomi principali della sindrome dell’ovaio policistico?

I segnali che dovrebbero mettere in allarme e indurre a compiere un approfondimento diagnostico sono i seguenti:

  • irregolarità del ciclo mestruale (con cicli molto lunghi, superiori a 35 giorni)
  • segni di elevata presenza di ormoni androgeni nel sangue (con conseguente crescita di peli, acne, in alcuni casi anche alopecia)
  • accumulo di peso e difficoltà a perderlo a causa dell’insulino-resistenza.

Questi sintomi possono comparire nelle ragazze già dalla prima mestruazione, oppure iniziare a presentarsi nel corso degli anni, causando problemi anche a livello di fertilità a possibilità di concepire.

Il trattamento più diffuso proposto in caso di diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico è solitamente la pillola anticoncezionale estroprogestinica, che però semplicemente agisce “mettendo a riposo” le ovaie per un periodo e contrastando in questo modo gli effetti degli ormoni androgeni, ma non è una soluzione definitiva.

Per chi cerca una gravidanza le terapie mireranno a ripristinare il più possibile la fertilità e l’ovulazione regolare, valutando di caso in caso con lo specialista di riferimento.

L’alimentazione può essere determinante per tenere a bada i sintomi della policistosi ovarica, aiutare a ripristinare un ciclo mestruale regolare e migliorare la reattività all’insulina, scongiurando il rischio di diabete e sindrome metabolica.


Alimentazione e stile di vita nella sindrome dell’ovaio policistico

È importante affiancare alle terapie un cambiamento di stile di vita e di alimentazione, un vero e proprio “reset” metabolico, per un riequilibrio dell’organismo dal punto di vista metabolico e ormonale.

Poichè la sindrome dell’ovaio policistico è caratterizzata da insulino-resistenza ed eccessiva presenza di ormoni corticosteroidei (adrenalina, testosterone, cortisolo), il primo obiettivo alimentare è quello di equilibrare il carico glicemico senza stimolare la produzione di questi ormoni, favorendo la naturale produzione di ormoni femminili e il loro ciclo mensile.

Il trattamento nutrizionale migliore contro l’iperinsulinismo e l’insulino-resistenza, per evitare l’insorgere di conseguenze quali sindrome metabolica (obesità) o diabete, consiste nel cercare di stabilizzare la glicemia costruendo pasti equilibrati dal punto di vista del carico glicemico complessivo.

Evitare di assumere zuccheri semplici e accompagnare i carboidrati complessi con una fonte di grassi “buoni” (ad esempio olio extravergine di oliva, avocado, frutta secca a guscio) è la prima regola per equilibrare i pasti dal punto di vista glicemico.

Anche scegliere una colazione salata (pane e olio, pane e avocado) e far precedere i pasti da una porzione di verdura cruda aiuta a mantenere bassi i livelli degli zuccheri nel sangue, evitando i picchi di iper-ipoglicemia, gli attacchi di fame, l’accumulo di peso in eccesso.

Inoltre alcuni alimenti sono decisamente controindicati in caso di sindrome dell’ovaio policistico, dato il loro effetto sull’organismo e sulla produzione di ormoni.

La carne rossa è da evitare per lo stimolo surrenalico. Meglio optare invece per la carne bianca di pollo o tacchino, preparata in una modalità (soffritta o panata) che vada allo stesso tempo anche a stimolare l’attività del fegato, “centralina” per la sintetizzazione degli ormoni.

Il pesce è un’ottima fonte proteica, ma bisogna fare attenzione a quello troppo ricco di sali, preferendo invece il pesce ricco di calcio come le alici, la sogliola e il rombo: in questo tipo di pesce la presenza del calcio compensa lo iodio ed evita di avere un effetto troppo eccitante sul sistema nervoso.

L’uovo è una buona fonte di micronutrienti essenziali, ma la cottura deve essere breve: l’uovo sodo, oltre ad affaticare il lavoro dei reni, stimola l’attività delle ghiandole surrenaliche, responsabili della produzione degli ormoni corticosteroidei.

Per il resto, l’alimentazione dovrebbe seguire le fasi del ciclo mestruale, calibrata di settimana in settimana per offrire sostegno e stimolo agli apparati e agli ormoni coinvolti nel ciclo naturale, sempre mantenendo una grande attenzione all’equilibrio glicemico.

Importante l’attivazione epatica, soprattutto all’inizio del ciclo, accompagnata da uno stimolo alla tiroide. Sì a carni bianche e pesce, ottimo l’abbinamento con la salvia che è una buona fonte di fitoestrogeni. Via libera anche al burro, che grazie ai suoi grassi insaturi supporta la maturazione del corpo luteo.

La sera bisogna cercare associazioni sedative, come ad esempio riso burro e salvia, verdure con proprietà rilassanti come la valeriana, zucchine o fagiolini. Attenzione al pesce: per la sera prediligere quello ricco di calcio come alici, sogliola e rombo, che compensa lo iodio diminuendo l’effetto stimolante sul sistema nervoso.

Per quanto riguarda la frutta, meglio assumerla la mattina o a pranzo, scegliendo quella meno zuccherina: fragole, frutti di bosco, pesca bianca, pompelmo. Come frutta è possibile utilizzare quei frutti che contengono i fitoestrogeni per contrastare l’adrenergia: mango, papaia, ecc. oppure frutti contenenti potassio (miorilassante), come la banana, ma sempre avendo cura di bilanciarli dal punto di vista glicemico nel corso del pasto.

Molto utile l’attività fisica, ma a patto che sia costante e regolare, e soprattutto che l’intensità sia moderata: un’attività fisica troppo intensa e svolta negli orari sbagliati potrebbe sollecitare ulteriormente la produzione di ormoni corticosteroidei, con effetti contrerai a quelli desiderati. Un’attività a intensità bassa, svolta per mezz’ora al giorno nelle ore mattutine, è la migliore opzione per chi soffre di policistosi ovarica.


Quali micronutrienti integrare nel trattamento della policistosi ovarica?

Alcuni micronutrienti possono essere d’aiuto nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico, e sotto consiglio medico se ne può valutare l’integrazione.

Il primo fra tutti è l’inositolo (vitamina B7), che migliora la sensibilità all’insulina e di conseguenza migliora i sintomi legati all’insulina resistenza. L’inositolo ha inoltre un effetto positivo sulla funzionalità ovarica (riduzione dei valori degli androgeni sierici, dei trigliceridi plasmatici, della pressione arteriosa, dei livelli di insulina) e nel ristabilire un normale ciclo ovarico con una migliore maturazione ovocitaria.

In alcuni casi può essere utile l’abbinamento con la melatonina, che aiuta a migliorare la qualità degli ovociti, oltre che essere di supporto in caso di stati di ansia e insonnia.

Anche la vitamina D3 è importante per contrastare gli effetti dell’iperandrogenismo sui disturbi al sistema cardiovascolare (in particolare l’irrigidimento delle arterie).

Da valutare anche l’acido folico, gli acidi grassi Omega-3, e altre vitamine - indispensabili nell’insulinoresistenza perché migliorano la sensibilità all’insulina - come la vitamina B1, B2, B3 e C.


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