1. Che cos’è l’asma?
2. Quali gradi di asma esistono e quali sono i sintomi più comuni?
3. Quali sono gli agenti responsabili degli attacchi d’asma allergica?
4. I pollini scatenano allergie anche nelle persone non allergiche
5. Qual è la connessione tra asma e reflusso? Esistono altre patologie correlate con l’asma?
6. Quali sono le azioni di primo intervento da compiere se la crisi asmatica non cessa?
7. Si può guarire di asma?
8. Come si diagnostica l’asma e con quali terapie si cura?
9. Quali comportamenti aiutano a prevenire l’asma?
1. Che cos’è l’asma?
L’asma è una malattia che si manifesta attraverso un’infiammazione cronica delle vie aeree.
L’infiammazione genera un aumento della responsività bronchiale che, a sua volta, causa episodi ricorrenti (i cosiddetti “attacchi d’asma”) di crisi respiratorie, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e tosse.
2. Quali gradi di asma esistono e quali sono i sintomi più comuni?
L’asma è caratterizzata da episodi ricorrenti di respiro sibilante, senso di costrizione al petto, fame d’aria e tosse. Sono episodi molto variabili per intensità e durata.
L’asma può essere lieve, moderata o grave. Al momento della diagnosi, viene definita in base alla sintomatologia e alle alterazioni documentate con la spirometria, l’esame di valutazione della funzione polmonare capace di misurare sia i volumi - ovvero l’aria contenuta nei polmoni - sia i flussi, quindi la velocità con cui i volumi sono espulsi.
I sintomi possono essere indotti da meccanismi differenti, che consentono di distinguere i differenti tipi di asma.
Si distingue, fondamentalmente, l’asma allergica da quella non allergica. Oltre il 60% dei casi di asma è di origine allergica. La patologia si manifesta prevalentemente nell’infanzia e nelle prime decadi di vita, ma può insorgere anche successivamente a qualsiasi età.
In soggetti geneticamente predisposti si ha la produzione eccessiva di una specifica classe di anticorpi (le immunoglobuline di tipo E) nei confronti di sostanze presenti nell’ambiente (ad esempio i pollini). Questi anticorpi si localizzano sulla superficie delle cellule, ad esempio della mucosa del naso e dei bronchi. In presenza di un nuovo contatto con l’allergene, il legame di quest’ultimo con gli anticorpi porta a liberare sostanze che causano i sintomi e l’infiammazione.
Nonostante sia evidente l’esistenza di una predisposizione genetica all’asma allergica, non è possibile predire la comparsa della malattia sulla base dei geni (né da soli, né in combinazione). L’asma, dunque, è il risultato dell’interazione tra predisposizione individuale ed ambiente.
3. Quali sono gli agenti responsabili degli attacchi d’asma allergica?
Gli agenti responsabili degli attacchi d’asma allergica sono gli acari (Dermatophagoides), i derivati degli animali domestici (cane, gatto), i funghi (alternaria, aspergillo).
Gli acari sono allergeni perenni: sebbene si verifichino variazioni stagionali della loro concentrazione (maggiore in inverno, minore in estate), sono sempre presenti. Pertanto, i soggetti allergici agli acari devono adottare sempre misure per ridurre al minimo la loro presenza negli ambienti domestici.
4. I pollini scatenano allergie anche nelle persone non allergiche
Secondo uno studio del Max Planck Institute, i pollini sono diventati vettori degli inquinanti atmosferici e possono quindi scatenare rinite e asma anche nelle persone non allergiche.
I risultati dello studio tedesco mostrano che i pollini delle graminacee possono essere modificati da inquinanti atmosferici (come l’ozono, il biossido di azoto e il particolato), rendendoli capaci di attivare in modo più importante specifici recettori presenti sulle cellule, coinvolti nel rilascio di sostanze infiammatorie e nello sviluppo della sensibilizzazione agli allergeni.
5. Qual è la connessione tra asma e reflusso? Esistono altre patologie correlate con l’asma?
Il termine di “asma da reflusso” indica la presenza di crisi asmatiche provocate, in alcuni pazienti affetti da asma bronchiale, dalla presenza in esofago di succo acido proveniente dallo stomaco.
Il passaggio del succo acido dall’esofago ai bronchi comporta una stimolazione delle vie nervose e, in pazienti particolarmente sensibili, può scatenare i sintomi dell'asma quali tosse, fiato corto e oppressione al torace. Gli attacchi possono essere favoriti dalla posizione supina. È chiaro che il trattamento combinato dell’asma e della patologia da reflusso è fondamentale per controllare la patologia.
La stragrande maggioranza dei soggetti asmatici presenta un’infiammazione specifica (nota come infiammazione di tipo 2) che è alla base di altre patologie correlate all’asma, come rinite allergica, poliposi nasale, esofagite eosinofila e dermatite atopica.
Circa l’80% dei pazienti asmatici è affetto da rinite allergica. Oltre il 50% degli asmatici gravi presenta poliposi nasale.
6. Quali sono le azioni di primo intervento da compiere se la crisi asmatica non cessa?
Tutti i pazienti devono essere istruiti dal proprio medico su cosa è necessario fare subito in caso di crisi asmatica.
Poiché l’asma è caratterizzata da infiammazione e spasmo muscolare dei bronchi, il primo intervento è rappresentato dall’assunzione di un farmaco ad attività broncodilatatrice a rapida insorgenza d’azione, a cui è opportuno associare un farmaco ad azione anti-infiammatoria (corticosteroide inalatorio).
La mancata o incompleta risoluzione dei sintomi deve portare il paziente, a seconda della gravità, a consultare immediatamente il medico curante o il sistema di emergenza.
7. Si può guarire di asma?
In caso di sintomi asmatici è necessario giungere ad una diagnosi certa e definire un piano di cure, che in considerazione della variabilità dell’asma dovrà essere adattato nel tempo.
L’obiettivo del trattamento è duplice:
- il controllo della malattia, per evitare che si manifestino sintomi - di giorno e di notte, dopo sforzo – e per mantenere una funzione polmonare il più possibile vicina alla norma
- la riduzione del rischio futuro, per non incorrere in peggioramenti della malattia.
Con gli attuali trattamenti questi obiettivi sono raggiungibili nella stragrande maggioranza dei pazienti.
Ma l’asma è una patologia cronica: manifestando fasi di acuzie, persistenza e remissione, necessita di essere seguita nel tempo.
8. Come si diagnostica l’asma e con quali terapie si cura?
Per giungere alla diagnosi di asma, occorre associare alla visita pneumologica la dimostrazione di una anomalia della funzione polmonare, tramite i test di funzionalità respiratoria.
La causa dell’asma può essere poi indagata con vari esami, primo tra tutti la ricerca di una sensibilizzazione allergica (test allergici epicutanei).
La terapia per la cura dell’asma, trattandosi di malattia infiammatoria, si fonda su un farmaco irrinunciabile: il corticosteroide inalatorio. In particolare, da molti anni si utilizza un’associazione di broncodilatatori e corticosteroidi inalatori che consente di ottimizzare i risultati e ridurre la dose di corticosteroide inalatorio utilizzato.
In circa il 10% dei casi, questi farmaci non sono sufficienti: il paziente ha ripetute riacutizzazioni della malattia che lo portano ad utilizzare cortisonici sistemici, gravati da potenziali significativi effetti collaterali.
Inoltre, si stima che oltre la metà dei pazienti che soffre di asma e di altre malattie respiratorie croniche non segua costantemente la terapia prescritta dallo specialista, limitandosi a utilizzare gli inalatori di farmaci broncodilatatori in caso di attacco. Ma non seguire correttamente la cura espone al rischio di crisi asmatiche e di uno scadimento progressivo della qualità della vita.
9. Quali comportamenti aiutano a prevenire l’asma?
Tra i fattori ambientali su cui attuare una strategia di prevenzione dell’asma, quelli più realisticamente modificabili sono i fattori inquinanti. Tra di essi in particolare, il fumo di sigaretta: è un fattore irritante per le vie aeree di tutti che negli asmatici - i cui bronchi sono già infiammati - rappresenta un fattore aggravante.
L’obesità è un altro fattore di rischio per l’insorgenza dell’asma e rende più difficile il controllo dell’asma in chi ne soffre. Seguire un’alimentazione sana è quindi di fondamentale importanza.
Infine, l’attività fisica è consigliata nel soggetto asmatico purché la sua asma sia sempre sotto controllo.