Medicina

COME ABBASSARE IL COLESTEROLO CON GLI INTEGRATORI?

HDL
Colesterolo
Berberina
LDL
Omega-3
Sangue
Riso
Fibre
Giorgio Sciarra

01/11/2023

1. Che cos’è l’ipercolesterolemia?
2. Approccio farmacologico all’ipercolesterolemia
3. Riso rosso fermentato
4. Berberina
5. Steroli e stanoli vegetali
6. Fibre alimentari
7. Omega-3


1. Che cos’è l’ipercolesterolemia?

L'ipercolesterolemia è una condizione medica caratterizzata da livelli elevati di colesterolo nel sangue. Il colesterolo è una sostanza lipidica presente nel corpo umano che svolge un ruolo importante nella produzione di ormoni, nella formazione delle membrane cellulari e nella sintesi della vitamina D.

Tuttavia livelli elevati di colesterolo, e soprattutto di LDL (low-density lipoproteins, meglio noto come “colesterolo cattivo”), possono essere dannosi per la salute, in quanto le LDL possono accumularsi sulle pareti delle arterie, formando delle placche che restringono o bloccano il flusso sanguigno e determinando la condizione nota come aterosclerosi. L’aterosclerosi rappresenta il principale fattore di rischio per le patologie cardiovascolari, in quanto può determinare infarto del miocardio o ictus.

Al contrario il colesterolo HDL (high density lipoprotein o “colesterolo buono”) rappresenta un fattore protettivo verso le malattie cardiovascolari: in questo caso sono i bassi livelli di colesterolo ad essere dannosi, rappresentando una delle condizioni che concorre alla genesi della sindrome metabolica.

L'ipercolesterolemia può essere una condizione ereditaria (familiare) o acquisita: la forma familiare ha un’origine genetica e comporta il fatto che sia il nostro stesso organismo a produrre o elaborare il colesterolo in eccesso, mentre la forma acquisita può essere causata da una dieta ricca di grassi saturi e colesterolo, mancanza di attività fisica, obesità, diabete o altri fattori di rischio.

Il trattamento dell'ipercolesterolemia di solito comporta modifiche dello stile di vita, come una dieta equilibrata a basso contenuto di grassi saturi e colesterolo, l'esercizio fisico regolare e la perdita di peso. In alcuni casi, tuttavia, le modifiche della vita quotidiana possono non essere sufficienti e può diventare necessario ricorrere alla terapia medica.

La possibilità di attuare un trattamento non farmacologico con integratori per l'ipercolesterolemia sta ricevendo crescente attenzione: è infatti considerata un'importante azione preventiva da intraprendere quando l'ipercolesterolemia è lieve o moderata, e quando non vi è evidenza di danno d'organo, anche perchè evita eventuali effetti collaterali indesiderati derivanti dall’assunzione di farmaci.


2. Approccio farmacologico all’ipercolesterolemia

In caso di riscontro di ipercolesterolemia agli esami ematochimici, la prima cosa da fare è valutare la gravità dei livelli di colesterolo e l’eventuale presenza di danno d’organo. Qualora siano molto elevati e sia presente danno d'organo evidente, l’intervento di scelta è la terapia farmacologica.

I possibili danni d’organo derivanti dall’ipercolesterolemia sono dovuti alla formazione di placche aterosclerotiche nelle pareti delle arterie: a seconda del vaso interessato si può verificare coronaropatia, quando la formazione di placche avviene nelle arterie coronarie che forniscono sangue al cuore, malattia cerebrovascolare, quando le placche si formano nelle arterie che alimentano il cervello, malattia renale, nel caso in cui siano colpite le arterie renali, o infine malattia periferica arteriosa, quando sono coinvolte le arterie periferiche, riducendo il flusso sanguigno alle estremità.

Le statine rappresentano la prima linea nella gestione dell’ipercolesterolemia grave o con danno d’organo, anche se questi farmaci non sono sempre ben tollerati. Inoltre, molti pazienti sono considerati resistenti alle statine perché non riescono a raggiungere un'adeguata riduzione dei livelli di colesterolo LDL o sono soggetti a effetti avversi, ad esempio miopatia e aumento dell'attività degli enzimi epatici.

Per le persone che mostrano un'intolleranza alla terapia con statine e che si qualificano per il trattamento farmacologico a causa del loro alto rischio cardiovascolare, le alternative più appropriate sono gli inibitori dell'assorbimento del colesterolo (ezetimibe) o i nuovi inibitori dell’enzima PCSK9. Questi farmaci hanno dimostrato di agire diminuendo la degradazione dei recettori LDL, aumentando il ricircolo del recettore sulla superficie degli epatociti e, quindi, abbassando i livelli di LDL nel sangue.

Tuttavia in assenza di danno d’organo e con ipercolesterolemia lieve o moderata gli integratori dovrebbero essere considerati, grazie alle loro capacità di abbassare il colesterolo LDL senza generare effetti collaterali avversi.

Allo stesso modo, in caso di scarso controllo dei valori, nonostante la terapia farmacologica, gli integratori potrebbero rappresentare un supporto efficace.

Un gran numero di integratori ad attività ipolipemizzante sono attualmente disponibili sia in farmacia che come prodotti da banco.


3. Riso rosso fermentato

Gli estratti di lievito di riso rosso fermentato da Monascus purpureus (responsabile del colore rossastro) producono metaboliti secondari fungini che contengono steroli, isoflavoni, acidi grassi monoinsaturi e monacolina K. Il loro meccanismo d'azione è noto: la monacolina K agisce come inibitore della idrossimetilglutaril-CoA (HMG-CoA) reduttasi, enzima coinvolto nella produzione di colesterolo nel fegato, come fanno anche le statine.

Secondo la Commissione Europea, mediante questo tipo di integratori è opportuno assumere un apporto massimo di monacoline totale giornaliero inferiore a 3 mg.

Va ricordato che l’integratore non deve essere assunto da donne in gravidanza o in allattamento, da persone sotto i 18 anni e oltre i 70 anni, e prima di iniziarlo deve essere sempre consultato un medico. Sono stati, infatti, riportati possibili effetti indesiderati come miopatia e alterazione della funzionalità epatica.


4. Berberina

La berberina è un alcaloide che si può trovare nelle piante appartenenti alla specie Berberis: di solito si ricava dalle radici, i rizomi, gli steli e la corteccia dall'erba cinese Coptis chinensis.

Il meccanismo d'azione della barberina sembra comportare una diminuzione del colesterolo plasmatico nei pazienti ipercolesterolemici, mediata dall'aumento dell'espressione epatica del recettore LDL che capta le LDL circolanti. Sulla base di questo meccanismo, la berberina agisce sul colesterolo cattivo. Gli integratori a base di berberina hanno mostrato sia un'elevata sicurezza che tolleranza, anche se alcuni effetti collaterali possono includere costipazione, diarrea, distensione addominale e sapore amaro in bocca.

Inoltre, devono essere prese in considerazione possibili interazioni berberina-farmaco, considerando che questo composto può diminuire le attività di alcuni citocromi epatici.

5. Steroli e stanoli vegetali

Gli steroli e stanoli vegetali sono composti naturalmente presenti nelle piante, come frutta, verdura e noci, che aiutano nel trattamento dell’ipercolesterolemia riducendo l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale.

In particolare, steroli e stanoli vegetali assunti nella dose di 2 grammi al giorno possono inibire l'assorbimento del colesterolo e abbassare i livelli di LDL dall'8 al 10% e ridurre i trigliceridi plasmatici del 6-9%. A questa dose, l'effetto riducente mediato dallo sterolo e dallo stanolo vegetale può essere additivo se sommato a quello delle statine, mediando un effetto equivalente al raddoppio della dose di statina.

Non sono noti effetti collaterali. Tuttavia, una delle principali preoccupazioni derivanti dall’assunzione è la possibile interazione negativa con l'assorbimento delle vitamine liposolubili. L'uso efficace di steroli e stanoli vegetali come integratori alimentari o ingredienti negli alimenti funzionali è, inoltre, ancora piuttosto limitato a causa della loro bassa solubilità nei grassi e insolubilità in acqua, nonostante la comprovata efficacia.


6. Fibre alimentari

Il termine «fibra alimentare» indica in generale le sostanze vegetali resistenti alla digestione nell'intestino tenue umano. Le fibre solubili includono psillio, pectina, semi di lino, β glucani e gomma di guar, mentre le fibre insolubili sono rappresentate da cellulosa, lignani e crusca di frumento.

In generale, i benefici per la salute delle fibre alimentari sono dovuti alla loro capacità di agire come sequestranti degli acidi biliari e al legame con il colesterolo nel tratto digestivo, in grado di ridurre i livelli circolanti di LDL (quest’ultimo effetto è mediato solo dalle fibre solubili). Inoltre possono inibire la sintesi degli acidi grassi epatici e, come effetti secondari, ridurre l'assorbimento dei macronutrienti e migliorare la motilità intestinale.


7. Omega-3

Gli omega-3 sono un tipo di acidi grassi polinsaturi essenziali importanti per il corretto funzionamento del nostro organismo e comprendono principalmente l’acido eicosapentaenoico (EPA), l’acido docosaesaenoico (DHA) e l’acido alfa-linolenico (ALA). Gli omega-3 sono noti per i loro benefici per la salute cardiovascolare, compreso il loro ruolo nel controllo dell'ipercolesterolemia.

Il loro meccanismo d’azione si basa sulla capacità di ridurre i trigliceridi nel sangue, agendo a livello della loro produzione epatica e migliorando quindi il profilo lipidico, di aumentare i livelli di colesterolo HDL, che a sua volta è in grado di ridurre i livelli circolanti di LDL e di agire come anti-infiammatorio.

È importante notare che gli omega-3 possono essere ottenuti attraverso la dieta (salmone, trota, sardine, aringhe, semi di lino, semi di chia e noci) o tramite integratori alimentari come l'olio di pesce.

Nonostante l’assunzione di omega-3 sia in genere scevra da effetti collaterali, alcune persone possono sperimentare disturbi gastrointestinali come bruciore di stomaco, eruttazione, nausea, diarrea o mal di stomaco. Si tratta di sintomi generalmente lievi e transitori.


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