Medicina

DOLORE E ANALGESIA

Antidolorifici
Dolore
cronico
Fans
Antidepressivi
acuto
ANALGESIA
paracetamolo
Giorgio Sciarra

30/08/2024

1. Che cos’è il dolore e come viene trasmesso?

2. Che cos’è l’analgesia?

3. Quali sono i principali farmaci antidolorifici e come agiscono?

4. Quali sono le principali terapie analgesiche non farmacologiche?


1. Che cos’è il dolore e come viene trasmesso?

Il dolore è una sensazione e un'esperienza emotiva spiacevole, associata a danni tissutali reali o potenziali. È un meccanismo di difesa fondamentale che avverte il corpo di un possibile pericolo, inducendo reazioni di protezione.

Prendendo in considerazione la durata, il dolore può essere classificato in acuto, con una durata breve e insorgenza solitamente improvvisa, o cronico, persistente per lunghi periodi e spesso con un esordio graduale.

La trasmissione e l’elaborazione del dolore avvengono attraverso meccanismi estremamente complessi, che possono essere riassunti nei seguenti passaggi:

  • Stimolazione: il dolore inizia con la stimolazione di recettori specifici chiamati nocicettori, situati nelle terminazioni nervose della pelle, dei muscoli, delle articolazioni e degli organi interni. Questi recettori vengono attivati da stimoli meccanici (come pressione o tagli), termici (caldo o freddo eccessivi) o chimici (sostanze chimiche rilasciate dai tessuti danneggiati)
  • Trasmissione: una volta attivati, i nocicettori trasmettono segnali elettrici attraverso le fibre nervose (afferenti primarie) verso il midollo spinale. Questi segnali viaggiano lungo i nervi periferici fino a raggiungere il corno dorsale del midollo spinale
  • Elaborazione spinale: nel midollo spinale, i segnali vengono elaborati e possono essere modulati (amplificati o inibiti) prima di essere trasmessi al cervello. I neuroni di secondo ordine trasmettono i segnali attraverso varie vie ascendenti, come il tratto spinotalamico
  • Percezione: i segnali raggiungono il talamo, una stazione centrale di smistamento nel cervello, che poi invia le informazioni alle varie aree della corteccia cerebrale. La corteccia somatosensoriale è coinvolta nella localizzazione e nell'intensità del dolore, mentre altre aree, come la corteccia cingolata anteriore e l'insula, sono coinvolte nella componente emotiva e affettiva del dolore
  • Risposta: il cervello elabora e interpreta i segnali di dolore, producendo una risposta appropriata. Questa risposta può includere una reazione fisica (ritirare la mano da una superficie calda), una risposta emotiva (sentimenti di angoscia) e una risposta comportamentale (cercare di evitare la fonte del dolore in futuro).

Il sistema nervoso inoltre dispone di una serie di meccanismi intrinseci per modulare il dolore:

  • Endorfine ed encefaline: neurotrasmettitori naturali che possono inibire la trasmissione del dolore
  • Vie discendenti inibitorie: percorsi neuronali dal cervello al midollo spinale, che possono ridurre la sensazione di dolore attraverso l'inibizione dei segnali dolorosi
  • Placebo ed effetti psicologici: aspettative e credenze possono influenzare la percezione del dolore.

Questi meccanismi modulano l'intensità del dolore percepito e possono spiegare perché persone diverse possano avere esperienze diverse di dolore, in risposta a stimoli simili.


2. Che cos’è l’analgesia?

L'analgesia è la riduzione o la rimozione del dolore, in risposta a uno stimolo che normalmente causerebbe dolore. Questo stato può essere ottenuto attraverso vari strumenti tra cui farmaci, tecniche mediche e metodi psicologici.

L'analgesia è un obiettivo comune nel trattamento del dolore acuto e cronico e viene utilizzata in diverse situazioni cliniche come interventi chirurgici, traumi, malattie croniche e condizioni dolorose acute.


3. Quali sono i principali farmaci antidolorifici e come agiscono?

Tra i diversi strumenti analgesici, sicuramente i farmaci antidolorifici sono quelli più diffusamente utilizzati per via della loro praticità, della loro disponibilità e della loro economicità rispetto altri mezzi. Tra i farmaci antidolorifici, i più utilizzati sono:

  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): i FANS sono spesso la prima scelta per trattare il dolore lieve o moderato, specialmente se accompagnato da infiammazione. I FANS più comuni sono l'ibuprofene e il naprossene. Questi farmaci funzionano bloccando gli enzimi cicloossigenasi (COX-1 e COX-2) e riducendo così la produzione di prostaglandine, sostanze chimiche che causano infiammazione, dolore e febbre
  • Paracetamolo: il paracetamolo è un altro farmaco comune per il dolore lieve o moderato e per la febbre. Anche se il suo meccanismo d'azione non è completamente chiaro, si ritiene che agisca all’interno del sistema nervoso centrale riducendo la produzione di prostaglandine. È spesso preferito, quando non è necessario un effetto antinfiammatorio
  • Oppioidi: per il dolore più severo, come quello post-operatorio o causato da malattie croniche, alcune volte si può ricorrere agli oppioidi. Farmaci come il tramadolo, l'ossicodone e il fentanyl agiscono sui recettori oppioidi nel cervello e nel midollo spinale, bloccando la trasmissione dei segnali dolorosi e alterando la percezione del dolore. Questi farmaci devono essere usati con estrema cautela e soltanto sotto stretta supervisione di un medico esperto, a causa dell’elevato rischio di dipendenza e di altri effetti collaterali
  • Antidepressivi: gli antidepressivi, come l'amitriptilina e la duloxetina, possono essere utili per il trattamento del dolore neuropatico o cronico. Questi farmaci modulano i livelli di neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina, che possono influenzare la percezione del dolore
  • Anticonvulsivanti: sempre per il dolore neuropatico, farmaci come la gabapentina e il pregabalin sono spesso efficaci. Stabilizzano le membrane nervose e riducono l'eccitabilità dei neuroni, diminuendo la trasmissione dei segnali dolorosi
  • Corticosteroidi: i corticosteroidi, come il prednisone e il desametasone, sono utilizzati per ridurre l'infiammazione e il dolore in condizioni infiammatorie severe. Agiscono inibendo la produzione di prostaglandine e di altre sostanze chimiche pro-infiammatorie
  • Capsaicina: la capsaicina, presente in creme o cerotti, è usata per trattare il dolore neuropatico localizzato. Funziona esaurendo la sostanza P dai nervi periferici e riducendo così la trasmissione dei segnali dolorosi.


4. Quali sono le principali terapie analgesiche non farmacologiche?

Oltre ai farmaci analgesici, esistono una serie di terapie analgesiche non farmacologiche che possono aiutare a gestire il dolore: questi approcci possono essere particolarmente utili per ridurre la necessità di farmaci, minimizzare gli effetti collaterali e migliorare la qualità della vita. Le principali terapie non farmacologiche analgesiche sono:

  • Crioterapia e termoterapia: l'applicazione di ghiaccio o calore può essere molto utile per ridurre il dolore
  • Idroterapia: l'uso terapeutico dell'acqua, sia calda che fredda, in speciali vasche può alleviare il dolore muscolare e articolare
  • TENS (stimolazione elettrica transcutanea dei nervi): questo metodo utilizza piccoli dispositivi che inviano impulsi elettrici attraverso la pelle per interferire con la trasmissione dei segnali di dolore, aiutando a ridurre la percezione del dolore
  • Neurostimolazione spinale: in questo caso, viene impiantato un dispositivo vicino al midollo spinale che invia impulsi elettrici per bloccare i segnali di dolore
  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): la CBT aiuta i pazienti a cambiare il modo in cui elaborano il dolore e reagiscono ad esso. Questo approccio può migliorare la gestione del dolore attraverso strategie di coping più efficaci
  • Mindfulness e meditazione: si tratta di tecniche che promuovono la consapevolezza e la concentrazione sul momento presente, riducendo lo stress e la percezione del dolore
  • Agopuntura: questa tecnica della medicina tradizionale cinese prevede l'inserimento di aghi sottili in punti specifici del corpo per alleviare il dolore.


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