Medicina

ERNIA IATALE: SINTOMI, CAUSE E TRATTAMENTI

Reflusso
Gastroesofageo
Antiacidi
stomaco
Iatale
Bruciore
Addome
Ernia
Torace
Giorgio Sciarra

03/01/2024

1. Cosa è l'ernia iatale e come si manifesta?

2. Gestire i sintomi dell'ernia iatale

3. Opzioni di trattamento chirurgico per l'ernia iatale

4. Ernia iatale e complicazioni associate

5. Ernia iatale e reflusso gastroesofageo


1. Cosa è l'ernia iatale e come si manifesta?

L'ernia iatale è una malformazione anatomica caratterizzata dalla errata dislocazione di parte dello stomaco, che nei casi più frequenti risale dall’addome al torace attraverso un foro del diaframma chiamato iato diaframmatico esofageo. Questa patologia può avere un impatto significativo sulla salute complessiva del paziente. È una condizione molto frequente, tipica dei soggetti adulti, che interessa circa il 20% dei soggetti che si sottopongono ad esame endoscopico.

L’ernia iatale si classifica in base al maccanismo per cui parte dello stomaco si disloga:

  • Ernia iatale da scivolamento: è la forma più frequente (95% dei casi), in cui la porzione più prossimale dello stomaco si sposta in alto al di sopra del diaframma attraverso l’allargamento dello iato esofageo
  • Ernia iatale paraesofagea: è la forma più rara in cui si verifica l’erniazione di parte del fondo gastrico, attraverso un difetto della membrana connettivale a lato dello iato esofageo, che va a posizionarsi lateralmente all'esofago.

I sintomi comuni associati a un'ernia iatale possono variare da persona a persona: molti pazienti segnalano bruciore di stomaco, rigurgito acido, dolore toracico e difficoltà nella deglutizione. Il bruciore di stomaco è spesso causato dal reflusso acido che si verifica quando i succhi gastrici risalgono nell'esofago, irritandolo. La sensazione di rigurgito acido può accompagnare la deglutizione, e il dolore toracico può essere interpretato erroneamente come un problema cardiaco.

La diagnosi di un'ernia iatale coinvolge spesso l'utilizzo di esami di imaging come la radiografia contrastata dell'esofago o la tomografia computerizzata. Inoltre, gli esami endoscopici, come l'esofagogastroduodenoscopia (EGDS), possono essere utilizzati per esaminare direttamente l'esofago e lo stomaco alla ricerca di anomalie.

Le cause dell'ernia iatale sono eterogenee, ma l'invecchiamento, l'obesità, la stipsi e il fumo sono fattori di rischio noti. Altre possibili cause sono la gravidanza e l'aumento della pressione addominale causato da tosse cronica o stitichezza.

L'impatto sulla salute di un'ernia iatale può essere significativo: il reflusso acido costante può portare a danni all'esofago, causando esofagite e, in casi più gravi, ulcere o stenosi esofagea fino all’adenocarcinoma esofageo.

In alcuni casi l'ernia iatale può ridursi, ossia lo stomaco può tornare nella sua posizione normale nell'addome attraverso l'apertura nel diaframma, spontaneamente. Questo però avviene solo temporaneamente, ad esempio durante il cambio di posizione del corpo o durante la digestione, quando lo stomaco si contrae e si espande. Nel tempo, a meno di interventi chirurgici, l’ernia si riformerà nuovamente, dal momento che l’anatomia del diaframma è compromessa.

Il trattamento dell'ernia iatale varia in base alla gravità dei sintomi e alla presenza di complicazioni: le opzioni terapeutiche includono cambiamenti nello stile di vita, farmaci antiacidi e, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico per riposizionare lo stomaco e riparare il diaframma.


2. Gestire i sintomi dell'ernia iatale

Il trattamento dell'ernia iatale può includere diverse strategie per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita. Per il sollievo dal dolore associato al bruciore di stomaco e al reflusso acido, possono essere prescritti farmaci antiacidi o inibitori di pompa protonica: questi farmaci riducono la produzione di acido gastrico, alleviando i sintomi e permettendo la cicatrizzazione dell'esofago irritato.

Modifiche dietetiche sono spesso raccomandate per gestire l'ernia iatale. E’ fondamentale infatti una dieta che eviti cibi piccanti, grassi, fritti, cioccolato, pomodori, bevande gassate caffè, tè, brodi e agrumi, al fine di ridurre la frequenza e l'intensità del reflusso acido. Inoltre, consumare pasti più piccoli ed evitare di coricarsi immediatamente dopo aver mangiato può contribuire a prevenire il reflusso.

Inoltre, adottare stili di vita sani è cruciale nella gestione dell'ernia iatale: mantenere un peso corporeo sano riduce la pressione addominale, aiutando a prevenire la protrusione dello stomaco attraverso il diaframma. L'abbandono del fumo è altrettanto importante, poiché il fumo può aumentare la produzione di acido gastrico e indebolire il muscolo del diaframma.

Anche l'attività fisica è utile nella gestione dell’ernia iatale, perché può contribuire a mantenere un peso sano ed a favorire la digestione. Tuttavia, è essenziale evitare esercizi che aumentino la pressione intra-addominale come gli addominali intensi, che potrebbero aggravare i sintomi.

Per coloro che preferiscono evitare l'opzione chirurgica, ci sono diverse opzioni mediche e trattamenti non chirurgici disponibili: le terapie fisiche, come il biofeedback per rinforzare i muscoli del pavimento pelvico, possono essere considerate. Inoltre, l'uso di cuscini speciali durante il sonno può aiutare a mantenere una posizione elevata, riducendo il rischio di reflusso notturno.


3. Opzioni di trattamento chirurgico per l'ernia iatale

La chirurgia è spesso considerata quando l'ernia iatale causa sintomi gravi o quando non risponde alle terapie conservative, dal momento che l’intervento è l’unico metodo che permette di riparare un danno anatomico. Le tecniche chirurgiche per l'ernia iatale variano a seconda del tipo di ernia, ma l'obiettivo principale è riposizionare lo stomaco nella sua sede anatomica corretta e riparare eventuali difetti nel diaframma.

Tra le tecniche chirurgiche più comuni c'è la fundoplicatio: l’intervento consiste nel riportare verso il basso, nella giusta collocazione, la porzione di stomaco che è erniata nel mediastino, attraverso una semplice trazione verso il basso. Successivamente si ripara lo slargamento diaframmatico, rimodellando lo iato esofageo, e si esegue una plicatura del fondo gastrico, ossia una parte del fondo dello stomaco viene ruotato intorno all’esofago e fissata sul davanti, per rinforzare lo sfintere esofageo inferiore e prevenire il reflusso acido. È un intervento importante, con recidiva possibile e rischio di complicanze. Tra di esse una delle più temibile è la disfagia, dovuta ad una compressione troppo stretta sull’esofago addominale a causa dell’eccessiva plicatura.

Oltre alla fundoplicatio, un'altra tecnica è la riparazione laparoscopica, che avviene mediante l'utilizzo di piccole incisioni e l'inserimento di strumenti attraverso di esse per eseguire l'intervento.

In entrambe le procedure, come con qualsiasi procedura chirurgica, ci sono i rischi associati all'operazione stessa come infezioni, sanguinamento, reazioni avverse all'anestesia e danni agli organi circostanti.

Il recupero post-operatorio dall'intervento chirurgico per l'ernia iatale può variare a seconda della tecnica utilizzata e delle condizioni specifiche del paziente. Nei casi di chirurgia laparoscopica, il periodo di recupero tende ad essere più breve. In entrambi i casi, i soggetti possono sperimentare dolore moderato, gonfiore e disagio nei primi giorni dopo l'intervento.

Il successo dell'intervento chirurgico per l'ernia iatale è generalmente valutato in base alla riduzione dei sintomi e alla prevenzione del reflusso acido: molte persone riportano un significativo sollievo dai sintomi dopo l'operazione, con miglioramenti nella qualità della vita.


4. Ernia iatale e complicazioni associate

La complicanza più comune associata all’ernia iatale è il reflusso acido cronico, che può causare danni all'esofago e portare ad esofagite, ulcere o stenosi esofagea. Il reflusso persistente, oltre a determinare irritazione della mucosa esofagite, può portare ad una condizione nota come esofago di Barrett, che consiste in una metaplasia intestinale dell’esofago distale. In buona sostanza, si verifica un cambiamento della mucosa esofagea al fine di adattare l’epitelio al continuo insulto chimico esercitato dal succo gastrico portato dal reflusso. Nonostante la metaplasia abbia una funzione protettiva, rappresenta un vero e proprio rischio per la salute in quanto si tratta di una lesione pre-cancerosa, che nel lungo termine potrebbe generare un adenocarcinoma: questo è uno dei motivi per cui, quando vi è un’ernia da scivolamento, va fatta un’attenta diagnosi per capire l’entità del quadro e decidere come trattare il soggetto.

Altre complicanze, più rare, possono essere:

  • Ristagno alimentare e vomito: si può verificare se l’ernia è molto voluminosa e il transito diaframmatico è ristretto
  • Strozzamento dell’ernia: in caso di rotazione del viscere sul proprio asse fino ad avere un punto di fissità anomalo, si può determinare un problema di vascolarizzazione, che può esitare in una condizione nota come addome acuto. Nei casi più complessi si può avere persino una necrosi della porzione erniata con infiammazione diffusa del mediastino
  • Ematemesi e melena, in caso di ulcerazione della mucosa con manifestazioni di sanguinamento.

Queste ultime condizioni rappresentano complicanze gravi e pericolose per la vita. Pertanto, è bene prestare attenzione ai segni di allarme come il dolore persistente, un aumento della gravità dei sintomi da reflusso, la difficoltà nella deglutizione e la comparsa di vomito.

Inoltre, il monitoraggio regolare è essenziale per prevenire e gestire queste complicanze: i soggetti affetti da ernia iatale dovrebbero essere sottoposti a controlli periodici per valutare la gravità della situazione e apportare eventuali modifiche al piano di trattamento. Gli esami di imaging e le endoscopie possono essere utilizzati per monitorare lo stato dell'esofago e identificare precocemente eventuali segni di complicanze.


5. Ernia iatale e reflusso gastroesofageo

Come già ampiamente detto, l’ernia iatale si estrinseca solitamente con la presenza di sintomi simili a quelli della malattia da reflusso esofageo: esiste una relazione estremamente forte tra ernia e reflusso, che spesso si verificano insieme.

Il reflusso gastroesofageo è una condizione in cui i contenuti gastrici risalgono dallo stomaco verso l'esofago. In un individuo sano, lo sfintere esofageo inferiore (LES) funge da valvola tra lo stomaco e l'esofago, impedendo al cibo e agli acidi gastrici di risalire. Tuttavia, nell'ernia iatale questa barriera può essere compromessa. Inoltre lo spostamento dello stomaco verso il torace attraverso il diaframma può comportare una pressione addominale aumentata, favorendo il rilascio degli acidi gastrici nell'esofago e causando il reflusso acido. Per questo motivo, entrambe le situazioni spesso coesistono e si manifestano con gli stessi sintomi.

Il trattamento di questa coppia di condizioni spesso coinvolge una gestione integrata: terapie farmacologiche come gli inibitori della pompa protonica e gli antiacidi possono essere prescritti per ridurre l'acidità gastrica e alleviare i sintomi. Tuttavia, allo stesso tempo, cambiamenti nello stile di vita come la modifica della dieta e la perdita di peso sono spesso raccomandati per ridurre la pressione addominale.

Ecco di seguito alcuni consigli pratici per la gestione del reflusso:

  • Alimenti da preferire: anzitutto le fibre, come quelle contenute nella frutta, nella verdura e nei cereali integrali, che possono aiutare a regolare la digestione e ridurre la pressione intra-addominale. Da preferire anche le proteine magre, come quelle contenute in carne bianca, pesce, tofu e legumi, latticini a basso contenuto di grassi come latte scremato e yogurt magro, e gli acidi grassi omega-3 come pesce grasso, semi di lino e olio d'oliva
  • Alimenti da evitare: cibi piccanti e grassi, agrumi, caffè, te, cioccolato e menta. Tutti questi alimenti possono aumentare l’acidità e/o favorire il rilasciamento del LES
  • Comportamenti utili: occorre optare per pasti piccoli e frequenti, evitando di mangiare abbondantemente prima di andare a letto, masticare bene, mangiando lentamente e senza parlare per ridurre l’ingestione di aria, ed elevare la testa durante il sonno.


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