1. Che cos’è il lattosio?
2. Che significa essere intolleranti al lattosio?
3. Quando sospettare un’intolleranza al lattosio?
4. Come si fa diagnosi di intolleranza al lattosio?
5. Quali sono le condizioni cliniche da escludere in presenza di sintomatologia tipica?
6. Come gestire l’intolleranza al lattosio?
1. Che cos’è il lattosio?
Il lattosio è un disaccaride composto da due zuccheri più semplici: il glucosio e il galattosio, legati insieme da un legame glicosidico. Questa molecola si trova in una notevole varietà di prodotti lattiero-caseari tra cui latte, formaggi, yogurt e burro. Il lattosio rappresenta una fonte importante di carboidrati e di energia soprattutto nei primi anni di vita, quando il latte materno o formulato rappresenta la principale fonte di nutrizione per i neonati. È particolarmente essenziale per il normale sviluppo dei bambini, poiché il glucosio è una fonte di energia primaria per il cervello in crescita.
Tuttavia, per essere utilizzato dall'organismo il lattosio dev’essere scisso nei suoi componenti base, il glucosio e il galattosio, che possono essere così assorbiti e usati per produrre energia. Questa scissione è catalizzata dall'enzima lattasi, presente nella mucosa dell'intestino tenue.
2. Che significa essere intolleranti al lattosio?
L'intolleranza al lattosio è una condizione comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e che si verifica quando una persona non produce a sufficienza l'enzima lattasi per digerire il lattosio. Senza un'adeguata attività della lattasi, il lattosio indigerito causa una serie di sintomi digestivi spiacevoli nell'intestino tenue, come gonfiore, crampi addominali, flatulenza e diarrea dopo aver consumato alimenti o bevande contenenti lattosio.
L'intolleranza al lattosio può essere di diversi tipi:
- Primaria: questa è la forma più comune e si sviluppa con l'età. Molti individui in tutto il mondo sviluppano una riduzione dei livelli di lattasi nell'infanzia o nell'età adulta
- Secondaria: si verifica a seguito di danni all'intestino tenue, ad esempio a causa di infezioni, malattie infiammatorie intestinali o interventi chirurgici
- Congenita: questa forma rara è presente sin dalla nascita e si verifica quando un neonato nasce con una carenza totale di lattasi.
Per gestire l'intolleranza al lattosio, molte persone evitano i prodotti lattiero-caseari contenenti lattosio o ricorrono a prodotti senza lattosio o integratori di lattasi.
3. Quando sospettare un’intolleranza al lattosio?
Il primo sospetto deriva sempre dai sintomi manifestati dal paziente. L’eventuale presenza di un’intolleranza deve essere considerata nel caso in cui si noti, entro poche ore dall'assunzione di prodotti lattico-caseari, la comparsa di sintomi tipici come:
- Gonfiore addominale: una sensazione di gonfiore o distensione addominale, che si prova dopo aver consumato cibi o bevande contenenti lattosio
- Crampi addominali: dolori o crampi nella zona addominale, spesso accompagnati da disagio
- Flatulenza: produzione eccessiva di gas intestinali, che può portare a flatulenza
- Diarrea: diarrea acquosa o morbida, spesso seguita da una sensazione di urgenza
- Nausea: alcune persone con intolleranza al lattosio possono sperimentare nausea dopo aver consumato lattosio.
È importante notare che questi sintomi possono essere causati da altre condizioni digestive: la diagnosi di intolleranza al lattosio dovrebbe essere quindi confermata da un professionista medico e confrontata con altre possibili condizioni.
4. Come si fa diagnosi di intolleranza al lattosio?
In presenza di un forte sospetto di intolleranza al lattosio si consiglia di:
- Registrare i propri sintomi, tenendo un diario alimentare in cui si annota tutto ciò che si mangia o di beve, insieme ai sintomi sperimentati e ai loro orari
- Andare per esclusione, provando ad eliminare i prodotti lattiero-caseari dalla dieta per un breve periodo di tempo (solitamente due settimane) per verificare se c’è un miglioramento dei sintomi, re-introducendo successivamente il lattosio nella dieta per osservare se i sintomi ritornano o meno
- Consultare un medico per ottenere una diagnosi accurata.
Il medico potrebbe consigliare test specifici da eseguire come:
- Breath test (test del respiro) al lattosio: durante questo test, al soggetto viene chiesto di bere un preparato contenente lattosio. Successivamente vengono prese diverse misurazioni del respiro per un periodo di alcune ore. Se il paziente è intollerante al lattosio, il lattosio non digerito nell'intestino tenue viene fermentato dalle batterie intestinali, producendo gas tra cui l'idrogeno che viene prima assorbito nel flusso sanguigno e successivamente espirato dai polmoni. Pertanto un aumento significativo dei livelli di idrogeno espirato indica un test positivo per l'intolleranza al lattosio. Il test del respiro al lattosio è non invasivo e spesso considerato il metodo diagnostico di prima scelta
- Test del sangue per la lattasi: questo esame consiste nel prelievo di un campione di sangue dal paziente, seguito da una misurazione dei livelli di lattasi o di enzimi correlati nel sangue. In caso di intolleranza, i livelli di lattasi possono essere ridotti o assenti nel sangue, suggerendo la diagnosi. Questo test è meno comune rispetto al test del respiro al lattosio ed è utilizzato di solito quando il test del respiro non è disponibile
- Test genetici: si tratta di un’analisi del DNA del soggetto allo scopo di identificare specifiche varianti genetiche associate alla condizione, come i geni che producono la lattasi. La presenza di queste varianti genetiche può suggerire una maggiore probabilità di sviluppare intolleranza al lattosio, ma non conferma necessariamente la condizione patologica. Questo tipo di test può essere utile per comprendere la predisposizione genetica all'intolleranza al lattosio, ma non è diagnostico e raramente è indicato.
La gestione dell'intolleranza al lattosio comporta spesso l'adattamento della dieta per evitare cibi e bevande contenenti lattosio. Tuttavia, esistono anche alternative senza lattosio disponibili sul mercato, come il latte di mandorle, il latte di soia o il latte di cocco. Inoltre è possibile utilizzare integratori di lattasi per aiutare a digerire il lattosio in modo più efficace.
5. Quali sono le condizioni cliniche da escludere in presenza di sintomatologia tipica?
Nel caso in cui un soggetto lamenti la sintomatologia sopradescritta, prima di pensare all’intolleranza al lattosio è bene escludere altre patologie come:
- La sindrome dell'intestino irritabile (IBS): l'IBS è una condizione comune che può causare sintomi quali gonfiore, crampi addominali, diarrea e stitichezza, somigliando molto a quelli dell'intolleranza al lattosio, anche se in questo caso si tratta di sintomi non associati all’assunzione di specifici cibi
- Malattie Infiammatorie Intestinali (IBD): le malattie infiammatorie intestinali, come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, possono causare disturbi gastrointestinali tra cui diarrea, crampi e gonfiore. Queste condizioni richiedono solitamente test specifici per essere diagnosticate, come il dosaggio della calprotectina fecale, l’ecografia dell’addome, ma soprattutto la colonscopia con biopsia
- Celiachia: è una condizione autoimmune cronica in cui l'assunzione di glutine, una proteina presente in cereali come frumento, orzo e segale, scatena una risposta immunitaria con la produzione di specifici anticorpi. In questo caso la diagnosi si fa con test sierologici (dosaggio anticorpi anti-transglutaminasi, anti-gliadina e anti-endomisio) e biopsie intestinali
- Sensibilità al glutine o Gluten Sensitivity: alcune persone possono soffrire di sintomi digestivi dopo aver consumato glutine, anche se non sono affette da celiachia. E’ una condizione nota come sensibilità al glutine non celiaca
- Infezioni intestinali: infezioni da batteri, virus o parassiti possono causare sintomi digestivi simili all'intolleranza al lattosio. La diagnosi di queste infezioni spesso richiede test parassitologici o microbiologici specifici
- Sindrome del colon irritabile post-infezione (PI-IBS): dopo un'infezione gastrointestinale, alcune persone sviluppano una condizione chiamata PI-IBS che può causare sintomi digestivi simili a quelli dell'intolleranza al lattosio
- Deficit enzimatici altri rispetto al lattosio: alcuni deficit enzimatici diversi dalla carenza di lattasi, come il deficit di sucrasi-isomaltasi o il deficit di fruttosio, possono causare sintomi digestivi
- Altre allergie alimentari: altre allergie alimentari, come l'allergia al latte o all'uovo, possono causare sintomi gastrointestinali dopo l'assunzione di alimenti contenenti tali allergeni.
6. Come gestire l’intolleranza al lattosio?
Gestire l'intolleranza al lattosio richiede pazienza e attenzione, ma con le giuste strategie e il supporto di professionisti dell’alimentazione è possibile vivere una vita sana e soddisfacente senza dover rinunciare ai piaceri della tavola.
L'approccio più diretto per gestire l'intolleranza al lattosio è evitare i prodotti contenenti lattosio: ciò significa eliminare dalla dieta o limitare il consumo di latticini tradizionali come il latte, il formaggio e lo yogurt. Tuttavia, oggi esistono numerose alternative a base di latte vegetale come il latte di mandorla, il latte di soia e il latte di cocco, e molti produttori offrono prodotti senza lattosio progettati per essere digeriti più facilmente da chi soffre di intolleranza al lattosio, come latte senza lattosio, formaggi senza lattosio e yogurt senza lattosio.
La sensibilità al lattosio degli individui intolleranti è soggettiva: molti di loro possono tollerare piccole quantità di lattosio senza sintomi gravi. Di conseguenza è importante che ognuno conosca la quantità tollerabile e gestisca i limiti, magari con l’aiuto di uno specialista della dieta per una gestione ancora più personalizzata.
In alternativa, gli integratori di lattasi sono disponibili con senza prescrizione medica e possono essere assunti prima di consumare alimenti o bevande contenenti lattosio. Questi integratori forniscono l'enzima mancante, aiutando a digerire il lattosio in modo più efficace e prevenendo le manifestazioni cliniche.
Infine, quando gli altri rimedi non sono sufficienti, il medico potrebbe prescrivere farmaci per gestire i sintomi derivanti dall’intolleranza al lattosio, come i farmaci antidiarroici e antispastici.