1. Che cosa sono l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo?
2. Come si manifesta l’ipertiroidismo?
3. Come si manifesta l’ipotiroidismo?
4. Come si tratta l’ipertiroidismo?
5. Come si tratta l’ipotiroidismo?
1. Che cosa sono l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo?
L'ipertiroidismo è una condizione medica in cui la ghiandola tiroidea produce un'eccessiva quantità di ormoni tiroidei, principalmente triiodotironina (T3) e tiroxina (T4).
L'ipertiroidismo può essere causato da diverse condizioni, tra cui la malattia di Graves-Basedow, una tireopatia in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la tiroide, stimolando un'eccessiva produzione di ormoni tiroidei. Altre cause includono la presenza di un gozzo multinodulare tossico, l’esistenza di un’adenoma tossico e le tiroiditi (infiammazioni della tiroide), che causano il rilascio degli ormoni immagazzinati nella ghiandola.
Al contrario, l'ipotiroidismo è una condizione medica in cui la ghiandola tiroidea non produce una quantità sufficiente di ormoni tiroidei.
Sono diverse le cause che possono portare all’ipotiroidismo, tra cui le tiroiditi, le anomalie congenite della ghiandola tiroidea, l’asportazione chirurgica di una porzione della tiroide o della ghiandola per intero, l’esposizione allo iodio radioattivo o l'assunzione insufficiente di iodio, che è un elemento essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei.
2. Come si manifesta l’ipertiroidismo?
Indipendentemente da quale sia la causa alla base dell’ipertiroidismo, l’eccesso di ormoni tiroidei si manifesta con una varietà di segni e sintomi. I principali sono:
- Perdita di peso: nonostante un aumento dell'appetito, le persone con ipertiroidismo possono sperimentare una perdita di peso non intenzionale
- Aumento della frequenza cardiaca: l'ipertiroidismo può causare un'accelerazione della frequenza cardiaca, palpitazioni e sensazione di battito cardiaco irregolare
- Nervosismo ed irritabilità: l'eccesso di ormoni tiroidei può influire sul sistema nervoso causando nervosismo, irritabilità, ansia e difficoltà a concentrarsi
- Tremori e iperattività: le persone affette da ipertiroidismo possono sperimentare tremori delle mani, iperattività e agitazione
- Aumento della sensibilità al caldo: l'ipertiroidismo può causare una maggiore sensibilità al caldo, con sudorazione eccessiva e disagio in ambienti caldi
- Affaticamento e debolezza muscolare: nonostante l'eccessiva attività metabolica, l'ipertiroidismo può causare affaticamento, debolezza muscolare e perdita di resistenza fisica
- Problemi digestivi: alcune persone con ipertiroidismo possono sperimentare diarrea o un aumento della frequenza delle evacuazioni intestinali
- Disturbi del sonno: l'ipertiroidismo può interferire con il sonno, causando insonnia o difficoltà a dormire profondamente
- Mestruazioni irregolari: nelle donne, l'ipertiroidismo può causare mestruazioni irregolari.
3. Come si manifesta l’ipotiroidismo?
Anche la carenza di ormoni tiroidei si manifesta con una serie variegata di segni e sintomi. I principali sono:
- Affaticamento: uno dei sintomi più comuni dell'ipotiroidismo è una sensazione costante di affaticamento e mancanza di energia, anche dopo il riposo
- Aumento di peso: l'ipotiroidismo può rallentare il metabolismo, causando un aumento di peso anche con una dieta normocalorica
- Sensazione di freddo: le persone con ipotiroidismo possono avere una sensazione costante di freddo, anche in ambienti caldi
- Pelle secca: l'ipotiroidismo può causare secchezza della pelle e prurito
- Capelli e unghie fragili: i capelli possono diventare secchi, fragili e sottili, e le unghie possono diventare fragili e spezzarsi facilmente
- Costipazione: un metabolismo rallentato può influire sul funzionamento del tratto digestivo, causando stitichezza
- Umore depresso: l'ipotiroidismo può influenzare il benessere mentale, causando umore depresso
- Ridotta frequenza cardiaca: l'ipotiroidismo può causare una riduzione della frequenza cardiaca
- Problemi di memoria e concentrazione: alcune persone con ipotiroidismo possono sperimentare nebbia mentale, difficoltà di concentrazione e problemi di memoria.
4. Come si tratta l’ipertiroidismo?
Il trattamento dell'ipertiroidismo dipende dalla causa e dalla gravità della malattia, nonché dall'età del soggetto, dalle dimensioni dell’eventuale gozzo, dalla presenza di comorbilità e dalla volontà del singolo soggetto.
L'obiettivo della terapia è correggere lo stato ipermetabolico con il minor numero di effetti collaterali e il più basso rischio di ipotiroidismo. Tra le principali scelte terapeutiche troviamo:
- I beta-bloccanti: agendo come anti-adrenergici, offrono un rapido sollievo dai sintomi adrenergici dell'ipertiroidismo come tremore, palpitazioni, intolleranza al caldo e nervosismo. Il propranololo è quello più utilizzato, ma possono essere utilizzati anche altri beta-bloccanti: tra di essi sono da preferire i non selettivi poiché hanno un effetto più diretto sull'ipermetabolismo. La terapia con propranololo dovrebbe essere iniziata con un dosaggio di 10-20 mg ogni sei ore, successivamente la dose deve essere aumentata progressivamente fino al controllo dei sintomi. Nei pazienti che non tollerano i beta-bloccanti, possono essere utilizzati i calcio-antagonisti non diidropiridinici, come il diltiazem, per ridurre la frequenza cardiaca
- Gli ioduri: sono sali dell'acido iodidrico che bloccano la conversione periferica della tiroxina (T4) in triiodotironina (T3) e inibiscono il rilascio di ormoni. Gli ioduri sono anche usati come terapia aggiuntiva prima della chirurgia non tiroidea in regime di emergenza, se i beta-bloccanti non sono in grado di controllare le manifestazione adrenergiche dell'ipertiroidismo, e per ridurre la vascolarizzazione della ghiandola prima dell'intervento chirurgico per la malattia di Graves. Gli ioduri non sono usati di routine nel trattamento dell'ipertiroidismo, a causa dell’aumento di rilascio di ormoni che può verificarsi con il loro uso prolungato. Il dosaggio è di 1 g al giorno per un massimo di 12 settimane
- Il metimazolo: è l’unico farmaco antitiroideo approvato in Italia. Agisce principalmente interferendo con l'organificazione dello iodio, passaggio fondamentale della sintesi degli ormoni tiroidei, sopprimendone così i livelli. Il dosaggio iniziale varia da 15 a 30 mg al giorno e può essere somministrato in combinazione con un beta-bloccante. Il beta-bloccante può essere ridotto gradualmente dopo 4-8 settimane e il dosaggio del metimazolo aggiustato in base allo stato clinico e al raggiungimento dell’eutiroidismo biochimico. I livelli di TSH invece, possono rimanere non rilevabili per mesi dopo che il paziente diventa eutiroideo e non devono essere utilizzati per monitorare gli effetti di terapia. Dopo un anno di terapia, se il soggetto è clinicamente e biochimicamente eutiroideo e non è rilevabile un livello significativo di anticorpi stimolanti la tiroide, la terapia può essere interrotta. Una volta interrotta la terapia con metimazolo, il soggetto deve essere monitorato ogni tre mesi per il primo anno, poiché è più probabile che si verifichi una recidiva durante questo periodo, e successivamente annualmente. In caso di recidiva, in genere si raccomanda lo iodio radioattivo o l'intervento chirurgico.
È importante sottolineare che questo farmaco non può essere usato in gravidanza, perché può causare una serie di disturbi e malformazioni nel feto. Tra gli effetti avversi di questo farmaco, il più grave è l'agranulocitosi: si stima che si verifichi nello 0,1-0,5% dei soggetti ed è estremamente raro nei soggetti che ne assumono meno di 30 mg al giorno. L'insorgenza dell'agranulocitosi è talvolta improvvisa, quindi è importante interrompere immediatamente l'assunzione del farmaco se si sviluppano febbre improvvisa o mal di gola - Lo iodio radioattivo: sempre più spesso è il trattamento di scelta per i pazienti con malattia di Graves e gozzo multinodulare tossico. È poco costoso, altamente efficace, facile da amministrare e sicuro
- Il trattamento chirurgico: rappresenta ancora oggi una valida alternativa in diversi casi, come in presenza di gozzi di grandi dimensioni.
5. Come si tratta l’ipotiroidismo?
Il principale trattamento dell’ipotiroidismo consiste nella terapia sostitutiva con levotiroxina: questa terapia presenta un’ottima efficacia, una buona tollerabilità, facilità nella somministrazione, buon assorbimento intestinale, lunga emivita e basso costo.
I principali obiettivi della terapia sostitutiva sono:
- La risoluzione dei sintomi e segni ipotiroidei
- La normalizzazione dei parametri biochimici quali TSH, fT3 e fT4
- L’evitare il trattamento eccessivo e la conseguente tireotossicosi iatrogena, soprattutto negli anziani.
Poiché la co-somministrazione di cibo e levotiroxina può compromettere l'assorbimento di quest’ultima, è consigliata l’assunzione 60 minuti prima di colazione o prima di coricarsi (3 o più ore dopo il pasto serale) per un assorbimento ottimale e costante. Inoltre, l’assunzione della levotiroxina dovrebbe essere separata da quella di altri farmaci potenzialmente interferenti.
La dose iniziale di levotiroxina dovrebbe essere decisa in base al peso, alla massa magra, all’eventuale stato di gravidanza, all’eziologia dell'ipotiroidismo, al grado di innalzamento della tireotropina, all’età, al contesto clinico generale, inclusa la presenza di malattie cardiache, e all'obiettivo sierico di tireotropina appropriato per la situazione clinica. Dopo l'inizio del trattamento, saranno necessari controlli periodici dei livelli degli ormoni tiroidei nel sangue per valutare l'efficacia del trattamento e ottimizzare la dose di levotiroxina. Devono inoltre essere effettuati aggiustamenti della dose quando ci sono grandi cambiamenti nel peso corporeo, con l'invecchiamento e con la gravidanza, con valutazione della tireotropina 4-6 settimane dopo qualsiasi modifica del dosaggio.