Medicina

L’ANTIBIOTICO RESISTENZA

Batteri
Antibiotico
Mdr
Multiresistenti
Resistenza
Giorgio Sciarra

29/09/2023

1. Che cos’è un antibiotico e a cosa serve?

2. Come si sceglie un antibiotico?

3. Che cos’è l’antibiotico-resistenza?

4. Che cosa sono i batteri multiresistenti?

5. Quali sono le conseguenze derivanti dall’antibiotico-resistenza?


1. Che cos’è un antibiotico e a cosa serve?

Gli antibiotici sono sostanze chimiche o composti naturali, prodotti da organismi viventi o sintetizzati in laboratorio, che hanno la capacità di uccidere o inibire la crescita di batteri, funghi, parassiti o di rallentare la crescita di alcuni tipi di cellule tumorali. Gli antibiotici sono ampiamente utilizzati in medicina per trattare infezioni causate da microrganismi patogeni, ma non sono efficaci contro le infezioni virali, come il raffreddore comune o l'influenza: i virus sono molto diversi dai batteri nella loro struttura e funzione, e gli antibiotici non hanno alcun effetto su di essi.

Gli antibiotici possono agire in diversi modi per combattere i batteri o altri microrganismi patogeni: alcuni hanno un’azione batteriostatica, che blocca la crescita dei batteri, altri invece hanno un’azione battericida, ossia uccidono i microrganismi. Queste azioni possono essere estrinsecate tramite la capacità di distruggere la parete cellulare batterica o di interferire con la produzione di proteine vitali per la sopravvivenza del batterio (battericidi), oppure ancora attraverso il blocco di vie metaboliche essenziali alla proliferazione e crescita (batteriostatici).

Esistono una serie di classi di antibiotici distinte in base al meccanismo di azione e alla struttura della molecola: i più comuni sono i betalattamici (penicilline, cefalosporine, carbapenemi, monobattami), i fluorochinoloni, i macrolidi, gli aminoglicosidi, le tetracicline, i glicopeptidi e i sulfamidici.


2. Come si sceglie un antibiotico?

La scelta dell'antibiotico più adatto deve essere fatta da un medico e deve tenere conto di una serie di fattori, tra cui:

  • Il tipo di infezione: ogni antibiotico ha una farmacocinetica (metabolismo) e una farmacodinamica (meccanismo d’azione) differente, e di conseguenza una capacità differente di raggiungere i vari organi. Per tale motivo a seconda della sede dell’infezione, la penetrazione dell’antibiotico è diversa. Ci sono antibiotici che non riescono a raggiungere determinate sedi oppure che, anche riuscendoci, non svolgono l’obiettivo di sterilizzare completamente la sede
  • Il microrganismo responsabile: è importante identificare il microrganismo responsabile dell'infezione, se possibile attraverso test di laboratorio come colture di campioni biologici di sangue, urina o del tessuto infetto. La conoscenza del microrganismo aiuta a selezionare l'antibiotico più efficace contro quel particolare batterio, a seconda del tipo di meccanismo d’azione e dei punti deboli o dei meccanismi di difesa del batterio
  • La gravità dell'infezione: la gravità dell'infezione influenza la scelta dell'antibiotico, poiché le forme più gravi possono richiedere antibiotici più potenti o una terapia più aggressiva
  • L’anamnesi del soggetto: la scelta dell’antibiotico non può prescindere dall’anamnesi del malato. Infatti la presenza di patologie concomitanti, i farmaci assunti, eventuali reazioni allergiche o avverse a determinate terapie, nonché l’età influenzano notevolmente la scelta del farmaco. Alcuni antibiotici non sono adatti a neonati, bambini o anziani, altri possono suscitare reazioni avverse in presenza di determinate patologie o interazioni con altri farmaci, altri ancora possono scatenare reazioni allergiche oppure possono necessitare di aggiustamenti terapeutici a seconda del soggetto.

Solitamente in presenza di un’infezione si inizia la terapia prima di conoscere il microrganismo responsabile, basandoci sui sintomi e sui segni clinici, nonché ovviamente sulla storia medica del soggetto: si utilizza, quindi, una terapia empirica. Questo approccio è spesso utilizzato quando l'urgente necessità di iniziare il trattamento supera il bisogno di attendere i risultati dei test diagnostici, oppure in caso di infezioni lievi e comuni che possono essere trattate con alte probabilità statistiche di successo terapeutico, secondo linee guida basate su studi clinici su larghi campioni.

In questi casi si scelgono in genere antibiotici a largo spettro d’azione, che sono efficaci contro una vasta gamma di batteri, a differenza di quelli ad azione limitata che sono mirati a tipi specifici di batteri. La terapia antibiotica empirica presenta tuttavia dei rischi: possono esserci infezioni sostenute da batteri che non sono sensibili a quel determinato antibiotico, che quindi non consentirà all’organismo del paziente di rispondere in maniera efficace.


3. Che cos’è l’antibiotico-resistenza?

La resistenza agli antibiotici, o antibiotico resistenza, è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi, che sviluppano la capacità di sopravvivere o di crescere pur essendo esposti ad un antibiotico, che è generalmente sufficiente ad inibire o uccidere microrganismi della stessa specie.

Questo fenomeno rappresenta una delle sfide più serie per la salute pubblica e la medicina moderna, poiché ha portato alla comparsa di ceppi batterici multiresistenti, contro i quali la scelta terapeutica risulta allo stato attuale limitata. Gli antibiotici hanno trasformato in modo radicale la gestione e il trattamento delle infezioni batteriche e hanno salvato milioni di vite diventando uno strumento terapeutico indiscusso: tuttavia, ad oggi, la mancanza di nuovi antibiotici sta incominciando a destare problemi e preoccupazioni.

La resistenza agli antibiotici può svilupparsi per diverse ragioni, tra le quali:

  • Utilizzo eccessivo e inappropriato di antibiotici, ad esempio a causa della mancata adesione al dosaggio corretto o alla corretta durata del trattamento. I batteri che sopravvivono all'antibiotico hanno più probabilità di trasmettere la loro resistenza ad altri batteri
  • Trasmissione tra batteri: i geni di resistenza agli antibiotici possono essere trasmessi, diffondendo la resistenza in modo rapido e ampio tra diverse specie
  • Sottoesposizione: un'insufficiente esposizione all'antibiotico può non uccidere completamente i batteri patogeni, consentendo loro di sopravvivere e sviluppare resistenza.


4. Che cosa sono i batteri multiresistenti?

I germi multiresistenti sono stati suddivisi in tre categorie a seconda del loro profilo di resistenza:

  • I batteri MDR: si tratta di organismi resistenti ad almeno un antibiotico di tre diverse categorie antimicrobiche
  • I batteri XDR: si tratta di organismi ampiamente resistenti ai farmaci, non suscettibili ad almeno un agente di tutte le categorie antimicrobiche tranne al massimo due
  • I batteri PDR: si tratta di organismi non suscettibili a nessuno degli agenti in tutte le categorie antimicrobiche.

I principali esempi di batteri multiresistenti sono:

  • Staphylococcus aureus, resistente alla meticillina (MRSA): questo ceppo di Staphylococcus è resistente a molti antibiotici comuni, inclusi quelli della classe delle penicilline
  • Enterococcus, resistente alla vancomicina (VRE): gli enterococchi sono diventati resistenti all'antibiotico vancomicina, uno dei farmaci di ultima istanza per trattare infezioni batteriche gravi
  • Escherichia coli, resistente agli antibiotici: alcuni ceppi di E. coli sono diventati resistenti ad una serie di antibiotici, comprese le cefalosporine e le fluorochinoloni
  • Klebsiella pneumoniae, resistente agli antibiotici: questo batterio può sviluppare resistenza a numerosi antibiotici, comprese le cefalosporine e i carbapenemi.


5. Quali sono le conseguenze derivanti dall’antibiotico resistenza?

La resistenza agli antibiotici può avere gravi conseguenze per la salute umana: le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici sono più difficili da trattare, aumentando la morbilità e mortalità. Inoltre, le infezioni resistenti agli antibiotici possono richiedere periodi di trattamento più lunghi, con conseguente prolungamento della malattia e costi più elevati per la cura.

Inoltre, con l'aumento della resistenza alcune infezioni possono diventare intrattabili con gli antibiotici disponibili, esaurendo le opzioni terapeutiche. Per questo alcune nuove terapie vanno salvaguardate e utilizzate soltanto in presenza di batteri resistenti. La prevenzione della resistenza agli antibiotici è fondamentale per mantenere l'efficacia degli antibiotici ad oggi in commercio. Pertanto si raccomanda di:

  • utilizzare gli antibiotici solo quando sono necessari, come prescritto da un medico
  • non assumere antibiotici in presenza di una documentata infezione virale
  • assicurarsi di completare il ciclo completo di antibiotici, anche se i sintomi migliorano prima della fine del trattamento
  • ridurre l'uso di antibiotici nella medicina veterinaria e nell'agricoltura
  • promuovere buone pratiche igieniche per prevenire la diffusione delle infezioni
  • tenere conto delle condizioni che predispongono allo sviluppo di infezioni da germi multiresistenti, ossia recente assunzione di terapia antimicrobica, in particolare con un agente ad ampio spettro nei precedenti 90 giorni, recente ricovero in ambiente ospedaliero o in altre strutture sanitarie o assunzione di terapie immunosoppressive.

Sono in corso intense attività di ricerca per lo sviluppo di nuovi antibiotici e terapie contro i batteri resistenti, allo scopo di limitare la loro diffusione e proteggere l'efficacia degli antibiotici per le generazioni future.


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