Medicina

L’IPERCOLESTEROLEMIA: COMPRENSIONE E GESTIONE

HDL
Colesterolo
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Infarto
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LDL
Cardioaspirina
Xantelasmi
Ictus
Xantomi
Cattivo
Ischemia
Giorgio Sciarra

28/11/2023

1. Che cos'è l'ipercolesterolemia?

2. Sintomi e segni dell'ipercolesterolemia

3. Diagnosi ed esami del colesterolo

4. Trattamenti e terapie per l'ipercolesterolemia

5. Dieta per abbassare il colesterolo

6. Prevenzione e gestione a lungo termine


1. Che cos'è l'ipercolesterolemia?

L'ipercolesterolemia è una condizione medica in cui i livelli di colesterolo nel sangue superano i valori considerati normali. Il colesterolo è una sostanza grassa fondamentale per molte funzioni del corpo, come nella formazione delle membrane cellulari e nella produzione di ormoni, ma quando i suoi livelli superano la norma ciò aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Il colesterolo si misura tramite gli elementi che lo trasportano, che si distinguono in due tipi principali:

  • le LDL (lipoproteine a bassa densità), spesso chiamate "colesterolo cattivo", che trasportano il colesterolo dalle cellule del fegato verso i tessuti e che, se in eccesso, possono accumularsi sulle pareti delle arterie contribuendo alla formazione di placche aterosclerotiche
  • le HDL (lipoproteine ad alta densità), note anche come "colesterolo buono", che rimuovono l'eccesso di colesterolo dalle arterie e lo trasportano al fegato per l'eliminazione. Livelli più alti di HDL sono associati ad un minor rischio di malattie cardiovascolari.

Le cause dell'ipercolesterolemia possono essere di natura genetica o acquisite.

In alcuni casi, la condizione è ereditaria e può essere presente fin dalla nascita. Se uno o entrambi i genitori hanno livelli elevati di colesterolo, c'è un rischio maggiore di ereditare la condizione. Questa forma è chiamata ipercolesterolemia familiare e può portare a livelli di colesterolo molto elevati già durante l'infanzia.

Le cause acquisite dell'ipercolesterolemia includono uno stile di vita poco salutare, come una dieta ricca di grassi saturi che influisce direttamente sui livelli di colesterolo nel sangue, la mancanza di esercizio fisico e cattive abitudini come il fumo.

Diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare l'ipercolesterolemia. Tra i principali ricordiamo:

  • Alimentazione: alimenti come carne rossa, prodotti da forno e cibi fritti possono contribuire all'aumento del colesterolo
  • Sedentarietà: la mancanza di attività fisica è correlata all'aumento dei livelli di colesterolo LDL e alla diminuzione del colesterolo HDL. Al contrario, l'esercizio fisico regolare può contribuire a mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo
  • Obesità: l'eccesso di peso è spesso associato all'ipercolesterolemia. L'adipe in eccesso, infatti, può influenzare negativamente la produzione e l'eliminazione del colesterolo
  • Età e sesso: con l'avanzare dell'età, il rischio di ipercolesterolemia aumenta. Inoltre gli uomini tendono ad avere livelli di colesterolo più elevati rispetto alle donne, specialmente prima della menopausa.


2. Sintomi e segni dell'ipercolesterolemia

L'ipercolesterolemia è chiamata "killer silenzioso", poiché non presenta sintomi evidenti nella sua fase iniziale. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei possibili segni di avvertimento e comprendere le complicazioni sanitarie associate a questa condizione.

I livelli elevati di colesterolo possono persistere per anni senza che la persona ne sia consapevole: da ciò l'importanza di effettuare regolarmente esami del sangue per monitorare i livelli di colesterolo. Tuttavia, in alcuni casi l'ipercolesterolemia avanzata può manifestarsi mediante segni tipici tra cui:

  • Xantelasmi: si tratta di depositi di colesterolo sotto la pelle, in genere intorno agli occhi, che appaiono come piccole escrescenze giallastre
  • Xantomi: sono noduli di colesterolo che si formano sotto la pelle, spesso visibili su tendini o giunture
  • Colore grigiastro delle palpebre inferiori: anche questo può essere un segno di accumulo di colesterolo nelle arterie della zona degli occhi
  • Aterosclerosi: in alcuni casi avanzati, l'ipercolesterolemia può contribuire a problemi di circolazione sanguigna, manifestandosi con sintomi come dolore al petto o alle gambe.

Oltre alla presenza di questi segnali specifici, che si manifestano nelle fasi tardive della patologia, ci sono situazioni generali in cui è necessario controllare i livelli di colesterolo:

  • Storia familiare: se c'è una storia familiare di ipercolesterolemia o malattie cardiovascolari, il rischio individuale può essere aumentato
  • Cattive abitudini alimentari
  • Sedentarietà
  • Obesità o sovrappeso
  • Fumo e alcol: Il fumo e l'abuso di alcol sono comportamenti che possono aumentare il rischio di ipercolesterolemia.

L'ipercolesterolemia, se non gestita, può portare a gravi complicazioni sanitarie, principalmente legate alle malattie cardiovascolari legate allo sviluppo di aterosclerosi. Quando i livelli di LDL sono troppo alti, il colesterolo in eccesso può depositarsi sulle pareti delle arterie, in particolare nelle zone danneggiate da processi infiammatori o dall'usura quotidiana. Una volta depositato, contribuisce alla formazione di placche che possono crescere nel tempo causando stenosi, trombi, ostruzioni o embolizzazioni.

L’aterosclerosi può essere a sua volta la causa di:

  • Malattie coronariche: se le placche si formano a livello delle arterie coronarie, possono determinare la stenosi che si manifesta come dolore al petto (angina) per riduzione dell’afflusso di sangue al cuore, fino a determinare l’infarto del miocardio in caso di ostruzione significativa
  • Ictus: se le placche si formano a livello dei vasi cerebro-afferenti, possono determinare una riduzione dell’afflusso sanguigno al cervello causando attacchi ischemici transitori. Ma il rischio maggiore è la formazione di trombi su placca, che possono staccarsi e determinare l’ostruzione di un vaso encefalico che determina l’ischemia cerebrale
  • Malattie vascolari periferiche: se le placche si formano a livello degli arti inferiori possono compromettere il flusso sanguigno nelle estremità, soprattutto sotto sforzo. In genere l’arteriopatia obliterante degli arti inferiori si manifesta come dolore durante la camminata o come ulcera.


3. Diagnosi ed esami del colesterolo

La diagnosi precoce dell'ipercolesterolemia è fondamentale per la gestione efficace della salute cardiovascolare. Gli esami ematochimici che ci aiutano nella diagnosi comprendono i profili lipidici, che misurano i livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL ("cattivo"), colesterolo HDL ("buono") e i trigliceridi nel sangue. Questi test sono essenziali per identificare eventuali squilibri che potrebbero aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.

La diagnosi clinica dell'ipercolesterolemia va oltre i risultati dei test del colesterolo: i medici considerano una serie di fattori tra cui la storia familiare, la presenza di altri fattori di rischio cardiovascolare, lo stile di vita e le condizioni di salute generali del paziente.

Dopo una diagnosi, il monitoraggio regolare della salute diventa una componente essenziale della gestione dell'ipercolesterolemia. I pazienti con livelli elevati di colesterolo possono essere sottoposti a controlli periodici per valutare l'efficacia delle modifiche dello stile di vita e, se necessario, degli interventi farmacologici. Il monitoraggio coinvolge gli esami ematochimici periodici, per valutare i progressi e apportare eventuali aggiustamenti al piano di trattamento.


4. Trattamenti e terapie per l'ipercolesterolemia

Le opzioni di trattamento includono innanzitutto le modifiche dello stile di vita, il primo passo nella gestione dell'ipercolesterolemia. E’ consigliato adottare una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, con limitazione di grassi saturi, ed eseguire un'attività fisica regolare che può aumentare il colesterolo HDL, contribuendo al controllo del peso, migliorando la sensibilità all'insulina e mantenendo sotto controllo i livelli di zucchero. Infine è necessario cessare l’abitudine tabagica e limitare l’assunzione di alcol.

In secondo luogo si possono utilizzare terapie mediche, in particolare:

  • Le statine: sono farmaci ampiamente prescritti per ridurre i livelli di colesterolo, che funzionano inibendo un enzima coinvolto nella produzione di colesterolo nel fegato. Le statine sono efficaci nel ridurre il colesterolo LDL e possono anche aumentare i livelli di colesterolo HDL
  • I fibrati: sono farmaci utili nel controllo dei livelli di trigliceridi e nell'aumento del colesterolo HDL
  • L'acido bempedoico: è un farmaco relativamente nuovo, approvato per il trattamento dell'ipercolesterolemia. Agisce riducendo la produzione di colesterolo nel fegato: è oggi un'opzione aggiuntiva per coloro che non tollerano bene le statine o che necessitano di ulteriori interventi
  • Gli inibitori PCSK9: sono farmaci biologici che riducono i livelli di colesterolo LDL. Questi farmaci agiscono bloccando un enzima che normalmente distrugge i recettori LDL nel fegato, consentendo ai recettori di rimuovere più efficacemente il colesterolo dal sangue.
Esistono poi terapie alternative, che includono integratori e additivi alimentari e che possono essere utili soprattutto se l’ipercolesterolemia non raggiunge livelli troppo alti. In particolare:

  • Fitosteroli e stanoli: questi composti naturali, presenti in alcuni alimenti, possono aiutare a ridurre l'assorbimento del colesterolo nell'intestino
  • Acidi grassi omega-3, presenti in abbondanza nei pesci grassi: possono contribuire a ridurre i livelli di trigliceridi ed a migliorare la salute cardiovascolare. Gli integratori di omega-3 sono spesso raccomandati come terapia aggiuntiva
  • Fibre alimentari: possono legare il colesterolo nell'intestino, impedendone l'assorbimento. Alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura e cereali integrali possono essere parte integrante di una strategia di gestione dell'ipercolesterolemia.

Prima di intraprendere qualsiasi trattamento, è essenziale consultare un professionista medico per valutare la situazione specifica e sviluppare un piano di trattamento personalizzato. È importante anche sottolineare che le terapie alternative non sostituiscono la supervisione medica, ma possono essere utilizzate in combinazione con i trattamenti convenzionali per migliorarne i risultati.


5. Dieta per abbassare il colesterolo

La gestione dell'ipercolesterolemia inizia spesso modificando l’alimentazione. Alcuni principi fondamentali sono:

  • Riduzione di grassi saturi e trans: limitare l'assunzione di grassi saturi e trans è cruciale. Questi grassi, spesso presenti in cibi fritti, spuntini confezionati e dolci, contribuiscono all'aumento del colesterolo LDL
  • Aumento di grassi insaturi: includere nella dieta grassi insaturi, come quelli presenti in olio d'oliva, avocado e frutta secca, può aiutare a mantenere equilibrati i livelli di colesterolo
  • Incremento di fibre alimentari: una dieta ricca di fibre può contribuire a ridurre il colesterolo LDL. Frutta, verdura, legumi e cereali integrali sono ottime fonti di fibre
  • Consumo di pesce ricco di omega-3: il pesce grasso, come il salmone e la trota, è ricco di acidi grassi omega-3 che possono aiutare a ridurre i livelli di trigliceridi e migliorare la salute cardiovascolare
  • Limitazione del consumo di sale: ridurre l'assunzione di sale può contribuire a mantenere la pressione sanguigna sotto controllo, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.


6. Prevenzione e gestione a lungo termine

L'ipercolesterolemia richiede un impegno a lungo termine per la prevenzione e la gestione efficace delle eventuali complicanze. Alcuni passi chiave per la prevenzione includono l’adozione di uno stile di vita sano, il controllo del peso e lo screening periodico, particolarmente importante per coloro che hanno una storia familiare di ipercolesterolemia o altre condizioni di rischio.

Una volta diagnosticata l'ipercolesterolemia, la gestione a lungo termine deve necessariamente comprendere le modifiche dello stile di vita, l’utilizzo di eventuali terapie mediche, il monitoraggio periodico e soprattutto il controllo delle eventuali complicanze. In particolare, è fondamentale sottoporsi a esami diagnostici che valutino l’eventuale presenza di condizioni di aterosclerosi: ad esempio può essere indicato eseguire un’ecografia dei tronchi sopraortici, degli arti inferiori e dell’aorta addominale, oppure sottoporsi a coronarografia o TC coronarica per valutare la compromissione dei vasi del cuore.

Nel caso in cui venga diagnosticata la presenza di aterosclerosi, potrebbe essere indicato assumere antiaggreganti come la cardioaspirina.


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