Medicina

L’IPOTENSIONE: PRESSIONE BASSA

Ipotensione
Arterie
Shock
sincope
Ipoperfusione
Sangue
Pressione
Arteriosa
Giorgio Sciarra

29/12/2023

1. Che cos’è l’ipotensione e quali sono le cause principali?

2. Come si manifesta l’ipotensione e quali sono le sindromi ipotensive?

3. Quando preoccuparsi in caso di ipotensione?

4. Esistono delle terapie per la cura dell’ipotensione?


1. Che cos’è l’ipotensione e quali sono le cause principali?

L'ipotensione è una condizione caratterizzata da una pressione arteriosa sistolica e diastolica inferiori ai valori considerati normali. Mentre l'ipertensione è comunemente nota come il "killer silenzioso" a causa delle sue implicazioni sulla salute cardiovascolare, l'ipotensione riceve spesso meno attenzione, nonostante possa influire significativamente sulla qualità della vita e sul benessere generale.

La pressione arteriosa è il risultato della forza con cui il cuore pompa il sangue nelle arterie e della resistenza che i vasi sanguigni oppongono. La pressione sanguigna normale è generalmente considerata intorno a 120/80 mmHg ed è possibile distinguere le forme di ipotensione in base al grado di scostamento da questo parametro: lieve con valori compresi tra 90/60 e 60/40 mmHg, intermedia con valori compresi tra 60/40 e 50/33 mmHg e severa con valori inferiori a 50/33 mmHg.

Le forme di ipotensione si classificano inoltre in base al meccanismo per cui si realizza:

  • Ipotensione ortostatica: si verifica quando la pressione arteriosa diminuisce improvvisamente quando ci si alza da una posizione sdraiata o seduta. Questo tipo di ipotensione è comunemente associato a sintomi come vertigini e svenimenti ed è solitamente dovuta ad una disfunzione del sistema nervoso autonomo, che gioca un ruolo cruciale nella regolazione della pressione arteriosa
  • Ipotensione postprandiale: si verifica dopo i pasti e può essere causata dalla redistribuzione del flusso sanguigno per favorire la digestione
  • Ipotensione da deplezione di volume: associata a una diminuzione del volume di sangue circolante nel corpo, può essere causata da disidratazione (per insufficiente apporto di liquidi o per perdita di liquidi, come in caso di vomito o diarrea profusi), sanguinamento e altre condizioni che portano a una perdita di fluidi. In questa situazione il cuore non si riempie adeguatamente tra un battito e l’altro e, di conseguenza, la quantità di sangue pompata nel sistema arterioso risulta ridotta
  • Ipotensione da disfunzione cardiaca: la forza con cui il cuore pompa il sangue influenza direttamente la pressione arteriosa. Se il cuore non si contrae abbastanza vigorosamente, la pressione arteriosa può diminuire: ciò può essere dovuto a condizioni come insufficienza cardiaca o a disfunzioni del muscolo cardiaco
  • Ipotensione secondaria a vasodilatazione eccessiva: la dilatazione eccessiva dei vasi sanguigni può causare una diminuzione della resistenza vascolare periferica, riducendo così la pressione arteriosa. Diverse sostanze, tra cui alcuni farmaci, possono provocare la vasodilatazione.


2. Come si manifesta l’ipotensione e quali sono le sindromi ipotensive?

Nella maggior parte dei casi l’ipotensione è una condizione asintomatica, che viene riscontrata misurando la pressione di routine e trovando costantemente valori bassi. Tuttavia, nel caso in cui tali valori siano raggiunti troppo bruscamente o non siano tollerati dall’organismo, si può realizzare una condizione di ipoperfusione e sofferenza cerebrale che si manifesta con sintomi come vertigini, debolezza, palpitazioni, stanchezza e confusione mentale. In alcuni casi, i soggetti possono sperimentare anche offuscamento della vista o problemi di concentrazione.

Le sindromi ipotensive sono delle condizioni cliniche caratterizzate da un insieme di segni e sintomi sistemici che possono manifestarsi in maniera acuta, come in caso della lipotimia (mancamento improvviso), della sincope o dello shock, o in maniera cronica come nel caso dell’ipotensione stabile, dell’ipotensione ortostatica o dell’ipotensione postprandiale.

In particolare, la sincope da ipotensione si caratterizza per la perdita temporanea di coscienza dovuta a una brusca diminuzione della pressione arteriosa, generalmente seguita da un rapido recupero. La sincope da ipotensione può essere causata da una riduzione improvvisa della pressione arteriosa in determinate situazioni di caldo eccessivo, in mezzo alla folla o dopo passaggi posturali per la rapida redistribuzione del volume di sangue circolante, oppure da una perdita significativa di sangue o fluidi corporei, oppure ancora dalla ridotta efficienza del ritorno venoso al cuore che può diminuire la quantità di sangue pompato nel sistema arterioso. La sincope è preceduta da una serie di sintomi prodromici indicativi di ipoperfusione cerebrale come vertigini, malessere, debolezza, palpitazioni, nausea e sudorazione. Nel caso in cui, il soggetto sperimenti i sintomi prodromici, ma non la perdita di coscienza, si parla invece di lipotimia o presincope.

L’ipotensione ortostatica, invece, è la sindrome ipotensiva cronica più comune e viene diagnosticata quando, nel passaggio dalla posizione clinostatica all’ortostatismo, la pressione sistolica scende di almeno 20 mmHg e/o quella diastolica di almeno 10 mmHg. Questa condizione può essere dovuta ad abuso di farmaci antipertensivi, malattie cardiovascolari o patologie neurologiche: rappresenta infatti una delle prime manifestazioni cliniche del morbo di Parkinson.


3. Quando preoccuparsi in caso di ipotensione?

Nella maggior parte dei casi, l’ipotensione può essere una condizione costituzionale e fisiologica che non deve in alcun modo destare preoccupazione. In questi casi, solitamente è un’ipotensione di grado lieve e asintomatica che può considerarsi benigna per la salute in quando protegge dal rischio di malattie cardiovascolari. Questa forma di ipotensione può dipendere da fattori ereditari e da una predisposizione familiare, oppure si può manifestare in atleti e sportivi a causa di una ridistribuzione del letto vascolare in seguito all’allenamento.

Tuttavia, in alcuni casi l’ipotensione è patologica: in genere, queste forme sono segnalate da sintomi più severi. Pertanto, qualora vengano rilevati valori pressori eccessivamente e persistentemente bassi e si sperimentino in associazione sintomi da ipoperfusione cerebrale, è sempre buona norma recarsi dal medico perché potrebbero sottintendere una condizione clinica severa che può essere determinata dall’ipovolemia (le cui cause possono essere emorragie, disidratazione, ustioni), dalla disfunzione cardiaca (le cui cause possono essere infarto del miocardio, scompenso cardiaco, aritmie o valvulopatie) o da una vasodilatazione eccessiva (le cui cause possono essere infezioni sistemiche, sepsi o shock settico, traumi cerebrali e lesioni midollari).

Esiste poi l’ipotensione iatrogena, determinata da un errata assunzione di farmaci antipertensivi. La terapia antipertensiva, infatti, dev’essere monitorata strettamente perché le condizioni possono cambiare e non sempre i soggetti necessitano degli stessi farmaci. Questo può succedere tipicamente in estate, quando le alte temperature contribuiscono alla vasodilatazione e possono rendere superflue o addirittura dannose alcune terapie.

Oltre all’identificazione della causa dell’ipotensione, è necessario eseguire accertamenti anche al fine di evitare la complicanza ultima associata che è lo shock. Quando la pressione arteriosa raggiunge livelli estremi, gli organi dell’individuo non ricevono la quantità di sangue necessaria al loro funzionamento andando progressivamente verso l’insufficienza acuta. Quando due o più organi entrano in sofferenza a causa dell’ipoperfusione sistemica si può andare incontro ad insufficienza multiorgano, una condizione estremamente pericolosa per la vita per l’alto rischio di esito fatale.

Tra gli accertamenti da eseguire in caso di ipotensione ricordiamo:

  • Anamnesi familiare, fisiologica, patologica e farmacologica
  • Esame obiettivo con valutazione di segni e sintomi
  • Misurazione della pressione in clino e ortostatismo
  • Esami del sangue, in particolare emocromo, funzione epatica, funzione renale, elettroliti, indici di flogosi ed eventualmente dosaggio di ormoni e glicemia
  • Esami delle urine
  • Monitoraggio pressorio delle 24h, per comprendere l’andamento della pressione durante il giorno
  • Elettrocardiogramma ed ecocardiogramma per l’esclusione di patologie originarie di natura cardiologica.


4. Esistono delle terapie per la cura dell’ipotensione?

Quando la pressione bassa manca di una sintomatologia associata ed è considerata costituzionale, non richiede generalmente cure o trattamenti specifici, dal momento che non rappresenta un pericolo per la salute.

Potrebbero, tuttavia, essere necessarie particolari strategie ed approcci allo stile di vita per evitare ulteriori abbassamenti pressori. In particolare, si consiglia di:

  • Mantenere una buona idratazione o eventualmente aumentare l’introito idrico
  • Seguire una dieta sana: un'alimentazione equilibrata, ricca di sodio (a meno che non esistano controindicazioni specifiche per il soggetto) e con frequenti piccoli pasti a ridotto contenuto di carboidrati, può contribuire a mantenere la pressione arteriosa a livelli più stabili
  • Alzarsi gradualmente: per evitare l'ipotensione ortostatica, è consigliabile alzarsi lentamente da una posizione seduta o sdraiata per permettere al corpo di adattarsi ai cambiamenti posturali ed evitare la prolungata posizione seduta
  • Riposare con la testa sollevata
  • Eseguire attività fisica: l'esercizio fisico regolare può migliorare la funzione cardiaca e vascolare, contribuendo a mantenere la pressione arteriosa stabile
  • Evitare il consumo eccessivo di alcolici, di caffeina e di teina
  • Indossare calze elastiche compressive: queste calze sono utili per migliorare il ritorno venoso e prevenire l'accumulo di sangue nelle gambe.

Nel caso in cui il soggetto ipoteso assuma uno o più farmaci per l’ipertensione arteriosa, è necessario valutare la riduzione della posologia o la sospensione e comprendere le cause del cambiamento della sensibilità al farmaco.

Qualora invece si faccia diagnosi di ipotensione ortostatica, oltre alle accortezze appena menzionate si possono utilizzare anche terapie farmacologiche come:

  • Sostanze vasoattive: alcuni farmaci vasocostrittori, come la midodrina, possono essere prescritti per aumentare la resistenza vascolare e quindi la pressione arteriosa
  • Fludrocortisone: questo farmaco può essere utilizzato per aumentare il volume del sangue circolante e migliorare la ritenzione di sodio. Tuttavia, bisogna attentamente monitorare il peso e gli elettroliti nel sangue per evitare reazioni avverse
  • Farmaci che inibiscono gli effetti delle sostanze vasodilatanti come gli inibitori della sintesi delle prostaglandine (indometacina) e gli analoghi della somatostatina che determinano una vasocostrizione splacnica
  • Farmaci con azione simpaticomimetica (etilefrina)
  • Farmaci venocostrittori (diidroergotamina)
  • Antagonisti dopaminergici (metoclorpropamide e domperidone).

In ogni caso, la pressione arteriosa dovrebbe essere monitorata regolarmente per valutare l'efficacia del trattamento e apportare eventuali modifiche. È necessario, inoltre, trattare le condizioni sottostanti come l'insufficienza cardiaca o l'insufficienza renale, con l’obiettivo di migliorare la pressione arteriosa a lungo termine.

Infine, è essenziale consultare un medico per una valutazione accurata e la pianificazione di un trattamento adeguato, che consenta di personalizzare la terapia in base alle caratteristiche individuali del paziente.


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