1. Che cosa si intende per cicatrizzazione?
2. Quali sono le fasi del processo di cicatrizzazione?
3. Quali sono i fattori che influenzano la cicatrizzazione?
4. Alterazioni del processo di cicatrizzazione
1. Che cosa si intende per cicatrizzazione?
La cicatrizzazione è un processo fisiologico straordinario che il corpo umano intraprende per guarire le ferite e riparare i tessuti danneggiati. Sebbene possa sembrare un semplice processo di "ricucitura" della pelle, la cicatrizzazione è in realtà un intricato processo sostenuto da cellule, fattori di crescita e risposte biochimiche che lavorano insieme per ripristinare l'integrità del tessuto danneggiato.
Questo processo riflette la sorprendente capacità del corpo di rigenerarsi e rappresenta un simbolo tangibile delle sue capacità di resilienza e di adattamento di fronte alle sfide della vita.
2. Quali sono le fasi del processo di cicatrizzazione?
Il processo di cicatrizzazione inizia con un danno: la prima cosa che succede a valle di una ferita della cute è il sanguinamento, a cui segue l'emostasi (ovvero l’arresto del sanguinamento), durante la quale le nostre cellule formano un tappo di piastrine e fibrina, il coagulo.
Il coagulo svolge una serie di funzioni fondamentali:
- riempire e sostituire la parte di tessuto che è stata perduta
- interrompere la fuoriuscita di sangue
- impedire che eventuali patogeni possano entrare nei vasi
A livello superficiale il coagulo va successivamente incontro a disidratazione, formando la crosta e determinando la chiusura della ferita. Tuttavia, se la ferita è troppo ampia le cellule non riescono da sole ad arrestare il sanguinamento: in questo caso è necessario l’intervento medico al fine di accostare i lembi, ad esempio tramite l’applicazione di punti di sutura.
Questo stadio è caratterizzato anche da un afflusso di cellule immunitarie alla ferita chiamate dai fattori di crescita prodotti dalle piastrine, con l’obiettivo di combattere eventuali agenti patogeni e di rimuovere i detriti cellulari.
Sebbene l'infiammazione possa sembrare controproducente, è una parte essenziale del processo di guarigione, poiché prepara il terreno per le fasi successive. Infatti, in questa fase si forma il tessuto di granulazione. Si tratta di un tessuto specializzato che va a sostituire il coagulo: è un tessuto piuttosto lasso contenente capillari neoformati e cellule, come macrofagi, fibroblasti e linfociti, che alla vista sembra formato da tanti granuli dovuti alla presenza di numerosi capillari che vanno a ricostituire una rete vascolare integra.
Successivamente si svolge la fase di proliferazione, in cui le cellule sopraggiunte proseguono il lavoro di cicatrizzazione: i fibroblasti producono collagene per ricostruire le impalcature di tessuto, i neutrofili difendono dagli agenti esterni, i macrofagi continuano a rimuovere i detriti fino all’arrivo degli anticorpi. Il collagene è la proteina che forma il tessuto cicatriziale per sostituire quello di granulazione: nei casi ideali è simile al tessuto originale, ma nelle cicatrici più evidenti potrebbe differire dalla pelle circostante.
La fase finale è quella del rimodellamento, in cui il tessuto cicatriziale subisce modifiche per migliorare la sua resistenza e flessibilità. Durante questo periodo, il collagene viene ristrutturato e riorganizzato per avvicinarsi alla struttura del tessuto circostante in modo che la ferita aumenti la resistenza alla trazione. Questa fase può richiedere mesi o persino anni per essere completata: è il motivo per il quale alcune cicatrici sembrano migliorare con il tempo. All’inizio sono rosse e edematose, poi con il tempo - grazie alla maturazione del tessuto - si fanno rosacee e successivamente biancastre. L’infiammazione lentamente scompare e si ottiene la guarigione.
3. Quali sono i fattori che influenzano la cicatrizzazione?
Il processo di riparazione può essere influenzato da fattori locali e sistemici che modificano la velocità e la qualità della cicatrizzazione.
I fattori locali sono ad esempio le dimensioni della ferita stessa, la presenza di infezioni batteriche, la presenza di corpi estranei, la localizzazione della ferita, lo stato di ossigenazione, il grado di vascolarizzazione, la mobilità dell’area lesa e la presenza eventuale di necrosi, in quanto i tessuti necrotici devono essere rimossi.
Tra i fattori sistemici invece, la nutrizione gioca un ruolo cruciale, poiché il corpo ha bisogno di sostanze nutritive come proteine, vitamine e minerali per supportare la crescita cellulare e la produzione di collagene: diete ipoproteiche, avitaminosi e mancato apporto di zinco aumentano il tempo di guarigione. Le condizioni mediche preesistenti, come il diabete, le immunodeficienze, le vasculopatie e le collagenopatie possono ritardare il processo di guarigione a causa di una circolazione compromessa e dell’alterazione del sistema immunitario.
L'età è un altro fattore importante. I giovani tendono ad avere cicatrici più sottili e meno evidenti poiché il processo di cicatrizzazione è più efficiente, mentre con l'avanzare dell'età la velocità di cicatrizzazione può diminuire e la qualità delle cicatrici può variare.
Infine un’eventuale terapia medica in corso può rallentare la guarigione: in particolare se si assumono farmici antiblastici e glucocorticoidi, oppure se si viene sottoposti a radioterapia.
4. Alterazioni del processo di cicatrizzazione
Se il processo di guarigione non va a buon fine, si possono verificare complicanze come:
- la deiescenza o ulcerazione: si verifica quando il tessuto cicatriziale è insufficiente e si verifica la riapertura della ferita, oppure la mancata chiusura iniziale
- la cicatrizzazione iperplastica: si realizza per eccessiva produzione di matrice connettivale o di tessuto di granulazione. Se non trattata rimuovendo il tessuto in eccesso, la cicatrice finale potrebbe assumere l’aspetto ipertrofico o cheloideo. I cheloidi si presentano spesso come escrescenze sollevate, lisce e lucide, che possono variare dal rosa al rosso scuro e risultano fastidiose o sgradevoli dal punto di vista estetico
- la retrazione della ferita: si verifica quando il rimodellamento è eccessivo, si ha una contrazione della ferita che può causare anche alterazione della funzione del tessuto.
In questi casi è necessario l’intervento medico-chirurgico tramite la revisione della ferita o della cicatrice. In particolare, la gestione dei cheloidi può essere sfidante. Tra le opzioni di trattamento si ricorda:
- le iniezioni di corticosteroidi, al fine di ridurre l'infiammazione e la crescita eccessiva del tessuto cicatriziale
- la rimozione chirurgica del tessuto, che tuttavia potrebbe comportare il rischio di una ricrescita ancora più grande
- I trattamenti laser, che possono ridurre la dimensione e il colore dei cheloidi ma necessitano di più sessioni e non sono efficaci per tutti i pazienti.