Medicina

LA DIALISI: METODICHE E APPLICAZIONI

Dialisi
Cronica
Insufficienza
peritoneale
Renale
emodialisi
Nefropatia
Giorgio Sciarra

29/02/2024

1. Che cos’è la dialisi e quando è indicata?

2. Che cos’è l’emodialisi?

3. Che cos’è la dialisi peritoneale?

4. Alimentazione in dialisi

5. Qualità di vita in dialisi


1. Che cos’è la dialisi e quando è indicata?

La dialisi è una procedura medica vitale sostitutiva e non curativa, utilizzata, in genere, per trattare i pazienti con insufficienza renale avanzata. Questa condizione, che può essere acuta o cronica, si verifica quando i reni non sono più in grado di filtrare efficacemente le tossine e i rifiuti dal sangue, né di regolare adeguatamente i livelli di liquidi e sostanze chimiche nel corpo. La dialisi sostituisce in parte le funzioni renali compromesse, contribuendo a mantenere l'equilibrio chimico nel corpo e a rimuovere le scorie metaboliche.

Per i soggetti affetti da malattia renale cronica, la dialisi può essere utilizzata come terapia a lungo termine o come misura temporanea in attesa di trapianto di rene, mentre, la dialisi a breve termine o d’urgenza può essere usata per rimuovere i liquidi in eccesso, alcuni farmaci o veleni dall’organismo oppure per correggere scompensi elettrolitici o dell’equilibrio acido-base. Le principali metodiche dialitiche includono l'emodialisi e la dialisi peritoneale.

In particolare, le indicazioni alla dialisi sono l’insufficienza renale cronica avanzata con velocità di filtrazione glomerulare stimata (parametro di funzione renale) pari a 5 ml/min o 10 ml/min in soggetti diabetici e/o l’esistenza di tali condizioni: sovraccarico idrosalino non correggibile con terapia medica, acidosi metabolica refrattaria alla terapia, iperpotassiemia severa o iperazotemia con valori sopra 200 mg/dl e pericardite uremica e/o encefalopatia uremica.

La decisione di iniziare la dialisi dipende dal medico nefrologo che pone l’indicazione ad eseguirla in urgenza oppure a iniziare un programma a lungo termine. In tal caso, il soggetto deve essere conoscere la metodica ed averne compreso l’importanza, poiché comporta un cambiamento radicale nello stile di vita, che diventa dipendente dalla dialisi stessa. Per la maggior parte delle persone, tuttavia, un programma dialitico di successo corrisponde a raggiungere una qualità della vita accettabile.


2. Che cos’è l’emodialisi?

L'emodialisi è un processo mediante il quale il sangue viene filtrato attraverso una membrana semipermeabile per rimuovere scorie, elettroliti e liquidi in eccesso.

Questo processo avviene attraverso un dializzatore, un dispositivo che contiene migliaia di minuscoli tubi cavi, che costituiscono la membrana semipermeabile. Durante l'emodialisi, il sangue del soggetto viene condotto attraverso questi tubi, mentre dall'altra parte scorre una soluzione dializzante.

Le molecole di scarto e i fluidi in eccesso, che possono includere urea, creatinina, elettroliti e altre tossine, diffondono attraverso la membrana dal sangue alla soluzione dializzante, che viene poi scartata. Questo processo continua per diverse ore, per mantenere i livelli appropriati di sostanze chimiche nel sangue e ridurre il rischio di accumulo di liquidi nel corpo.

I metodi di accesso vascolare possono essere i cateteri venosi centrali (CVC) oppure le fistole arterovenose (FAV).

I cateteri venosi centrali sono tubi flessibili inseriti in grandi vene, di solito nella zona del collo o della parte superiore del torace, e sono direttamente collegati alla macchina di emodialisi. I CVC forniscono un accesso immediato e temporaneo per l'emodialisi, rendendoli adatti per i soggetti che necessitano di un trattamento immediato o che non sono candidati a una fistola arterovenosa. Tuttavia, l'uso a lungo termine dei CVC può comportare rischi come infezioni, coaguli di sangue e danni alle pareti dei vasi sanguigni, pertanto, sono spesso considerati come una soluzione temporanea.

Le fistole arterovenose, al contrario, sono considerate l'accesso vascolare di scelta per l'emodialisi a lungo termine, vengono create chirurgicamente collegando una vena e un'arteria, di solito nell'avambraccio o nel braccio. Dopo la creazione della fistola, la vena si ingrandisce e diventa più resistente, consentendo un flusso sanguigno adeguato all’emodialisi. Le fistole arterovenose offrono numerosi vantaggi rispetto ai CVC, inclusa una minore incidenza di infezioni, maggiore durata nel tempo e migliore funzionalità. Tuttavia, richiedono tempo per maturare adeguatamente prima di poter essere utilizzate per l'emodialisi.

Indipendentemente dall'accesso vascolare utilizzato, le sessioni di emodialisi sono tipicamente eseguite diverse volte a settimana, con una durata di diverse ore per sessione, a seconda delle esigenze del soggetto e delle prescrizioni mediche.


3. Che cos’è la dialisi peritoneale?

La dialisi peritoneale rappresenta una modalità importante di trattamento per i pazienti affetti da insufficienza renale avanzata, rispetto all'emodialisi, offre una serie di vantaggi e può essere indicata in determinate circostanze cliniche.

La dialisi peritoneale coinvolge l'utilizzo della membrana peritoneale, che riveste la cavità addominale, come mezzo di filtraggio per rimuovere scorie, elettroliti e liquidi in eccesso dal sangue. Durante il processo, una soluzione dializzante viene introdotta nell'addome del soggetto attraverso un catetere permanente. Questa soluzione contiene una composizione chimica simile al sangue, permettendo alle tossine e all'acqua di diffondersi attraverso la membrana peritoneale nella soluzione.

Dopo un periodo di tempo determinato, la soluzione dializzante, insieme alle scorie e all'acqua in eccesso, viene drenata dal corpo attraverso lo stesso catetere. Questo ciclo di scambio di fluidi e rimozione di scorie può essere eseguito manualmente (dialisi peritoneale ambulatoriale continua, CAPD) o automaticamente (dialisi peritoneale ciclica notturna, NCPD), consentendo al soggetto di gestire il trattamento in modo più flessibile e da casa.

La dialisi peritoneale può essere indicata in diverse situazioni:

  • La dialisi peritoneale è spesso considerata in pazienti con insufficienza renale cronica avanzata, in particolare quando l'emodialisi non è preferibile o non è fattibile. Può essere una scelta migliore per le persone con problemi di accesso vascolare o che preferiscono un trattamento domiciliare.
  • La dialisi peritoneale offre maggiore flessibilità rispetto all'emodialisi, consentendo ai soggetti in dialisi di eseguire il trattamento a casa e di evitare viaggi frequenti al centro di riferimento. Questo può migliorare significativamente la qualità della vita e consentire una maggiore indipendenza.
  • La dialisi peritoneale può essere particolarmente vantaggiosa nel controllo del volume dei liquidi nel corpo, poiché coinvolge lo scambio di fluidi attraverso la membrana peritoneale, garantendo una composizione fisiologica.

In generale, la scelta tra dialisi peritoneale ed emodialisi dipende dalle esigenze e dalle preferenze del soggetto, oltre alle considerazioni cliniche specifiche. Una valutazione multidisciplinare e una pianificazione personalizzata sono essenziali per garantire risultati ottimali e una gestione efficace dell'insufficienza renale.


4. Alimentazione in dialisi

L'alimentazione riveste un ruolo fondamentale nella gestione dell'insufficienza renale e durante il trattamento dialitico. Per i soggetti sottoposti a dialisi, un'adeguata alimentazione non solo contribuisce al mantenimento della salute generale, ma può anche influenzare direttamente il successo del trattamento e la qualità della vita, ecco alcuni elementi fondamentali:

  • Uno degli aspetti cruciali dell'alimentazione in dialisi è il controllo dell'assunzione di liquidi. Dal momento che le persone con insufficienza renale avanzata spesso hanno difficoltà a eliminare i liquidi in eccesso, è essenziale limitare l'assunzione di bevande e alimenti ad alto contenuto di acqua. Ciò è particolarmente importante per prevenire l'accumulo di liquidi nel corpo e il sovraccarico cardiovascolare
  • Il sodio è un minerale che può contribuire alla ritenzione di liquidi e all'aumento della pressione arteriosa. Pertanto, i soggetti in dialisi sono solitamente incoraggiati a limitare l'assunzione di sodio nella loro dieta, ciò significa ridurre il consumo di cibi salati, cibi processati e alimenti confezionati, oltre a evitare l'aggiunta di sale durante la preparazione dei pasti
  • L'insufficienza renale può portare a un accumulo di potassio e fosforo nel sangue, poiché i reni non sono in grado di eliminarli efficacemente dal corpo. Pertanto, è necessario prestare attenzione all'assunzione di alimenti ricchi di potassio e fosforo, come banane, agrumi, patate, pomodori, latticini
  • Gli individui in dialisi possono avere bisogno di una quantità maggiore di proteine e calorie rispetto alla popolazione generale, poiché il trattamento dialitico può causare perdite proteiche e energetiche. Tuttavia, è importante bilanciare l'assunzione di proteine e calorie per evitare l'accumulo di scorie metaboliche nel corpo e il sovrappeso.

Data l’importanza che riveste l’alimentazione, durante il trattamento dialitico, è importante monitorare regolarmente i livelli nutrizionali dell’individuo attraverso test di laboratorio e valutazioni cliniche, consentendo al team medico e l’eventuale specialista in nutrizione di regolare le raccomandazioni dietetiche in base alle esigenze e di prevenire carenze o eccessi nutrizionali.


5. Qualità di vita in dialisi

La qualità di vita in dialisi è una questione centrale per i soggetti che affrontano regolarmente il trattamento dialitico. Nonostante, infatti, la dialisi sia fondamentale per sostenere la vita e migliorare la salute, può anche influenzare significativamente il loro benessere psicologico, sociale ed emotivo.

Un elemento chiave per migliorare la qualità di vita delle persone in dialisi è la gestione efficace dei sintomi e delle complicazioni associati al trattamento. Questi possono includere affaticamento, prurito, crampi muscolari, problemi di sonno, depressione e ansia. Un approccio multidisciplinare che coinvolge medici, infermieri, dietisti e psicologi può aiutare a identificare e affrontare queste sfide in modo tempestivo e appropriato.

Inoltre, il supporto familiare, degli amici e della comunità può aiutare gli individui in dialisi a far fronte alle sfide quotidiane, ad affrontare le preoccupazioni e a mantenere una prospettiva positiva. I gruppi di supporto per i pazienti in dialisi offrono anche un forum per la condivisione delle esperienze, il supporto reciproco e la comprensione.

Anche mantenere un senso di autonomia e indipendenza è cruciale per la qualità di vita, infatti, nonostante, il trattamento dialitico possa richiedere un certo grado di adattamento e assistenza, è importante per i soggetti in dialisi essere coinvolti nelle decisioni riguardanti il loro trattamento e mantenere un senso di controllo sulla propria vita e sulle proprie scelte.

Il trattamento dialitico può comportare cambiamenti significativi nello stile di vita delle persone, inclusi vincoli dietetici, limitazioni di attività fisica e impegni di tempo per le sessioni di dialisi. Un adeguato sostegno e un'educazione continua possono aiutare a comprendere e adattarsi a questi cambiamenti, mantenendo un equilibrio sano tra il trattamento e le altre attività quotidiane. Il counseling psicologico, la pratica della mindfulness, la spiritualità e le pratiche di auto-cura possono fornire strumenti preziosi per affrontare lo stress, la paura e l'ansia associati alla malattia e al trattamento.

In sintesi, migliorare la qualità di vita delle persone in dialisi richiede un approccio olistico che affronti non solo le necessità mediche e fisiche, ma anche gli aspetti emotivi, sociali e psicologici del benessere. Una comunicazione aperta, un sostegno empatico e un'attenzione personalizzata alle esigenze individuali possono contribuire significativamente a migliorare l’esperienza di dialisi e a promuovere una migliore qualità di vita nel lungo termine.


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