1. Che cos'è la rinite vasomotoria?
2. Quali sono le cause della rinite vasomotoria?
3. Quali sono i sintomi della rinite vasomotoria?
4. Come si diagnostica la rinite vasomotoria?
5. Come si tratta la rinite vasomotoria?
1. Che cos'è la rinite vasomotoria?
L’espressione “rinite vasomotoria” è comunemente usata per descrivere una condizione clinica caratterizzata dai comuni sintomi della rinite (ad esempio, starnuti, rinorrea, congestione nasale e scolo retronasale), in relazione a fattori scatenanti non allergici e non infettivi come cambiamenti nella pressione barometrica, umidità, temperatura o esposizione a odori forti, fumi, polvere, fumo di tabacco e alcuni alimenti.
Tuttavia il termine “vasomotoria” rischia di essere fuorviante, perché non consente di stabilire chiaramente il meccanismo patogenetico e può comprendere sintomi variabili. Pertanto, diverse altre espressioni mediche sono usate per descrivere questa stessa condizione: rinite idiopatica non allergica, rinite non allergica e non infettiva e rinite intrinseca.
La rinite nelle sue forme allergiche e non allergiche è molto diffusa, perché colpisce circa il 20% della popolazione nei Paesi avanzati. Tra i pazienti con rinite vasomotoria, è stata notata una maggiore presenza del sesso femminile.
2. Quali sono le cause della rinite vasomotoria?
Nessun patogeno noto è alla base della rinite vasomotoria cronica. Al contrario, sembra che questa condizione sia scatenata da una maggiore sensibilità ai fattori ambientali, come ad esempio i cambiamenti climatici, l’inquinamento, gli odori forti e i profumi.
Tuttavia, studi recenti hanno individuato nuovi meccanismi che potrebbero essere responsabili di questo processo patologico. Questi includono un meccanismo locale mediato dalle Immunoglobuline di classe E (IgE) noto con il nome di entopia, la disfunzione delle fibre nocicettive che innervano la mucosa nasale oppure una disfunzione autonomica. In particolare:
- Entopia. Con il termine entopia ci si riferisce ad una forma di allergia localizzata nella cavità nasale in assenza test cutanei positivi, IgE sieriche elevate o IgE specifiche per allergeni sierici. La presenza di un’alta densità di cellule infiammatorie nella mucosa nasale determina tale produzione localizzata di IgE, senza generare un quadro allergico sistemico
- Disfunzione nocicettiva. Gli stimoli chimici e meccanici, come caldo, freddo, fastidio, tatto, ecc., che giungono alla mucosa nasale vengono trasportati dalle terminazioni nervose sensoriali fino alla corteccia cerebrale, che ci permette di percepirne la sensazione. Anche alcuni mediatori chimici prodotti dalle nostre cellule come bradichinina, istamina e ammine possono stimolare i recettori presenti sulla mucosa nasale e attivare le fibre nervose. Alcuni studi hanno dimostrato l’alterazione di queste fibre nervose nei soggetti con rinite vasomotoria, tanto da determinarne l’iper-reattività generando iperalgesia (aumentata sensibilità al dolore) e allodinia (percezione di una sensazione dolorosa in seguito a uno stimolo innocuo). Pertanto nelle persone che soffrono di rinite vasomotoria queste fibre nervose diventano ipersensibili a qualsiasi stimolo, anche il più innocuo e banale, generando come reazione di difesa la rinite
- Disfunzione autonomica. Il sistema nervoso autonomo, conosciuto anche come sistema nervoso vegetativo o viscerale, è quell'insieme di cellule e fibre nervose che innervano gli organi interni e le ghiandole, svolgendo quelle funzioni che generalmente sono al di fuori del controllo volontario. Il sistema nervoso autonomo si divide a sua volta in sistema simpatico e parasimpatico: solitamente i due sistemi svolgono azioni contrastanti ed insieme bilanciano il funzionamento del nostro organismo. In una serie di studi eseguiti su soggetti con rinite vasomotoria, è stata accertata una disfunzione del sistema nervoso autonomo: sembra infatti che in questi soggetti il sistema nervoso simpatico sia ipoattivo e che quindi esista uno squilibrio tra il sistema parasimpatico e simpatico.
3. Quali sono i sintomi della rinite vasomotoria?
Le manifestazioni cliniche della rinite vasomotoria si distinguono in due forme, quella ostruttiva e quella secretoria. La prima si caratterizza per la presenza di naso chiuso e forte congestione, la seconda invece per una importante rinorrea. I sintomi oculari concomitanti tendono ad essere minimi e i sintomi di prurito nasale e palatale, così come gli starnuti sono rari. Al contrario mal di testa, scolo retronasale, pressione facciale, schiarimento della gola e tosse sono invece sintomi comuni in questi casi.
Sembra che le due forme di rinite abbiano cause sottostanti differenti: la forma ostruttiva sarebbe associata maggiormente alla presenza di una disfunzione nocicettiva, al contrario la forma secretoria alla disfunzione autonomica.
La rinite vasomotoria è generalmente perenne e non peggiorata dall'esposizione agli allergeni, al contrario della rinite allergica. Tuttavia, si può osservare un’esacerbazione stagionale in presenza di rapidi cambiamenti di temperatura, umidità o pressione: durante la primavera e l'autunno, dunque, è facile confondere la rinite vasomotoria con l’allergia stagionale.
4. Come si diagnostica la rinite vasomotoria?
La diagnosi si basa sull'anamnesi clinica e sull'esclusione di altre cause note di rinite, come ad esempio la rinite allergica, infettiva, infiammatoria o immunologica.
L'insorgenza di sintomi nasali in pazienti con più di 35 anni di età senza storia di atopia, variazione stagionale o specifici sintomi correlati all'esposizione agli allergeni, ma indotti da fattori scatenanti ambientali non specifici suggerisce una probabilità superiore al 99% di una diagnosi di rinite vasomotoria, soprattutto se in assenza di altri sintomi o patologie.
La mucosa nasale dei soggetti con rinite vasomotoria di solito è normale, soltanto in alcuni casi può apparire edematosa e arrossata. L'eosinofilia nasale e periferica è assente. I test cutanei, i test sierici IgE allergenico-specifici sono solitamente negativi.
5. Come si tratta la rinite vasomotoria?
Dopo una diagnosi di rinite vasomotoria, dovrebbe essere adottata ogni misura per evitare il più possibile i trigger ambientali, in particolare odori pungenti, fumi di emissione di automobili o di sigaretta, variazioni di temperatura e cibi caldi e piccanti.
I farmaci più utilizzati nel trattamento dei sintomi della rinite cronica non allergica includono gli steroidi intranasali, gli antistaminici topici e gli anticolinergici (ipratropio bromuro), questi ultimi in particolare per il trattamento della rinorrea.
La gestione più corretta di questa condizione clinica dovrebbe comprendere un approccio farmacologico graduale in cui l'intervento iniziale viene scelto in base ai sintomi predominanti del paziente. Infatti, se predominano i sintomi della forma ostruttiva lo steroide intranasale rappresenta la terapia di scelta, al contrario in caso di prevalenza dei sintomi secretori è più opportuno iniziare con un anticolinergico topico, infine se coesistono entrambe le forme il trattamento più indicato è l’antistaminico topico. Se la terapia singola non è efficace, si possono utilizzare trattamenti di combinazione.
Questi farmaci possono essere utilizzati per lunghi periodi, oppure anche secondo necessità o prima di esposizioni che possono esacerbare i sintomi. Altri trattamenti medici aggiuntivi da considerare possono essere i decongestionanti, il lavaggio nasale con spray salini o la capsaicina nasale topica.
Possono essere considerate anche una serie di procedure chirurgiche, in presenza di indicazione otorinolaringoiatrica, nei casi in cui la gestione medica fallisca. Tra queste ricordiamo:
- La turbinectomia, ovvero la rimozione parziale o completa dei turbinati (piccole sporgenze ossee laterali del setto nasale), può essere eseguita per ridurre la congestione nasale. Tuttavia questa procedura può determinare secchezza a lungo termine e comparsa di croste per l’aumento del flusso d'aria intranasale e la diminuzione delle secrezioni, fino a causare la rinite atrofica
- Resezione del nervo vidiano
- Elettrocoagulazione del nervo etmoidale anteriore.