1. Che cos’è l’infezione da HIV?
2. Quali sono i metodi di trasmissione del virus HIV?
3. Come prevenire l’infezione da HIV?
4. La PrEP previene l’infezione da HIV?
5. Quali sono le indicazioni, le controindicazioni e gli effetti collaterali della PrEP?
6. La PrEP intermittente funziona?
7. Quali sono gli ostacoli all’utilizzo della PrEP?
1. Che cos’è l’infezione da HIV?
L'infezione da HIV (virus dell'immunodeficienza umana) rappresenta una delle sfide più significative per la salute pubblica mondiale. Si tratta di un'infezione virale che distrugge progressivamente alcuni globuli bianchi, in particolare i linfociti CD4+, indebolendo il sistema immunitario fino a determinare, se non trattata, la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).
L'HIV è diffuso in tutto il mondo, con particolare concentrazione in alcune regioni, come l'Africa subsahariana. Secondo stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2020 circa 38 milioni di persone vivevano con l'HIV, di cui 1,5 milioni erano bambini. Nonostante il progresso nella prevenzione e nel trattamento, l'HIV continua a rappresentare una minaccia significativa per la salute pubblica, richiedendo sforzi continuativi per affrontare la sua diffusione.
L’infezione da HIV vira ad AIDS in presenza di almeno una grave malattia con complicanze, o quando il numero dei linfociti CD4+ diminuisce considerevolmente.
2. Quali sono i metodi di trasmissione del virus HIV?
La conoscenza delle modalità di trasmissione dell'HIV è fondamentale per adottare precauzioni adeguate e ridurre il rischio di contrarre o trasmettere il virus. In particolare:
- Rapporti sessuali non protetti: la via principale di trasmissione dell'HIV è costituita dai rapporti sesspali non protetti, sia vaginali che anali. Durante l'attività sessuale, l'HIV può essere trasmesso attraverso il contatto diretto tra fluidi corporei infetti, come il sangue, lo sperma, le secrezioni vaginali e il liquido pre-eiaculatorio e in presenza di lesioni sulle superfici genitali dei partner
- Utilizzo di aghi contaminati: l'HIV può essere trasmesso attraverso l'uso di aghi o siringhe contaminati con sangue infetto. Questo metodo di trasmissione è comune tra gli abusatori di droghe iniettabili che condividono gli stessi strumenti per l'iniezione, o tra i professionisti sanitari in caso di erroneo maneggiamento degli aghi
- Trasmissione verticale: le donne sieropositive possono trasmettere l'HIV ai loro bambini durante la gravidanza, il parto o l'allattamento al seno. Tuttavia, con l'uso appropriato di terapie antiretrovirali durante la gravidanza, il rischio di trasmissione verticale può essere ridotto in modo significativo
- Trasfusioni di sangue e prodotti ematici contaminati: prima dell'introduzione di rigorose misure di screening del sangue, l'HIV poteva essere trasmesso attraverso trasfusioni di sangue o l'uso di prodotti ematici contaminati. Oggi, grazie a sofisticati test di screening, il rischio di trasmissione attraverso queste vie è estremamente basso.
È importante notare che l'HIV non viene trasmesso attraverso contatti casuali quotidiani, come stringere le mani, abbracciare, baciare, condividere utensili per il cibo o bevande, o attraverso il contatto con oggetti toccati da una persona sieropositiva.
3. Come prevenire l’infezione da HIV?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito come obiettivo per il 2030 la fine della pandemia di HIV e della diffusione dell’AIDS.
La prevenzione dell'infezione da HIV è fondamentale per ridurre la diffusione del virus, proteggere la salute delle persone e combattere l'epidemia e il carico di malattia. Le strategie preventive includono l'educazione sessuale, l'uso del preservativo durante i rapporti sessuali, l’evitamento di aghi o siringhe condivise, la promozione del test dell'HIV in soggetti sessualmente attivi e l'accesso alle terapie antiretrovirali per le persone sieropositive.
Dal 2015 sono state rese disponibili in vari paesi del mondo la profilassi pre-esposizione (PrEP) e la profilassi post-esposizione (PEP) per le persone a rischio elevato di contrarre l'infezione. La PrEP ha lo scopo di prevenire l’infezione prima, durante e dopo l’esposizione al comportamento a rischio. La PEP, invece, viene utilizzata in situazioni in cui si sospetta una precedente esposizione all'HIV attraverso rapporti sessuali non protetti con soggetti sieropositivi, aggressioni sessuali, incidenti con aghi contaminati o altre circostanze ad alto rischio, deve essere iniziata preferibilmente entro 72 ore dall'esposizione e prevede l'assunzione quotidiana di una combinazione di farmaci antiretrovirali per un periodo di 28 giorni.
4. La PrEP previene l’infezione da HIV?
La PrEP prevede l'assunzione regolare di una compressa giornaliera composta dalla combinazione di due antiretrovirali: il tenofovir fumarato 300 mg e l’emtricitabina 200 mg. Questi farmaci aiutano a prevenire la replicazione del virus e la penetrazione nelle cellule bersaglio, riducendo così il rischio di infezione quando si viene esposti all'HIV. Hanno dimostrato efficacia nel prevenire l’infezione da HIV con percentuali pari al 99%, se assunti correttamente, in qualsiasi individuo.
Le linee guida raccomandano 7 giorni di assunzione per ottenere la protezione con l’esposizione rettale e 20 giorni di assunzione per le esposizioni vaginali, peniene e iniettabili. La durata dell'uso della PrEP dipenderà dal periodo di tempo in cui un individuo rimane ad aumentato rischio di contrarre l’HIV.
Di recente l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha approvato la distribuzione gratuita della PrEP per prevenire l’infezione da HIV, rendendola rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale e segnando un passo storico per la lotta all’infezione da HIV in Italia.
5. Quali sono le indicazioni, le controindicazioni e gli effetti collaterali della PrEP?
La PrEP è particolarmente raccomandata per gli individui, adolescenti compresi, che hanno rapporti sessuali con partner sieropositivi, per le persone che hanno rapporti sessuali occasionali fuori dalla relazione, o che all’inizio di una relazione non conoscono lo stato di salute del partner, e non utilizzano il preservativo, per chi fa uso di droghe iniettabili o condivide siringhe, o per i partner di questi ultimi.
La PrEP è controindicata in soggetti con insufficienza renale cronica e grave compromissione della funzionalità, in quanto gli antivirali sono nefrotossici, e nei soggetti già HIV positivi, in quanto necessitano di terapia specifica.
Quanto agli effetti collaterali, in rari casi l’assunzione della PrEP può determinare nausea, vomito, diarrea, stanchezza e vertigini. Si tratta tuttavia di sintomi transitori e non invalidanti.
Bisogna ricordare, tuttavia, che l’assunzione della PrEP protegge dall’HIV ma non da tutte le alte malattie sessualmente trasmissibili, contro le quali il preservativo rappresenta ancora l’unica e fondamentale arma di difesa. Purtroppo in alcuni individui che assumono PrEP è stata osservata la diminuzione dell'uso del preservativo associata a un aumento concomitante di altre malattie sessualmente trasmissibili.
6. La PrEP intermittente funziona?
La PrEP intermittente o on-demand è la posologia di assunzione guidata da eventi o temporizzata coitalmente: rappresenta un'opzione in caso di esposizioni anali, dimostratasi efficacie in studi su uomini omosessuali.
Il dosaggio on-demand non è raccomandato per la protezione contro l'esposizione sessuale vaginale, l'esposizione al sangue attraverso l'uso di droghe iniettabili o in individui con infezione da HBV e dovrebbe essere usato con cautela nelle donne transgender che assumono ormoni.
La PrEP intermittente prevede un regime "2-1-1":
- 2 compresse da assumere da 2 a 24 ore prima del rapporto sessuale (è preferibile avvicinarsi a 24 ore)
- 1 compressa 24 ore dopo il rapporto sessuale
- 1 compressa 48 ore dopo il rapporto sessuale
In caso di ulteriore rapporto sessuale è necessario assumere 1 compressa al giorno fino a 48 ore dopo l'ultimo atto sessuale, diventando effettivamente PrEP quotidiana per tutto il tempo in cui il sesso continua.
In sostanza, la PrEP intermittente di successo richiede una pianificazione anticipata per il sesso di almeno 2 ore: pertanto i pazienti devono rivedere le loro pratiche abituali nella pianificazione del sesso per valutare la fattibilità di questo approccio e i medici devono assicurarsi che i pazienti comprendano il complesso programma di dosaggio.
7. Quali sono gli ostacoli all’utilizzo della PrEP?
Sebbene l’AIFA abbia riformato l’accesso alla PrEP, esistono ancora degli ostacoli alla sua diffusione, per lo più di origine sociale. Tra di essi:
- L’assenza di consapevolezza dell’importanza della PrEP tra numerosi individui a rischio di contrarre l'HIV
- La mancanza di costanza nell’assunzione della PrEP, a causa di barriere individuali e strutturali
- Lo stigma, che può impedire alle persone che trarrebbero beneficio dalla PrEP di chiedere aiuto allo specialista
- La disparità nell'accesso alla PrEP tra le popolazioni ad alto rischio di acquisizione dell'HIV.
Il follow up è uno dei cardini per garantire la buona efficacia della terapia: durante i controlli al paziente verranno chiesti esami di laboratorio di routine e screening per HIV e per le altre malattie sessualmente trasmissibili.