Medicina

SHOCK ANAFILATTICO

Allergia
anafilassi
Shock
Allergene
Istamina
adrenalina
anafilattico
Giorgio Sciarra

25/03/2024

1. Che cos’è lo shock anafilattico?

2. Qual è la differenza tra anafilassi e shock anafilattico?

3. Come si manifesta lo shock anafilattico

4. Come si tratta nell’immediato lo shock anafilattico

5. Reazioni allergiche: un pericolo inaspettato


1. Che cos’è lo shock anafilattico?

Lo shock anafilattico è una reazione allergica grave e potenzialmente letale, che si verifica rapidamente dopo il contatto con una sostanza a cui una persona è allergica scatenando una reazione sistemica e imprevedibile. Può verificarsi in risposta ad una vasta gamma di allergeni tra cui cibi, farmaci, punture di insetti e sostanze chimiche.

Durante lo shock anafilattico, il sistema immunitario della persona reagisce in modo sproporzionato alla sostanza allergenica rilasciando grandi quantità di sostanze chimiche, tra cui l’istamina, che causano una serie di sintomi gravi e potenzialmente fatali se non trattati immediatamente.

La fisiopatologia che porta allo shock anafilattico comprende varie fasi:

  • Esposizione all'allergene: è il trigger che scatena la reazione sistemica. L'esposizione può avvenire attraverso ingestione, inalazione, contatto cutaneo o puntura d'insetto
  • Risposta immunitaria: una volta che l'allergene entra nel corpo, il sistema immunitario della persona lo riconosce erroneamente come una minaccia e produce una risposta immunitaria eccessiva. Questa risposta coinvolge principalmente il rilascio di anticorpi IgE (immunoglobuline E) specifiche per l'allergene
  • Rilascio di mediatori infiammatori: gli anticorpi IgE si legano agli allergeni e attivano i mastociti e i basofili, cellule del sangue che rilasciano in risposta una serie di mediatori infiammatori tra cui istamina, serotonina, prostaglandine e leucotrieni. Questa tempesta di citochine scatena i sintomi caratteristici dello shock anafilattico
  • Effetti sistemici: i mediatori infiammatori provocano una vasodilatazione sistemica (allargamento dei vasi sanguigni), aumentano la permeabilità dei vasi sanguigni e causano contrazioni della muscolatura liscia, inclusa la tonaca muscolare dei bronchioli nei polmoni generando l’effetto di broncocostrizione. Tutto ciò determina diminuzione della pressione sanguigna (ipotensione severa), gonfiore delle mucose (tra cui lingua e gola), difficoltà respiratorie, tachicardia e perdita di coscienza.

Lo shock anafilattico può arrivare a coinvolgere molti sistemi del corpo, come il sistema respiratorio, il sistema cardiovascolare, il sistema cutaneo e il sistema nervoso.

La gravità dello shock anafilattico può variare da lieve a potenzialmente letale: il trattamento immediato è cruciale per contrastare la reazione e prevenire il peggioramento dei sintomi.


2. Qual è la differenza tra anafilassi e shock anafilattico?

Anafilassi e shock anafilattico sono due termini spesso usati in modo intercambiabile, ma che indicano condizioni differenti. Con il termine anafilassi si intende qualsiasi reazione allergica che determini sintomi locali o sistemici, tra cui prurito, orticaria (eruzione cutanea pruriginosa), gonfiore del viso, delle labbra, della lingua e della gola, respiro sibilante, tosse, congestione nasale, nausea, vomito, diarrea e tachicardia. Tuttavia, non tutte le persone che sperimentano una condizione di anafilassi sviluppano uno shock anafilattico.

Lo shock anafilattico, invece, è la forma estrema di anafilassi caratterizzata da una ipotensione grave e rapida, causata da una vasodilatazione sistemica e da una perdita di liquidi dai vasi sanguigni. Questa condizione può portare ad una diminuzione critica della perfusione degli organi vitali, mettendo a rischio la vita del soggetto.


3. Come si manifesta lo shock anafilattico

Lo shock anafilattico è caratterizzato da una serie di manifestazioni cliniche che richiedono un riconoscimento tempestivo per un intervento medico urgente. Comprendere queste manifestazioni è essenziale per identificare la condizione in tempo e somministrare il trattamento appropriato. I sintomi includono:

  • Prurito e orticaria: uno dei primi segni di shock anafilattico può essere un prurito intenso della pelle. Spesso è accompagnato da orticaria, un'eruzione cutanea rossa e pruriginosa, che si manifesta poco dopo il contatto con l’allergene
  • Gonfiore del viso, delle labbra e della lingua: il viso, le labbra e la lingua possono gonfiarsi rapidamente, causando difficoltà nella respirazione e nel parlare
  • Difficoltà respiratorie: l’insorgenza di dispnea, respiro affannoso, respiro sibilante o senso di costrizione toracica può indicare un coinvolgimento del sistema respiratorio
  • Ipotensione: una diminuzione improvvisa della pressione sanguigna può provocare vertigini, svenimenti, confusione mentale e shock ipovolemico
  • Tachicardia: un aumento della frequenza cardiaca può essere osservato come una risposta del corpo al rapido rilascio di mediatori infiammatori
  • Perdita di coscienza: nei casi più gravi, il paziente può svenire o perdere conoscenza a causa della ridotta perfusione cerebrale.

E’ cruciale non sottovalutare la gravità di una reazione allergica: il rapido riconoscimento e il trattamento precoce sono l’unica misura utile per prevenire il peggioramento delle condizioni e per salvare la vita del soggetto.


4. Come si tratta nell’immediato lo shock anafilattico

Di fronte alla consapevolezza di essere stati esposti ad un allergene ed alla manifestazione associata di sintomi gravi come difficoltà respiratorie, ipotensione o perdita di coscienza, è importante non perdere tempo. La prima azione da intraprendere di fronte a un sospetto caso di shock anafilattico è chiamare il numero di emergenza per ottenere assistenza medica urgente il prima possibile.

Se il soggetto sta avendo difficoltà respiratorie o presenta gonfiore del viso, delle labbra o della lingua, è importante garantire che la sua via aerea sia libera da ostacoli. Posizionare la persona in una posizione semi-seduta può aiutare a mantenere le vie aeree aperte e facilitare la respirazione.

Somministrare una dose di adrenalina è il trattamento di prima linea per lo shock anafilattico. Se la persona è a conoscenza del suo rischio e dispone di un autoiniettore di adrenalina, è necessario somministrare una dose immediatamente secondo le istruzioni del medico o del produttore. L'adrenalina aiuta a contrastare la vasodilatazione e la broncocostrizione, stabilizzando la pressione sanguigna e migliorando la respirazione.

Altri farmaci che possono essere utili di fronte ad una reazione anafilattica sono i corticosteroidi e gli antistaminici: in presenza di uno shock anafilattico vero e proprio, tuttavia, potrebbero non essere sufficienti.

Durante il trattamento, è importante monitorare attentamente le funzioni vitali del soggetto come la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la saturazione di ossigeno e la respirazione. Se necessario, all’arrivo del personale sanitario potrebbe essere opportuno fornire supporto respiratorio e cardiovascolare, come l'ossigenoterapia o la somministrazione di fluidi intravenosi, per mantenere la stabilità emodinamica del soggetto.

Anche se i sintomi si risolvono temporaneamente dopo la somministrazione di adrenalina, è importante comunque trasportare la persona in ospedale per un monitoraggio continuo e un trattamento aggiuntivo, in quanto si possono comunque manifestare reazioni anafilattiche ritardate. Inoltre, lo shock anafilattico può essere un evento ricorrente: una valutazione approfondita da parte di un medico è essenziale per prevenire ricadute.


5. Reazioni allergiche: un pericolo inaspettato

Le reazioni allergiche rappresentano una minaccia silenziosa e spesso inaspettata per la salute umana. La caratteristica più insidiosa di queste reazioni è la loro capacità di celarsi dietro un'apparente assenza di sintomi dopo la prima esposizione all’allergene: questo fenomeno, noto come sensibilizzazione, può ingannare il paziente generando una mancanza di consapevolezza del rischio.

Durante la prima esposizione, infatti, il sistema immunitario può iniziare a riconoscere l'allergene come una minaccia e a produrre anticorpi specifici (immunoglobulina E, IgE) contro di esso, creando una sorta di "memoria" nel sistema immunitario e preparandolo per una reazione più forte in futuro. Alla seconda esposizione, quindi, il sistema immunitario può reagire in modo eccessivo, scatenando una reazione grave e persino potenzialmente letale.

Ma il pericolo non finisce qui. Oltre alla mancanza di consapevolezza del proprio stato allergico, c'è il rischio aggiuntivo legato alla presenza di allergeni non noti. Gli allergeni possono celarsi in una vasta gamma di prodotti di uso quotidiano, dall'alimentazione alla cura della casa, dai cosmetici ai medicinali. Questi allergeni non dichiarati possono rendere difficile per le persone allergiche evitare completamente il contatto con le sostanze pericolose.

Particolarmente preoccupanti sono le allergie ai farmaci, che aggiungono ulteriore complessità al panorama delle reazioni allergiche. Molti farmaci comuni, considerati innocui dalla maggior parte delle persone, possono scatenare in alcuni pazienti reazioni allergiche gravi e immediate.

Di conseguenza, la gestione delle reazioni allergiche richiede una combinazione di consapevolezza, prevenzione e tempestività dell’intervento medico. È fondamentale che le persone siano consapevoli del rischio di sensibilizzazione e delle possibili conseguenze di una reazione allergica. Leggere attentamente le etichette degli alimenti e dei prodotti, evitare il contatto con allergeni noti e consultare un medico per identificare e gestire le allergie ai farmaci sono passi essenziali per proteggersi da questo pericolo inaspettato.

Infine, coloro che sono a rischio di reazioni allergiche gravi dovrebbero sempre avere con sé un autoiniettore di adrenalina e saperlo utilizzare correttamente in caso di emergenza.


Passa alla homepage
Scopri cosa può aiutarti subito
Condividi articolo