Medicina

TUMORE AL SENO: SINTOMI E CURE DEL TUMORE PIÙ DIFFUSO TRA LE DONNE

Seno
Palpazione
Mammella
Tumore
Donne
Martina Amenta

15/03/2023

1. La diffusione di questa patologia in Italia
2. Cos’è e come si sviluppa il tumore al seno?
3. Cause e fattori di rischio del tumore al seno
4. Sintomi e campanelli d’allarme a cui prestare attenzione
5. Diagnosi e prevenzione del tumore al seno: cosa c’è da sapere?


1. La diffusione di questa patologia in Italia

Il carcinoma mammario, o tumore a seno, rappresenta la prima causa di morte per tumore. Ma già dalla fine degli anni Novanta, si osserva una continua tendenza alla diminuzione della mortalità per questa patologia (-0,8%/anno), attribuibile a una maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce, all'anticipazione diagnostica e anche ai progressi terapeutici.

Negli ultimi anni la ricerca sul tumore al seno ha fatto notevoli passi avanti: oggi questa patologia fa meno paura, perché si può curare.

Secondo le stime dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa 56.000 nuovi casi di tumore del seno. Grazie alle misure preventive e al miglioramento delle terapie, l’87% delle pazienti guarisce, soprattutto se la diagnosi avviene in fase non avanzata di malattia. Oggi circa 9 donne su 10 sono vive dopo 5 anni dalla scoperta del tumore e 8 su 10 lo sono a 10 anni dalla diagnosi.


2. Cos'è e come si sviluppa il tumore al seno?

Il seno è un organo complesso, deputato fondamentalmente alla produzione di latte durante l'allattamento. Per questa sua funzione secretiva e primaria è anche denominato “ghiandola mammaria”. Viene sottoposto a continue modificazioni nel tempo, correlate alla produzione ormonale ciclica, alla gravidanza, all'allattamento ed alla menopausa.

La mammella è costituita anatomicamente da tre tipi di tessuto: fibroso (o connettivo), ghiandolare e adiposo (grasso).

Il tessuto fibroso fa da sostegno alla ghiandola mammaria, ricca di vasi sanguigni, vasi linfatici e fasci nervosi. Le cellule che la costituiscono si riproducono continuamente per mantenere un ricambio adeguato e per riparare le cellule danneggiate. È un processo molto complesso che viene regolato da molteplici geni. A causa dell’invecchiamento e dell’interazione con diversi fattori ambientali, i geni che regolano il processo di riproduzione e crescita cellulare possono essere danneggiati: ciò determina una crescita anomala e incontrollata delle cellule (detta carcinogenesi) con il conseguente sviluppo del tumore, che avviene lentamente, nel corso di molti anni.

A seconda dello stadio, la malattia può essere localizzata o diffondersi ai tessuti circostanti e ad altre parti del corpo.


3. Cause e fattori di rischio del tumore al seno

Le cause responsabili del tumore non sono state ancora stabilite in modo certo.

Si conoscono tuttavia i fattori di rischio: alcuni di essi sono prevenibili e hanno maggiore impatto sulla possibilità di sviluppo del tumore. Questi fattori si dividono in fattori modificabili, che dipendono dai nostri comportamenti e dalle nostre abitudini, e fattori non modificabili, che non dipendono in alcun modo da noi. Tra quelli non modificabili si considera principalmente l’età. Con l’aumentare degli anni aumenta, purtroppo, il rischio di contrarre la malattia. Infatti, circa il 50% delle pazienti con tumore alla mammella ha più di 65 anni.

La familiarità e la storia personale sono altri due fattori determinanti e non modificabili. Circa il 20% delle donne con tumore al seno ha più di un familiare stretto con la stessa patologia, soprattutto nei casi giovanili. Ci sono due geni che predispongono a questo tipo di tumore: il BRCA1 e il BRCA2. Le loro mutazioni sono responsabili del 50% delle forme ereditarie di cancro del seno e anche dell'ovaio, ma è importante sottolineare che non tutte le donne che presentano mutazione di BRCA ereditata svilupperanno un tumore. È fondamentale conoscere la presenza di questa mutazione genetica per migliorare il monitoraggio e lo screening, con visite ed esami strumentali più frequenti.

I fattori di rischio modificabili sono rappresentati, invece, dalle abitudini e dagli stili di vita non equilibrati: il fumo, il consumo di alcol e l’obesità rivestono sempre un ruolo di primo piano nell’insorgenza del tumore. Ognuno di noi può e deve evitarli.


4. Sintomi e campanelli d’allarme a cui prestare attenzione

Il più comune sintomo del tumore al seno è la comparsa di un nuovo nodulo, avvertito come una massa all’interno della ghiandola: se il nodulo è duro ed indolore e presenta bordi irregolari è più probabile che sia maligno.

In generale, il quadro di esordio della malattia è caratterizzato da una sintomatologia molto lieve e spesso asintomatica. Si possono riscontrare cambiamenti nella forma del seno e gonfiore (nonostante non si avverta nessun nodulo al tatto). Altri possibili campanelli d’allarme possono essere l’irritazione o l’increspatura della pelle, il dolore al seno o al capezzolo e una secrezione diversa e anomala dal capezzolo.

In presenza di uno dei segnali sospetti, è fondamentale rivolgersi ad uno specialista che saprà indicare gli esami più appropriati a cui sottoporsi.


5. Diagnosi e prevenzione del tumore al seno: cosa c’è da sapere?

La prevenzione rappresenta il primo strumento che ognuno di noi può e deve mettere in atto. Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario è fondamentale per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. La mammografia è un esame radiologico della mammella che consente di identificare i noduli, anche di piccole dimensioni, non percepibili al tatto.

Per le pazienti che presentano familiarità accertata, la mammografia è consigliata già a partire dai 40 anni d’età. Nelle donne che hanno un'evidente predisposizione ad ammalarsi per una mutazione genetica accertata, i protocolli di prevenzione prevedono anche l’impiego della risonanza magnetica.

Nelle donne più giovani, tra i 30 e i 40 anni d’età, è consigliato effettuare l’ecografia mammaria. Si tratta di un esame non invasivo del seno, semplice e sicuro, che utilizza una sonda capace di emette ultrasuoni a bassa frequenza e alta intensità sulla zona da esplorare. Per svolgere l’esame, la paziente viene fatta sdraiare supina su un lettino con le braccia sollevate. Il medico specialista procederà poi all’esame delle mammelle.

L’autopalpazione del seno, infine, è il primo passo che ognuna di noi può compiere, a partire già dai 20 anni. È un semplice test di autovalutazione che consente di conoscere l’aspetto normale del proprio seno, per poter notare qualsiasi cambiamento o irregolarità e segnali che possano ricondurre al rischio di un carcinoma della mammella.


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