Medicina

VACCINO ANTINFLUENZALE

ceppi
Vaccino
Prevenzione
immunità
Influenza
Virus
Giorgio Sciarra

26/06/2024

1. Quali sono i tipi di vaccino antinfluenzale?

2. Perché è importante la vaccinazione antinfluenzale?

3. Perché il vaccino antinfluenzale cambia ogni anno?

4. In quali soggetti è raccomandato il vaccino antinfluenzale?

5. In quali mesi bisogna fare il vaccino antinfluenzale?

6. Quali possono essere gli effetti avversi la vaccino antinfluenzale?


1. Quali sono i tipi di vaccino antinfluenzale?

In Italia i vaccini sono autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ma non tutti i vaccini autorizzati dall’Agenzia sono necessariamente disponibili sul mercato. Infatti sono le aziende produttrici dei vaccini a decidere quali prodotti mettere a disposizione per i singoli mercati.

I principali vaccini antinfluenzali attualmente disponibili in Italia sono:

  • Vaccino inattivato quadrivalente su colture cellulari: questo vaccino contiene 2 virus di tipo A e 2 virus di tipo B cresciuti su colture cellulari, ed è autorizzato per essere utilizzato nei bambini di età superiore ai 2 anni e negli adulti
  • Vaccino inattivato quadrivalente adiuvato: in questo vaccino è contenuto un adiuvante che migliora la risposta immunitaria, partendo da una minore quantità di antigene. Per questo motivo è indicato nei soggetti di età pari o superiore a 65 anni
  • Vaccino ad alto dosaggio: in questo vaccino split quadrivalente ci sono due virus di tipo A e due virus di tipo B, che contengono 60 mcg di emoagglutinina (HA) per ciascun ceppo virale per garantire una maggiore risposta immunitaria e quindi una maggiore efficacia. Questo tipo di vaccino è indicato nei soggetti di età pari o superiore a 60 anni
  • Vaccino quadrivalente a DNA ricombinante: questo vaccino viene prodotto mediante tecniche di ingegneria genetica che frammentano il DNA corrispondente e lo esprimono in diversi vettori. È indicato nei soggetti con almeno 18 anni
  • Vaccino vivo attenuato: il vaccino vivo attenuato è un vaccino quadrivalente, che viene somministrato tramite spray nasale e autorizzato per l'uso in persone di età compresa tra 2 e 18 anni. I ceppi influenzali contenuti nel quadrivalente sono modificati in modo da non causare sintomi influenzali e in modo che si replichino nella mucosa nasale, piuttosto che nel tratto respiratorio inferiore.


2. Perché è importante la vaccinazione antinfluenzale?

La vaccinazione antinfluenzale è fondamentale per diversi motivi, sia per la salute individuale che per il benessere della comunità nel suo complesso. Innanzitutto, il vaccino antinfluenzale aiuta a ridurre il rischio di ammalarsi di influenza e anche se si dovesse contrarre il virus nonostante la vaccinazione, i sintomi sarebbero generalmente meno gravi, permettendo un recupero più rapido e meno complicato.

La vaccinazione inoltre riduce il rischio di dover affrontare complicazioni, diminuendo anche il numero di ricoveri ospedalieri e decessi legati all'influenza. In aggiunta, vaccinarsi non significa solo proteggere sé stessi, ma anche aiutare a proteggere le persone intorno a noi, soprattutto quelle più vulnerabili: infatti quando un'ampia parte della popolazione è vaccinata il virus circola meno, riducendo la possibilità che queste persone contraggano l'influenza. Questo fenomeno è noto come "immunità di gregge".

Oltre ai benefici per la salute, la vaccinazione antinfluenzale ha anche un impatto positivo sull'economia. Avere meno malati significa avere meno visite mediche, meno ricoveri e quindi minor costi sanitari, nonché meno assenze dal lavoro e dalla scuola, migliorando dunque la produttività generale.


3. Perché il vaccino antinfluenzale cambia ogni anno?

Il vaccino antinfluenzale cambia ogni anno principalmente perché è altamente mutabile e subisce frequenti cambiamenti genetici. Questo fenomeno, noto come antigenic drift, si verifica quando ci sono piccole mutazioni nei geni dei virus influenzali che codificano le proteine di superficie. Queste mutazioni possono accumularsi nel tempo, portando a variazioni nei ceppi del virus: anche piccoli cambiamenti possono rendere i ceppi virali sufficientemente diversi da riuscire ad eludere il sistema immunitario delle persone che hanno già avuto l'influenza o sono state vaccinate in passato.

Ogni anno, esperti di salute pubblica e scienziati di tutto il mondo monitorano i ceppi di virus dell'influenza che circolano nelle diverse regioni del mondo. Sulla base di questi dati, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri organismi sanitari formulano previsioni su quali ceppi saranno più probabili e prevalenti durante la successiva stagione influenzale. Le previsioni vengono fatte con diversi mesi di anticipo per lasciare il tempo necessario alla produzione del vaccino.


4. In quali soggetti è raccomandato il vaccino antinfluenzale?

In Italia il vaccino antinfluenzale è raccomandato per diverse categorie di persone, specialmente quelle più vulnerabili alle complicazioni dell'influenza. Ecco un elenco dettagliato dei gruppi per i quali raccomandato:

  • Anziani: le persone di età pari o superiore a 65 anni sono quelle a maggior rischio di complicanze gravi dall'influenza, come la polmonite e il peggioramento di condizioni croniche preesistenti
  • Bambini: sono a rischio anche i bambini e gli adolescenti in trattamento cronico con acido acetilsalicilico, che rischiano la sindrome di Reye in caso di infezione influenzale
  • Donne in gravidanza e nel postpartum: la vaccinazione è raccomandata durante qualsiasi trimestre di gravidanza e nel periodo del postpartum, poiché le donne in questa condizione hanno un rischio maggiore di complicazioni influenzali. Inoltre il vaccino offre protezione anche al neonato nei primi mesi di vita
  • Persone con condizioni mediche croniche: il vaccino è indicato in soggetti affetti da malattie che aumentano il rischio di complicanze in caso di infezione come malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio, malattie dell’apparato cardio-circolatorio, diabete mellito e altre malattie metaboliche, insufficienza renale e surrenale cronica, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, tumori e in corso di trattamento chemioterapico, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici, patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie ed epatopatie croniche
  • Operatori sanitari e di assistenza: medici, infermieri e altro personale che lavora in ospedali, cliniche e strutture sanitarie
  • Persone che assistono soggetti ad alto rischio: familiari e badanti di persone anziane, bambini piccoli, o persone con condizioni mediche croniche
  • Altri gruppi a rischio: fanno parte di questa categoria i residenti in istituti per lungodegenti come case di riposo e strutture per disabili.


5. In quali mesi bisogna fare il vaccino antinfluenzale?

In Italia, il periodo consigliato per fare il vaccino antinfluenzale è l'autunno, tipicamente tra ottobre e dicembre. L'influenza infatti tende a colpire principalmente durante i mesi invernali: il picco dei casi solitamente si verifica tra dicembre e febbraio. Vaccinarsi in autunno permette quindi al corpo di sviluppare una protezione adeguata, prima che l'influenza inizi a circolare ampiamente.

Dopo la vaccinazione, il corpo impiega circa due settimane per sviluppare una risposta immunitaria completa: vaccinarsi in anticipo rispetto alla stagione influenzale assicura che si abbia una protezione ottimale quando il virus dell'influenza inizia a circolare. La protezione fornita dal vaccino antinfluenzale tende a diminuire nel tempo, per cui vaccinarsi troppo presto potrebbe portare a una diminuzione della protezione durante il picco della stagione influenzale.


6. Quali possono essere gli effetti avversi la vaccino antinfluenzale?

Il vaccino antinfluenzale è generalmente sicuro e ben tollerato, ma possono verificarsi alcuni effetti avversi. È importante notare che la maggior parte degli effetti collaterali sono lievi e temporanei.

Ecco una panoramica degli effetti avversi più comuni del vaccino antinfluenzale:

  • Dolore, arrossamento o gonfiore nel sito di iniezione: questo è il più comune dei sintomi, ma di solito è lieve e scompare entro uno o due giorni
  • Febbre bassa: alcune persone possono sviluppare una leggera febbre per uno o due giorni dopo la vaccinazione
  • Dolori muscolari: è possibile avvertire dolore muscolare, che di solito è lieve e temporaneo
  • Mal di testa: alcune persone possono avvertire mal di testa, che di solito è di intensità lieve o moderata
  • Affaticamento o debolezza generale: sensazioni di stanchezza o debolezza possono verificarsi per un breve periodo
  • Reazioni allergiche: le reazioni allergiche gravi (anafilassi) sono estremamente rare, ma possono verificarsi. Sono più comuni nelle persone con storie di gravi allergie ai componenti del vaccino, come le proteine dell'uovo nei vaccini tradizionali.


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