1. Covid: questione di genetica? Il ruolo del gene CIART
2. Il virus del Covid predilige solo alcune cellule rispetto ad altre?
3. Il nostro ritmo circadiano può difenderci dal Covid?
1. Covid: questione di genetica? Il ruolo del gene CIART
La genetica è il nuovo cavallo di battaglia nella lotta alle infezioni e permette di fare grandi passi avanti sia nella terapia che nella prevenzione. Se ne discute molto su web e social, dopo la diffusione dei risultati di un recente studio dei ricercatori della Cornell Medicine di New York che si focalizza sul rapporto tra l’infezione da Covid e il gene CIART.
Questo studio ha dimostrato che, in assenza del gene CIART, il virus Sars- CoV-2 non è in grado di replicarsi. La scoperta è stata pubblicata recentemente sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Medicine.
Gli studiosi hanno messo in luce l’attività delle vie operative del gene, una delle quali si chiama RXR. Si potrebbe quindi arrivare a manipolare e “silenziare” il gene CIART, attraverso un’azione sulla via RXR.
Ciò inciderebbe direttamente sulla resilienza verso l’infezione da SARS-CoV-2, perché secondo gli scienziati almeno il 15% delle forme gravi da Covid-19 sarebbe dovuta ad una predisposizione genetica. Uno studio appena pubblicato su Nature, risultato dell’analisi condotta dagli esperti della Covid-19 Host Genetics Initiative sul genoma di oltre 100mila persone positive all’infezione, ha mostrato che esistono almeno una decina di varianti genetiche con forti associazioni statistiche con la probabilità individuale di sviluppare Covid-19 e di soffrire i sintomi più gravi della malattia.
2. Il virus del Covid predilige solo alcune cellule rispetto ad altre?
Una vasta gamma di cellule umane è “permissiva” rispetto all'infezione da SARS-CoV-2: ad esempio quelle degli alveoli polmonari, delle vie aeree polmonari, dell’intestino tenue, del cervello, del cuore, del fegato, del pancreas, dei reni, dei vasi sanguigni e delle tonsille.
Gli sforzi della ricerca, sviluppati sia su cellule staminali pluripotenti che su tessuti adulti, sono orientati oggi a capire il motivo per il quale il virus “sceglie” determinate cellule rispetto ad altre.
3. Il nostro ritmo circadiano può difenderci dal Covid?
Ebbene sì. Il nostro ritmo circadiano, ovvero il rispetto delle ore minime di sonno, risulta essere un ottimo alleato per difenderci dal COVID.
Secondo un’indagine condivisa dal National Health Service (NHS), meno di 4-5 ore di sonno per notte aumentano di 4-5 volte la possibilità di contrarre anche un semplice raffreddore, rispetto ai soggetti con un sonno notturno di circa 7 ore.
Un buon sonno è quindi il nostro migliore alleato per favorire una risposta immunitaria più equilibrata ed efficace. Il tempo dedicato al buon sonno non è affatto “tempo rubato alla vita”, anzi. È un vero e proprio investimento sulla salute!