Medicina

INFLUENZA 2023: CHE VIRUS STA GIRANDO?

Vaccino
Influenza
Influenzale
Virus
2023
Giorgio Sciarra

26/09/2023

1. Che cos’è l’influenza?
2. Il virus dell’influenza
3. L’influenza 2023
4. La terapia contro l’influenza


1. Che cos’è l’influenza?

La stagione influenzale è il periodo dell'anno in cui l'influenza, una malattia respiratoria altamente contagiosa causata dai virus influenzali, è più diffusa e provoca un aumento dei casi di malattia. In Italia questa stagione coincide con i mesi autunnali e invernali e rappresenta un periodo di preoccupazione per la salute pubblica, poiché l'influenza può portare ad un elevato numero di malati e ospedalizzati.

Pertanto, il Ministero della Salute ogni anno attiva una campagna di prevenzione e sensibilizzazione in previsione dell’arrivo della stagione, soprattutto dopo l’epidemia da COVID-19 e l’aumento della circolazione dei virus respiratori degli ultimi anni. Il protagonista della campagna di prevenzione è il vaccino antinfluenzale, che sarà disponibile quest’anno fin dall’inizio di ottobre.

I virus dell’influenza appartengono alla famiglia degli Ortomyxovirus che comprende tre diversi gruppi:

  • il virus dell’influenza A, che può presentarsi clinicamente in maniera diametralmente opposta, con forme molto lievi oppure molto gravi in grado in alcuni casi di portare anche fino alla morte del paziente
  • il virus dell'influenza B e il virus dell'influenza C, entrambi meno frequenti, che danno forme più lievi e infettano solo l’uomo.


2. Il virus dell’influenza

Ogni anno siamo soggetti a sindromi influenzali sostenute da nuovi tipi di virus dell’influenza, grazie alla loro enorme capacità di mutazione. Durante la replicazione del virus infatti possono comparire mutazioni casuali: grazie al meccanismo di selezione naturale, vengono favorite le varianti virali che presentano una mutazione che conferisce al virus maggiore capacità infettante. Questi piccoli cambiamenti si riflettono a livello antigenico e sono rilevanti per l’uomo, perché possono permettere al virus di sfuggire alla risposta messa in campo dagli anticorpi del sistema immunitario.

Tutto ciò spiega le continue ondate epidemiche di influenza che si verificano ogni anno, nonostante le vaccinazioni dell’anno precedente: la risposta immunitaria è molto specifica e necessita di essere adattata, anno per anno, ai ceppi più diffusi.

Il virus influenzale è uno dei più contagiosi - secondo solo al morbillo - e ha una capacità di trasmissione media del 10-15% della popolazione, che può arrivare al 40-50% nelle fasce di popolazione che vivono in ambienti chiusi (asili, scuole, case di riposo).

L'influenza, infatti, si diffonde principalmente attraverso le goccioline respiratorie che si spargono nell’aria quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla. Anche le superfici contaminate possono contribuire alla trasmissione, se una persona viene a contatto con una superficie contaminata e successivamente si tocca la bocca, il naso o gli occhi. Quando il virus raggiunge la mucosa delle vie respiratorie vi si stabilisce e determina l’infezione.

Clinicamente l’influenza si presenta tipicamente con febbre, brividi, tosse, mal di gola, congestione nasale, tosse secca, dolori muscolari, affaticamento e mal di testa. Generalmente l’esordio della sintomatologia è improvviso e caratterizzato da sintomi sistemici come la febbre, le artromialgie e i brividi associati ai sintomi respiratori. In qualche caso si possono manifestare anche sintomi gastrointestinali, congiuntivite e fotofobia. Tipicamente la storia naturale della malattia determina l’esaurimento dei sintomi nell’arco di 5-7 giorni, anche in assenza di terapia.

Tuttavia si possono verificare anche quadri più gravi, spesso derivanti da complicanze come la sovrainfezione batterica, in particolare nelle persone anziane, nei bambini piccoli e nelle persone con condizioni mediche preesistenti. Le infezioni che solitamente si possono sovrapporre all’influenza sono la bronchite, la polmonite, le otiti e le sinusiti batteriche: infatti il virus influenzale, danneggiando la mucosa respiratoria, facilita l’ingresso in ambiti più protetti del corpo ai batteri che normalmente colonizzano solo il cavo orale e la faringe.

In soggetti affetti da malattie croniche come la broncopneumopatia cronica ostruttiva o cardiopatie croniche, si può andare incontro rispettivamente a insufficienza respiratoria o scompenso cardiaco acuto.


3. L’influenza 2023

Attualmente i virus influenzali che stanno girando appartengono prevalentemente al genotipo A e in minima parte al genotipo B: per tale motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato per il 2023 un vaccino quadrivalente, capace di garantire in un’unica dose la protezione verso due ceppi di tipo A e due ceppi di tipo B.

Le varianti più comuni in circolazione non divergono - quanto a sintomatologia e gravità - dalla malattia tipicamente descritta e la protezione determinata dal vaccino corrisponde ad una riduzione di circa il 70% del rischio di contrarre la malattia.

Ciononostante, il 7 giugno 2023 il Brasile ha notificato all’Organizzazione Mondiale della Sanità che nello Stato del Paranà si è verificato un caso umano fatale di influenza, confermato in laboratorio, contratta a causa di una variante del virus dell’influenza A(H1N1)v di origine suina. In seguito sono state segnalate solo sporadiche infezioni e non ci sono prove di trasmissione prolungata. Inoltre, è importante ricordare che anche tali varianti suine son ben coperte dal vaccino antinfluenzale e tendono a dare una malattia lieve. L’aggravamento delle condizioni cliniche dipende, infatti, dalle condizioni mediche preesistenti.


4. La terapia contro l’influenza

In caso di comparsa di sindrome influenzale in soggetti non ospedalizzati, è importante escludere una infezione da SARS CoV2 con un tampone naso-faringeo: se i sintomi sono lievi, non occorre ulteriore approfondimento diagnostico.

Se invece la sintomatologia è più grave, è opportuno recarsi dal medico per escludere complicanze batteriche ed eseguire eventuali ulteriori test come il tampone per ricerca dei virus influenzali. La presenza di acidi nucleici è il test “gold standard” per la diagnosi di infezione da virus influenzale: gli acidi nucleici vengono sequenziati per stabilire il genotipo di virus influenzale (ed eventualmente allertare il sistema sanitario).

Nelle persone sane, la terapia contro l’influenza è sintomatica e prevede riposo e idratazione con il ricorso eventuale a paracetamolo o ibuprofene per ridurre la febbre e l’infiammazione. È invece controindicato l’utilizzo di acido acetilsalicilico sotto i 16 anni per il rischio di insorgenza della Sindrome di Reye, una complicanza rara dell’influenza nei bambini.

Se sono invece presenti condizioni di rischio o altre situazioni di fragilità, si possono utilizzare farmaci specifici diretti contro il virus influenzale. Tra i farmaci più usati per trattare l'influenza vi sono gli inibitori della neuraminidasi, una proteina che fa parte del virus e lo aiuta a replicarsi.

Il vaccino antinfluenzale viene solitamente somministrato dai medici di medicina generale e dai pediatri. E’ raccomandato e gratuito per le seguenti categorie:

  • Persone ad alto rischio di complicanze o di ricoveri collegati all'influenza: di questa categoria fanno parte soggetti di età pari o superiore a 65 anni, donne che all'inizio della stagione influenzale si trovano in gravidanza e nel periodo "postpartum", soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza (malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio, malattie dell'apparato cardio-circolatorio, diabete mellito e altre malattie metaboliche, insufficienza renale/surrenale cronica, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, tumori, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, malattie neuromuscolari ed epatopatie croniche), bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti, familiari e contatti di soggetti ad alto rischio di complicanze
  • Soggetti addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo: medici e personale sanitario e socio sanitario, personale che svolge attività di assistenza in strutture nelle quali vivono soggetti ad alto rischio di complicanze influenzali, forze di polizia e vigili del fuoco
  • Personale che, per motivi di lavoro, è stabilmente a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani: allevatori, addetti al trasporto di animali, macellatori e veterinari
  • Donatori di sangue.

Inoltre, per la stagione 2023-2024 si prevede l’estensione del vaccino anche ai bambini sani nella fascia di età 6 mesi - 6 anni ed alle persone mature comprese nella fascia di età 60 - 64 anni.


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